Poema e musica di RICHARD WAGNER
(Proprietà Fondazione Teatro alla Scala)
Prima rappresentazione: Weimar, Hoftheater, 28 agosto 1850, dir. Franz Liszt
Prima rappresentazione al Teatro alla Scala: 20 marzo 1873 (in italiano), dir. Franco Faccio
Nuova produzione Teatro alla Scala
Direttore DANIEL BARENBOIM
Regia CLAUS GUTH
Scene e costumi CHRISTIAN SCHMIDT
Luci OLAF WINTER
Video ANDI MÜLLER
Personaggi e interpreti principali
Heinrich der Vogler René Pape
Lohengrin Jonas Kaufmann
Elsa von Brabant Anja Harteros
Friedrich von Telramund Tomas Tomasson
Ortrud Evelyn Herlitzius
Der Heerrufer des Königs Zeljko Lucic
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Maestro del Coro BRUNO CASONI
DATE:
Martedì 4 dicembre 2012 ~ ore 18
Anteprima dedicata ai Giovani
LaScala UNDER 30
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Venerdì 7 dicembre 2012 ~ ore 17
Inaugurazione della Stagione d’Opera e Balletto 2012/2013
Prezzi 7 dicembre 2012
Platea – 2.000 euro
Palco – da 2.000 a 500 euro
Galleria – da 350 a 50
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martedì 11 dicembre 2012 ore 19 ~ turno A
venerdì 14 dicembre 2012 ore 19 ~ turno B
martedì 18 dicembre 2012 ore 19 ~ turno C
venerdì 21 dicembre 2012 ore 19 ~ turno D
giovedì 27 dicembre 2012 ore 19 ~ turno E
Prezzi: da 210 a 13 euro
L’opera in breve
Cesare Fertonani
Il fatto che Lohengrin sia stato rappresentato
per la prima volta nel 1850, alla
metà di un secolo in cui il teatro d’opera
conobbe trasformazioni particolarmente
radicali e profonde, assume quasi valenza
emblematica e ne sottolinea il ruolo cruciale
nella produzione di Wagner così come
nella storia del teatro musicale europeo.
Ancora definita “opera romantica”,
Lohengrin suggella la prima stagione wagneriana
e al contempo dischiude quella,
di là da venire, del dramma musicale, anticipando
tra l’altro, per ciò che riguarda
il soggetto e il contenuto cristiano,
l’“azione scenica sacrale” del commiato,
Parsifal (1882). Del resto, l’importanza di
Lohengrin come snodo nell’evoluzione
dell’arte wagneriana è riflessa nella nuova
accuratezza con cui il musicista ne
concepì e realizzò il progetto compositivo.
A differenza dei due lavori precedenti,
Der fliegende Holländer (1843) e
Tannhäuser (1845), Lohengrin non sarà
infatti sottoposto nel corso degli anni a
processi di revisione sostanziale.
La gestazione dell’opera fu piuttosto lunga
e laboriosa. L’interesse di Wagner per
la leggenda del Santo Graal risale al 1841;
nel 1845 il compositore legge le due fonti
epiche primarie (XIII secolo) cui avrebbe
attinto il soggetto, il Parzival di Wolfram
von Eschenbach e il poema anonimo
Lohengrin; entro la fine di quello stesso
anno scrive lo scenario in prosa e quindi il
libretto in versi. Nel 1846 Wagner appronta
i primi abbozzi completi, per terminare
l’orchestrazione della partitura nell’aprile
1848. Il 28 agosto 1850, infine, Lohengrin
è rappresentato nel Teatro di Corte di
Weimar con la direzione musicale di
Franz Liszt; Wagner, all’epoca in esilio in
Svizzera per aver partecipato ai moti rivoluzionari
di Dresda del 1849, dirigerà nel
decennio seguente estratti dell’opera in
forma di concerto a Zurigo (1853), Londra
(1855), Parigi e Bruxelles (1860), ma
riuscirà ad assistere a una sua messa in
scena soltanto nel 1861, a Vienna. Ben
presto Lohengrin diviene una delle opere
wagneriane più fortunate, mentre l’autore,
già dal 1851 ormai proiettato verso l’idea
del Ring, ne vive il successo internazionale
non senza fastidio, anche perché
non riesce a imporre il controllo sul proliferare
delle rappresentazioni. In ogni caso,
l’opera raggiunge, per lo più in versioni
tradotte, Vienna (1856), San Pietroburgo
(1868), New York (1871), Londra (1875),
Parigi (1887); com’è noto, la messa in scena
a Bologna del 1871 si porrà all’origine
della diffusione – e del culto – di Wagner
in Italia.
