Si farebbe prima a leggere la lista di ciò che Mariella Devia non ha, perché la lista è vuota.
E allora facciamo la lista di ciò che la Devia ha e ci regala ogni volta: soavità del timbro, melodiosità del canto, trasparenza dei filati, sonorità delle mezze voci, pastosità nei centri, rotondità dei suoni gravi, luce infinita negli acuti trascinanti e nei sovracuti fulminanti, correttezza formale, elegante cesello della frase, padronanza delle fioriture, destrezza nel canto di bravura, fluidità d’emissione, magistrale gestione della voce nei lunghi fiati, nella messa di voce, nelle cadenze, nei giochi pirotecnici e nelle strabilianti scale cromatiche del canto di coloratura (una cascata di perle, diamanti e cristalli che rimbalzano, tintinnano e scintillano). Quando a teatro c’è lei, i posti sono tutti occupati, nessuno vuol perdersi l’armonia, la perfezione, il fascino di questa voce che, pur essendo giunta al massimo dello splendore, si arricchisce di sfumature col passar del tempo. La vera assoluta indiscussa Regina del Belcanto. Grazie Mariella!
Tutto questo lo sapevamo già e l’abbiamo ritrovato nel concerto “Voce che tenera”, che la Devia ha tenuto al Teatro Rossini insieme all’orchestra sinfonica G. Rossini, diretta da Antonino Fogliani, cimentandosi in arie di Rossini (cavatina di Adelaide “Occhi miei piangeste assai” da Adelaide di Borgogna, scena e cavatina di Amenaide “Di mia vita infelice…No, che il morir non è” dal Tancredi), di Bellini (recitativo e romanza di Giulietta “Eccomi in lieta vesta…Oh! Quante volte, oh quante!” da I Capuleti e i Montecchi, cavatina di Norma “Casta diva” da Norma), di Donizetti (scena aria finale di Anna “Piangete voi?…Al dolce guidami…Coppia iniqua” da Anna Bolena).
Per il bis la Devia è saltata a Puccini e ci ha presentato una Musetta bohémienne tutta fuoco e scintillio nella nota aria “Quando me’n vo” con gli interventi di Marcello e Alcindoro cantati ironicamente dal direttore e dagli orchestrali.
Delirio in teatro, ma non erano previsti altri bis, allora la Devia ha ripreso “Al dolce guidami” da Anna Bolena.
Sono stati eseguiti anche tre brani per sola orchestra, le sinfonie da Semiramide, Norma e Maria Stuarda.
Vista la caratura di tale cantante, mi è sembrato un po’ riduttivo il titolo del concerto “Voce che tenera”. Meglio “La magia della voce”.
Crediti fotografici: Amati-Bacciardi per Rossini Opera Festival 2012