traduzione di Massimiliano Palmese
uno spettacolo di Giuseppe Marini
con Giovanni Anzaldo (Romeo), Gloria Gulino (Giulietta), Fabio Bussotti (Frate Lorenzo), Mauro Conte (Mercuzio),Riccardo Francia (Benvolio/Baldassarre), Fabio Fusco (Principe della Scala/Pietro), Michele Lisi (Paride/Tebaldo), Serena Mattace Raso (Balia), Simone Pieroni (Capuleti), Nicolò Scarparo (Montecchi/Frate Giovanni)
scene Alessandro Chiti
costumi Mariano Tufano
musiche originali Marco Podda
maestro d’armi Francesco Manetti
produzione Società per Attori
Da venerdi 1 a domenica 10 febbraio, al Teatro Parioli Peppino De Filippo, Romeo e Giulietta di William Shakespeare, regia di Giuseppe Marini con Giovanni Anzaldo (Romeo), Gloria Gulino (Giulietta), Fabio Bussotti (Frate Lorenzo), Mauro Conte (Mercuzio),Riccardo Francia (Benvolio/Baldassarre), Fabio Fusco (Principe della Scala/Pietro), Michele Lisi (Paride/Tebaldo), Serena Mattace Raso (Balia), Simone Pieroni (Capuleti), Nicolò Scarparo (Montecchi/Frate Giovanni). Con Romeo e Giulietta, Shakespeare porta in scena la più alta e suprema indagine poetica sulla vera natura dell’amore, insieme una profonda meditazione sulle insidie del linguaggio, incapace di contenere e rappresentare il reale sulla propria arte.
Con Romeo e Giulietta, Shakespeare porta in scena la più alta e suprema indagine poetica sulla vera natura dell’Amore e, insieme, una profonda meditazione sulle insidie del linguaggio, incapace di contenere e rappresentare il Reale, (What’s in a name? fa pronunciare alla sua giovane protagonista) quindi, in ultima analisi, sulla propria Arte.
Un amore che muore della propria irriducibilità, del proprio “troppo”. Un amore “nato sotto cattiva stella” che, al suo primo apparire, incontra e copula con l’ombra della morte, perché soltanto la morte e la tragedia (per due adolescenti che adeguano il loro sentimento a un codice iperletterario – il Libro – in cui rovinosamente inciampano) attendono e ispirano una passione talmente pura e assoluta da non sospettare neppure la possibilità del calcolo, del compromesso, della convenienza.
La morte, dunque, è presente e operosa in questa prima vera tragedia di Shakespeare e rivela sin da subito qual è l’oggetto preferito del suo assalto: i giovani, fiori prematuramente recisi nel loro desiderio erotico più intenso, nel pieno del loro tumulto ormonale, nel più dilagante trionfo di vita, di passione, di sensi.
Nella “bella” Verona del Prologo, una città-tomba dilaniata da risse, duelli, da un odio violento, di cui non si conoscono neanche più le ragioni d’origine, ma che ferve di vita, di movimento, di banchetti, di feste, di balli, di maschere… di Teatro, non c’è spazio per i giovani e per l’Amore.
Romeo e Giulietta potranno finalmente stare insieme, ma soltanto in una cripta, in una sorta di macabro legame eterno, raggelato e “premiato” dalle insulse statue d’oro che la dabbenaggine mercificante del Potere e degli Adulti erigerà a loro ricordo.
INGRESSO: platea 25 euro;galleria 20 euro
Teatro Parioli Peppino De Filippo
Via Giosuè Borsi 20, 00197 – Roma
Tel . 06 8073040
www.teatropariolipeppinodefilippo.it