Produzione Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina, Daf-Teatro dell’Esatta Fantasia
Il tema dominante nelle opere di Pirandello è l’analisi del comportamento umano che, pur nelle varie sfaccettature, è marcato da una caratteristica costante: l’impossibilità di distinguere l’essere dall’apparire, la realtà dalla finzione. La doppia identità (quindi la doppia verità) è il risultato della quotidiana frequenza a mettere e togliere la maschera secondo le convenienze al punto che, di fronte allo specchio, non sappiamo più quale é la maschera e quale il volto. Questo in sintesi è quello che succede alla protagonista della commedia “Trovarsi” in scena in questi giorni al Piccolo Teatro Grassi di Milano. Il Maestro mette al servizio della sua “tesi” la storia che, nel nostro caso, si può riassumere in poche righe. Il primo atto ha carattere propedeutico, è una tessera che presa in sé è poco interessante (un gruppo di borghesi, ipocriti perbenisti, donne e uomini superficiali e pettegoli che discutono morbosamente sulla personalità di una famosa attrice) ma è necessaria per completare uno stupendo mosaico. Nel secondo atto nasce, si sviluppa ed esplode un grande amore tra una non più giovane attrice (Donata) e un giovane della buona società (Eli). La passione travolge le barriere erette dal perbenismo e consegna i due amanti in una dimensione estatica. Eli vuole tutta per sé Donata, il suo amore è totalizzante. Le propone di sposarla purché non riprenda col teatro. L’attrice si consuma allora in un tormentoso dilemma, ama Eli alla follia, ma non può abbandonare la vita e la verità che i suoi personaggi le danno sul palcoscenico, ma nello stesso tempo vorrebbe “trovarsi”. Quando poi Elj vede che Donata si dona al suo pubblico con la stessa passione gli stessi gesti che hanno segnato il loro amore, rifiuta cioè quella contaminazione pubblica di sentimenti e atteggiamenti privati, fugge disperato lasciando Donata al suo dolore e al suo destino di attrice. Così lei, in questo vuoto esistenziale, rimane sola davanti a uno specchio e si guarda sgomenta a cercarsi e forse a ritrovarsi .
“Trovarsi” è un dramma molto contemporaneo grazie all’adattamento e alla regia della coppia Enzo Vetrano e Stefano Randisi, profondi conoscitori della filosofia del drammaturgo agrigentino.
L’interpretazione di Mascia Musy è intensa, rigorosa, dolorosa nell’esprimere il dramma esistenziale di Donata. Bravissima nel passare dalla gioia, allo smarrimento, alla disperazione anche con una semplice espressione del viso, con un soffio di voce, con una gestualità sempre misurata.
Buona l’interpretazione degli altri attoriAngelo Campolo, Giovanni Moschella, Ester Cucinotti, Antonio Lo Presti, Marika Pugliatti, Monia Alfieri, Luca Fiorino.
Belle e di grande impatto le scene di Mela dell’Erba con proiezioni video molto suggestive: il mare che dà l’idea dell’immensità e il teatro che rappresenta il convitato di pietra. Molto funzionali le musiche che avvolgono lo spettatore e moltiplicano le emozioni e il disegno luci di Maurizio Viani.