Non si può che convenire con Carl Dahlhaus
quando afferma che «Lohengrin […]
è il caso paradossale d’un’opera fiabesca
dal finale tragico addobbata nelle forme
di un dramma storico». Proprio dall’accorta
mescolanza di epica leggendaria,
accenti fiabeschi e riferimenti storici deriva
d’altronde all’opera la sua peculiarità
e dunque la cifra dell’idea drammatica
che ne è a fondamento (al riguardo, si
pensi soltanto alla contrapposizione tra la
magia bianca, cristiana di Lohengrin e la
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magia nera, pagana di Ortrud che pone in
gioco il problema della costruzione dell’identità
e dell’unità nazionale tedesca).
Nella Comunicazione ai miei amici
(1851), Wagner aveva sottolineato il rischio
di non scorgere in Lohengrin che la
componente “cristiano-romantica” proponendo
di contro, come chiave ermeneutica
portante dell’opera, la tragedia
del cavaliere divino come metafora di
quella dell’“artista assoluto” (ovvero dell’artista
che non vuole essere venerato,
ma compreso e amato); da qui la necessità
di penetrare la struttura profonda del
mito in una vicenda di ampio respiro collettivo
dove il destino dei personaggi è
deciso da un’istanza superiore e metafisica.
E in effetti, proprio la dimensione mitica
della vicenda si presterà nella storia
della recezione dell’opera, che annovera i
contributi critici di Liszt, Nerval, Baudelaire
e Thomas Mann, a diverse interpretazioni
di natura filosofica, letteraria, politica,
psicoanalitica, sociologica.
Dal punto di vista della drammaturgia,
Lohengrin è l’ultimo lavoro wagneriano
che può essere descritto più come un’opera
che non come un compiuto dramma
musicale. Ma appunto dalla frizione dialettica
tra il riferimento a forme e modalità
convenzionali (l’aria, il duetto e gli insiemi,
le relazioni tra le due coppie di
protagonisti, le scene corali, le musiche di
scena), riconducibili di volta in volta al
grand-opéra, all’opera tedesca e perfino a
quella italiana da un lato e procedimenti
innovativi dall’altro scaturisce la drammaturgia
di Lohengrin. Gli archetipi convenzionali
sono ora svuotati e ripensati
dall’interno così da aprirsi e inserirsi organicamente
nella continuità dell’azione
ora soppiantati da un libero flusso declamatorio
o dialogico ispirato al principio
della “prosa musicale” (volto cioè a superare
quadratura e forma strofica).Al nesso
instaurato tra una fitta trama concentrica
di temi e motivi elaborata in tessuto
sinfonico, che anticipa la tecnica pervasiva
del Leitmotiv, e il pregnante significato
simbolico e drammatico delle relazioni
tonali e dei processi armonici associati ai
personaggi Wagner affida la coerenza e
l’unitarietà di uno svolgimento compositivo
dove, oltre all’orchestra, anche il coro
è integrato con ruolo attivo nello sviluppo
dell’azione
Daniel Barenboim
Nato a Buenos Aires nel 1942, a cinque anni
prende le prime lezioni di pianoforte con la madre,
per poi proseguire gli studi musicali col padre,
che sarà anche il suo unico insegnante.A sette
anni dà il suo primo concerto ufficiale nella
sua città natale. Nel 1952 si trasferisce con la famiglia
in Israele.
A undici anni è a Salisburgo per partecipare alle
masterclasses di Igor Markevitch. Durante l’estate
del 1954 incontra Wilhelm Furtwängler e suona
per lui. Il grande direttore scriverà: «Il ragazzo
Barenboim, all’età di 11 anni, è un fenomeno…
». Nei due anni successivi studia armonia e
composizione con Nadia Boulanger a Parigi.
