con Sabrina Brazzo (Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano)
e con Nicolò Noto
musiche Nino Rota
e Marco Schiavoni, Alfred Schnittke, Glenn Miller, canzoni popolari degli Anni Trenta
scenografie Carlo Centolavigna – costumi di Roberta Guidi di Bagno
coreografia e regia Luciano Cannito
produzione Daniele Cipriani Entertainment
DANZITALIAItalian Touring Dance Company
Il balletto Amarcord è liberamente ispirato al film in cui Fellini ricorda/reinventa la sua vita di ragazzo in una Rimini della prima metà degli anni Trenta. In occasione del 40° anniversario di Amarcord (1973) e 20° anniversario della scomparsa di F. Fellini (1993) Luciano Cannito riallestisce una versione coreografica espressamente rivisitata per la Compagnia Danzitalia dell’omonimo spettacolo proposto per la prima volta nel 1995 al Teatro San Carlo, al Teatro alla Scala, negli Stati Uniti (Metropolitan di New York, Orange County di Los Angeles) e Teatro Massimo di Palermo.
La protagonista di questa nuova versione di Amarcord è Sabrina Brazzo, Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano.
Amarcord è un divertente e melanconico affresco dell’Italia fra le due guerre, dove il Fascismo e la Chiesa esercitavano il loro potere, influenzandone la cultura ed il costume.
La storia di Titta, alter–ego del Fellini adolescente, e della sua famiglia si inserisce armoniosamente in un contesto di piccoli ritratti (Gradisca, Volpina, la tabaccaia) e di aneddoti legati ad un filo comune che li rende interdipendenti e dove affiora comunque sempre la spensieratezza e la voglia di vivere propria degli Italiani dell’epoca.
L’intento del balletto è trasportare coloro che lo guardano, in un viaggio di condivisione, dove tutti si rivedano in ciò che accade in scena, sentano il profumo di ciò che negli anni Trenta si sentiva, ricordino ciò che eravamo noi, quegli Italiani la cui storia non si studierà mai in alcun libro, quella gente normale e semplice di provincia. Un po’ come rivivere cose già vissute, come rivivere uno spaccato dell’Italia a cavallo tra le due guerre, dell’Italia piccola, quella della gente comune, con i soliti problemi di tutti i giorni.
“Cannito – scriveva il critico del Corriere della Sera Mario Pasi – guarda dentro di sé e osserva gli altri al tempo stesso, da fuori, così può renderci le idee dei lussi irraggiungibili, il mitico Grand Hotel e il salone viaggiante del Rex. Ma poi è la terra, con i suoi spiriti, a prendere il sopravvento, perché le favole sono finite, perché anche i più ambiziosi si accontentano di poco. Perfino Gradisca, femmina esemplare, accetta un giovane povero che fa il carabiniere… così si esorcizzano le tragedie, ma senza dimenticarle: si ride dell’olio di ricino somministrato dai fascisti, ma non si dimentica, si fa dell’ironia sui nazisti maiali, ma non si dimentica. Vino, donne e canto potremmo dire a tempesta passata. Il presente si abbraccia e poi non è così male”.
PREZZI: platea 32 € – I galleria 26 € – II galleria 22 € (sono previste riduzioni)
Prevendite disponibili presso la biglietteria del teatro (da martedì al sabato dalle 15 alle 19) e nei punti prevendita Vivaticket. Biglietteria: Via Cartoleria, 42 | tel. 051 231836 biglietteria@teatrodusebologna.it
Ufficio stampa Teatro Duse: Silvia Lombardi | stampa@teatrodusebologna.it