Beethoven è sempre Beethoven e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia lo sa bene. Quale migliore occasione se non un festival estivo per riproporre le Sinfonie del celebre Ludwig Van? Leit motiv della rassegna Beethoven senza pari (dal 4 al 19 luglio) nel cuore della cavea dell’Auditorium, è il viaggio musicale fra le sinfonie “dispari” del celebre compositore. Un percorso intellettivo ed emotivo alla scoperta delle sinfonie più tormentate e travolgenti, ebbre d’impulsi innovativi. Beethoven senza pari si apre dunque con le Sinfonie 1 e 5, repertorio in cui l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia sembra sguazzare a perfezione, nella qualità del suono limpido, nell’esecuzione fluida e carica di emozioni, senza troppi clamori. Sul podio il giovane direttore Carlo Rizzari, assistente di Sir Antonio Pappano dal 2006, che vanta una particolare e innegabile intesa con l’Orchestra. Si parte con il guizzo delicato della Prima Sinfonia, forse una delle sinfonie meno conosciute di eredità haydeniana e mozartiana a traghettare verso la “rivoluzione” la musica. Il maestro e l’Orchestra lasciano riemergere con brio l’idea di limpida perfezione, nella delizia dell’innovativo Minuetto o nella giocosità del finale, con un occhio tutto particolare attenzione alle code. Tutto cambia, o quasi, radicalmente, con la Quinta Sinfonia. È sempre un’innegabile emozione riascoltare la sinfonia per eccellenza forse, dal celebre incipit: è “il destino che bussa alla porta”, ma Rizzari e l’Orchestra lasciano intendere che è necessario guardare subito oltre, senza indugiare troppo, per esaltarsi nell’Andante con Moto, perdersi nel moto dello Scherzo e chiudere con l’entusiasmo trionfale del Finale in un’esecuzione emozionante, ma calibrata. Non mancano i calorosi applausi del pubblico. Dopo la Prima e la Quinta il viaggio musicale di Beethoven senza pari prosegue con la Terza (l’Eroica, originariamente dedicata a Napoleone) e la Settima, definita da Wagner l’apoteosi della danza. Appuntamento mercoledì 11 e giovedì 12 luglio alle ore 21.00.