A dieci anni debutta come pianista a Vienna e a
Roma, poi a Parigi nel 1955, a Londra nel 1956 e
a New York nel 1957 sotto la direzione di Leopold
Stokowski. Da allora compie regolari
tournée in Europa, negli Stati Uniti, in SudAmerica,
inAustralia e in Estremo Oriente.
Nel 1954 inizia a incidere i primi dischi come pianista.
Negli anni Sessanta registra i Concerti per
pianoforte di Beethoven con Otto Klemperer,
quelli di Brahms con John Barbirolli, nonché tutti
quelli di Mozart con la English Chamber Orchestra
nel doppio ruolo di pianista e direttore.
Dopo il suo debutto come direttore nel 1967 con
la Philharmonia Orchestra di Londra, viene invitato
da tutte le più importanti orchestre sinfoniche
d’Europa e d’America. Fra il 1975 e il 1989 è
Direttore Musicale dell’Orchestre de Paris e manifesta
il suo interesse per la musica contemporanea
dirigendo, fra l’altro, composizioni di Lutosławski,
Berio, Boulez, Henze, Dutilleux e Takemitsu.
Debutta in campo operistico nel 1973 con Don
Giovanni di Mozart al Festival di Edimburgo, e
nel 1981 a Bayreuth, dove si esibisce regolarmente
per diciotto anni fino al 1999, dirigendo Tristan
und Isolde, Der Ring des Nibelungen, Parsifal
e Die Meistersinger von Nürnberg.
Dal 1991 al giugno 2006 è stato Direttore Principale
della Chicago Symphony Orchestra, che nel
2006 lo ha nominato Direttore Onorario a vita.
Dal 1992 è Generalmusikdirektor della Staatsoper
Unter den Linden di Berlino, di cui è stato
anche Direttore Artistico dal 1992 all’agosto
2002. Nell’autunno 2000 la Staatskapelle di Berlino
lo ha nominato Direttore Principale a vita.
Con la Staatskapelle ha lavorato a grandi cicli del
repertorio sia operistico che sinfonico.Ha suscitato
grande interesse a livello internazionale il ciclo
di rappresentazioni di tutte le opere diWagner alla
Staatsoper, così come i cicli delle Sinfonie di
Beethoven e di Schumann, anche su CD. In occasione
dei “Festtage” della Staatsoper Unter den
Linden, nel 2007, è stato eseguito alla Berliner
Philharmonie, sotto la sua direzione e sotto quella
di Pierre Boulez, un Ciclo Mahler in dieci parti.
Accanto al grande repertorio classico-romantico,
con la Staatskapelle si dedica sempre più alla musica
contemporanea, è stata così rappresentata in
prima assoluta alla Staatsoper l’opera di Elliott
Carter What next?. In ambito sinfonico, sono ese-
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guite regolarmente composizioni di Boulez,
Rihm, Mundry, Carter e Höller. Musicisti della
Staatskapelle hanno partecipato attivamente alla
creazione di un asilo musicale, da lui fondato a
Berlino nel settembre 2005.
Nel 1999, assieme all’intellettuale palestinese
Edward Said, scrittore e professore di letteratura
comparata, fonda il workshop “West-Eastern Divan”,
che ogni estate invita giovani musicisti d’Israele
e dei Paesi arabi a lavorare insieme in orchestra.
Attraverso la comune esperienza musicale,
il workshop intende creare un dialogo tra le
diverse culture del Vicino Oriente. Dagli inizi
collaborano al progetto, in qualità di insegnanti,
musicisti della Staatskapelle di Berlino.
Nell’estate 2005 la West-Eastern Divan Orchestra
ha tenuto a Ramallah (Palestina) un concerto
di significato storico, trasmesso dalla televisione
e registrato su DVD.
Da qualche tempo ha avviato un progetto per l’educazione
musicale nei territori palestinesi, che
comprende la fondazione di un asilo musicale e
l’istituzione di un’orchestra giovanile palestinese.
Nel 2002 a lui e a Said è stato conferito a Oviedo
(Spagna) il prestigioso premio “Príncipe deAsturias”,
quale riconoscimento del loro impegno per
la pace.
