La pièce La malattia della morte, ispirata ai “Testi segreti” di Marguerite Duras con l’adattamento e regia di Natachà Daunizeau, rivive in una messa in scena coraggiosa e fuori dagli schemi. Per la prima volta infatti viene rappresentata con protagonisti un uomo e una donna (Pino Calabrese e Letizia Letza) mentre storicamente è stata rappresentata in forma di monologo. Di fronte al pubblico, due personaggi rinchiusi in una stanza, fissati in una sorta di fermo-immagine. La loro fragilità è messa a nudo e influenzata dai flussi del mare. Quell’oceano Atlantico tanto amato dalla Duras che viene esaltato in tutta la sua energia grazie alle immagini in proiezione. Forte è l’attrazione sessuale che lega i protagonisti, così come il loro legame intellettuale. Lui racconta alla donna incubi inconfessabili e sogni sopiti. Lei osserva, ascolta, attende ponendosi a metà strada tra lo spettatore e l’amante-interlocutore. Dal 14 al 19 giugno alla Casa delle Culture di Roma