Produzione PiM Spazio Scenico
Liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Mauro Covacich (2011, Einaudi Editori)
adattamento di Cinzia Spanò
regia di Roberto Recchia
con Cinzia Spanò e Umberto Ceriani
Prima nazionale
Debutta al PimOff di Milano, lo spettacolo teatrale A nome tuo, ispirato all’omonimo romanzo di Mauro Covacich: in scena Cinzia Spanò, nel ruolo di una giovane donna dalla doppia identità, e Umberto Ceriani, burbero anziano in cui la giovane si imbatterà e che la costringerà a rivedere le sue certezze.
Una storia che parla del rapporto con il dolore e la morte ma anche e soprattutto di dignità, libertà e di consapevolezza, capace di arrivare al cuore ponendo interrogativi complicati e quanto mai attuali, un romanzo scomodo, “scivoloso”, ma necessario, dal quale è in uscita anche un film, diretto da Valeria Golino.
Ad essere raccontata al PimOff, con la regia di Roberto Recchia, sarà la storia della giovane Ilaria, una trentenne come tante alle prese con un lavoro da ricercatrice universitaria, un fidanzato complicato e una famiglia alla ricerca di una nuova dimensione. Ma la giovane nasconde un segreto: da anni dedica la propria vita a persone in cerca d’aiuto, quello estremo e totale, il più difficile da dare e allo stesso tempo da procurarsi. La ragazza guida ed assiste malati terminali che vogliono darsi la “dolce morte”, fornendo il farmaco o gli strumenti adeguati per non oltrepassare quello che considerano il limite della loro dignità.
Considerando la morte “un processo”, Ilaria ha compiuto una scelta di vita ardita e solitaria che porta avanti con convinzione e determinazione, consapevole del suo ruolo e di quello che molti pensano, fino a quando non si imbatterà in Grimaldi, un anziano perfettamente sano. Tra i due si instaurerà un fortissimo legame, intellettuale e umano.
Allo spettacolo saranno affiancati momenti di riflessioni, proiezioni video e occasioni di confronto con gli artisti. In particolare sabato 19 gennaio, alle ore 17, il PimOff ospiterà “A nome vostro”, dibattito con letture e proiezioni sul testamento biologico, fine vita, diritto all’autodeterminazione. Saranno presenti, oltre agli artisti dello spettacolo, lo scrittore Mauro Covacich, Cinzia Gori e Amato de Monte, l’infermiera e il medico che hanno attuato il protocollo per Eluana Englaro, tra i fondatori dell’Associazione a lei dedicata, Simona Menghini della commissione di Bioetica della Chiesa Valdese, l’avvocato Vittorio Angiolini e il giornalista Fabio Cavallari. Sarà presente Giuseppe Landonio, consulente del Comune di Milano per le tematiche di salute.
Domenica 13 gennaio, alle ore 19, è invece previsto un incontro con i protagonisti dello spettacolo e la proiezione del film “Mare dentro” di Alejandro Amenàbar (ingresso libero).
In tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Finlandia, dalla Nuova Zelanda allo Zimbabwe, nascono ogni giorno associazioni che difendono il diritto a una morte meno dolorosa e più dignitosa. Il “Fine Vita” è uno dei grandi temi della nostra epoca, perché la morte non è più solo un fatto naturale ma, grazie ai progressi fatti in ambito medico e scientifico, sta diventando sempre più “tecnicizzata”, con risultati inimmaginabili fino a pochissimi decenni fa. Proprio per questo motivo esistono, come sosteneva anche il Cardinal Martini “zone di frontiera, dove non è subito evidente quale sia il bene. È pertanto buona regola astenersi dal giudicare frettolosamente e poi discutere con serenità per non creare inutili divisioni.” Una discussione serena è l’obiettivo del progetto “A Nome Tuo”. Un progetto composto da una serie di incontri sulla tematica e uno spettacolo tratto da un romanzo estremamente provocatorio, che obbliga a domandarci dove arriva il nostro concetto di libertà individuale e che comunque non intende imporre nessun punto di vista.
Cinzia Spanò
Cinzia Spanò è attrice teatrale. Si è diplomata all’Accademia dei Filodrammatici di Milano nel 1996. Da allora ha lavorato in teatro con importanti registi fra i quali Antonio Latella, Massimo Castri, Massimo Navone, Beppe Navello, Silvie Busnuel, Carmelo Rifici, Beppe Rosso. Ha vinto il premio Imola, il premio Hystrio, il premio Anteprima ed è stata nominata ai premi Ubu per il teatro. E’ stata conduttrice di trasmissioni televisive e radiofoniche. Il suo testo Marilyn Mon Amour ha debuttato nell’autunno 2011 al Teatro Litta di Milano.
Umberto Ceriani, attore teatrale. Diplomato giovanissimo all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, ha debuttato con Luigi Squarzina. Giorgio Strehler lo vuole in “Vita di Galileo” di Brecht in un sodalizio che continuerà a lungo. Lavora per i principali teatri e registi italiani: è Primo Levi in “Se questo è un uomo” dello Stabile di Torino, ed è Giasone in “Medea” con Valeria Moriconi. Torna al Piccolo in grandi spettacoli come “Re Lear”, “Pilade” di Pasolini, “Il Conte di Carmagnola” di Manzoni, “Libro di Ipazia” di Luzi, “Terrore e Miseria del Terzo Reich” di Brecht, “Arlecchino”, “Temporale” di Strindberg e altri ancora. Allo Stabile di Catania recita ne “Il Gattopardo” con Turi Ferro e ne “La Tempesta”; poi è Lopachin ne “Il giardino dei ciliegi” di Cechov e Verri in “ Questa sera si recita a soggetto” di Pirandello.
Roberto Recchia si è diplomato all’Accademia dei Filodrammatici, alternando il lavoro di regista e quello di attore. Ha curato la regia di molti titoli operistici. Tra i più recenti: al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca (Nûr, di Marco Taralli, in prima assoluta), al Teatro Donizetti di Bergamo (Maria di Rohan, Linda di Chamounix), al Teatro Comunale di Bologna (Trittico: Phaedra e Les Illuminations di Britten e Dido and Aeneas di Purcell), al Teatro della Fortuna di Fano (Le convenienze ed inconvenienze teatrali, Don Pasquale). Da più di dieci anni collabora con il Wexford Festival Opera.
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