Ha ricevuto numerosi premi e alte onorificenze:
il “Toleranzpreis” della Evangelische Akademie
Tutzing, il “Großes Verdienstkreuz mit Stern”
della Repubblica Federale Tedesca, la Medaglia
“Buber-Rosenzweig”, il “Premio per le Arti”
dello Knesset israeliano, il “Premio per la Pace”
della Fondazione “Geschwister Korn und Gerstenmann”
e il “Premio per la Pace” dell’Assia.
È stato inoltre insignito del “Kulturgroschen”,
massimo riconoscimento del Kulturrat tedesco,
del Premio Internazionale “Ernst von Siemens”
e della “Goethe-Medaille”. Nel 2006 ha ricevuto
una laurea honoris causa dall’Università di
Oxford, nel 2007 le insegne di “Commandeur de
la Légion d’honneur”. Nell’ottobre 2007 la Casa
imperiale giapponese lo ha onorato del “Praemium
Imperiale” per la Cultura e le Arti. Di recente
è stato nominato Ambasciatore delle Nazioni
Unite per la Pace dal Segretario Generale
Ban Ki-moon. Insieme alla Staatskapelle e al
Coro della Staatsoper, nel 2003 è stato premiato
con un Grammy per la registrazione di Tannhäuser
diWagner.
Dalla stagione 2007-08 ha avviato una stretta collaborazione
con il Teatro alla Scala con il titolo di
“Maestro scaligero”: dirigendo regolarmente opere
e concerti, oltre a suonare in concerti sinfonici e
da camera. Nel dicembre 2011 ha assunto l’incarico
di Direttore Musicale.
Ha pubblicato vari libri, tra cui: A Life in Music
(la sua autobiografia), Paralleli e paradossi, scritto
in collaborazione con Edward Said, La musica
sveglia il tempo, sull’estetica e sulla democrazia
della musica, e nel dicembre 2008 Dialoghi su
musica e Teatro – Tristano e Isotta, con il regista
Patrice Chéreau. Per ulteriori notizie e aggiornamenti:
CLAUS GUTH
Nato a Francoforte nel 1964, ha studiato a Monaco di Baviera: filosofia, germanistica e teatro alla Ludwig-Maximilians-Universität, regia teatrale e operistica alla Hochschule für Musik.
Sin dagli inizi della carriera si è dedicato con interesse a prime rappresentazioni assolute, quali Cronaca del luogo di Luciano Berio al Festival di Salisburgo (1999) e Celan di Peter Ruzicka alla Semperoper di Dresda (2001). Nel repertorio tradizionale la sua attività spazia da Gluck (Iphigénie en Tauride nel 2000 a Salisburgo e Zurigo) a Verdi e Wagner, passando per Mozart, Rossini, Lortzing, fino ai ‘classici’ moderni come The Rake’s Progress di Stravinskij.
Ha lavorato spesso nei teatri d’opera di Zurigo e Basilea, solitamente insieme allo scenografo e costumista Christian Schmidt. A Zurigo ha curato la regia di Fierrabras di Schubert, Radamisto di Händel, Ariane et Barbe-Bleue di Dukas e Ariadne auf Naxos di R. Strauss. Nel 2003 ha debuttato al Festival di Bayreuth con Der fliegende Holländer. Nel 2005 ha messo in scena a Vienna Lucio Silla di Mozart, il suo primo lavoro in collaborazione con Nikolaus Harnoncourt, con il quale ha poi realizzato nel 2006 Le nozze di Figaro a Salisburgo. Ancora insieme a Christian Schmidt, ha lavorato a Dresda (Die Meistersinger von Nürnberg), alla Bayerische Staatsoper di Monaco (Luisa Miller di Verdi), a Francoforte (Un ballo in maschera di Verdi, Trittico di Puccini) nonché ad Amburgo, dove dopo Simon Boccanegra di Verdi ha messo in scena Der Ring des Nibelungen.
Tra i suoi lavori più recenti: Daphne di R. Strauss a Francoforte (“Faustpreis”), Tannhäuser a Vienna, Parsifal a Barcellona e a Zurigo, la Trilogia Mozart-Da Ponte al Festival di Salisburgo, Orfeo e Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi a Vienna, Pelléas et Mèlisande ancora a Francoforte.
Per il Teatro alla Scala, nel marzo 2012, Guth ha curato con successo la regia di Die Frau ohne Schatten di Richard Strauss.
Infotel: 02 72 00 37 44
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