Torino – Teatro Cardinal Massaia
Una produzione di E20inscena
Recensione del 17 febbraio
One woman show sulle ali del ricordo
La rassegna teatrale “ComicA! Donne da ridere”, il Teatro comico al femminile firmato Stefano Mascagni e Roberto Piana ha ospitato un recital scritto, diretto ed interpretato da Anna Mazzamauro, che riporta alla luce alcuni momenti dei suoi spettacoli passati. Fisicamente ben fatta, vestita di nero, capigliatura fulva leonina, sorriso aperto e comunicativo, l’attrice ha gestito il palcoscenico con scioltezza e familiarità, toccando i tipici argomenti del suo sarcasmo e della sua malinconia: l’atipicità della sua bellezza, le diverse figure femminili della carriera, la sua singletude. Ha raccontato come la sua “non bellezza” abbia spinto Luciano Salce a sceglierla per il ruolo della mitica Signorina Silvana nel film Fantozzi perché lei non aveva bisogno di trucco e parrucco. Ha ironizzato sui ritocchi delle belle, aggiungendo che la bruttezza ha un vantaggio sulla bellezza, nel senso che la bellezza passa e la bruttezza dura. Ampliando il tema della singletude, di cui lei non soffre se non ai matrimoni degli altri, ha intessuto una dissacrante e minuziosa descrizione della processione delle zitelle dietro la statua della Madonna e, con accento romanesco, la “s interdentale” (la famosa zeppola) e i doppi sensi, ha raccontato la storia dell’uccelletto, interagendo con il pubblico.
La recitazione era intercalata dal canto, eseguito con voce roca e a volte graffiante alla Gabriella Ferri, con l’accompagnamento di Riccardo Taddei alla tastiera e alla fisarmonica: canzoni note come “Sola me ne vo per la città”, canzoni sulla dieta, sulla vecchiaia, sulla prima volta, sulla tristezza dell’addio, con atteggiamenti e pose da cabaret.
Nella seconda parte l’attrice ci ha introdotto nel mondo dell’avanspettacolo con la parodia di Wanda Osiris cantando con voce irregolare e fascinosa “Ti parlerò d’amor”, nel mondo del cinema con uno spezzone del suo spettacolo “Raccontare Nannarella” dedicato ad Anna Magnani, una lunga e tormentata telefonata della nota attrice al regista Rossellini (e qui ritorna il tema della solitudine), l’incontro/scontro (per la diversità di carattere) della Magnani con Pasolini per il film “Mamma Roma”, il suo rapporto con Totò per il teatro fascista. Ha cantato stornelli romani e in chiusura la canzone “Quanto sei bella Roma”. Certo, più che un canto è un parlar cantando o un sussurrare il canto, ma il clima che si crea è coinvolgente, il passaggio graduale dal pungente sarcasmo all’amarezza di chi si sente solo e abbandonato, ci conduce all’interno dei temi della vita e delle debolezze umane attraverso lo sguardo della donna, che in fondo alla sua anima preferisce essere amata più che stimata, riverita, onorata, che vuole amorevolezza, così come la offre, meritandola s’intende. Quant’è vero!!!!!!!!!!!!!!
Uno spettacolo in pieno stile dell’attrice che offre amore al pubblico tenendo per sé l’onore, ma può fare anche il contrario (ecco il senso del titolo, per me un po’ forzato) e che con straordinaria forza espressiva fa ridere e… riflettere.