Don Carlo, l’opera più complessa e monumentale di Giuseppe Verdi, andrà in scena al Teatro Regio dall’11 al 23 aprile nella versione in quattro atti, composta dall’autore nel 1884. Con l’opera verdiana, il Regio festeggia i quarant’anni dalla rinascita, avvenuta il 10 aprile 1973 (ricordiamo che fu fondato nel 1740 e distrutto da un incendio nel 1936).
Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio salirà il Direttore musicale del Regio, Gianandrea Noseda, che ha più volte diretto l’opera con carisma ed energia. Domenica 28 aprile, al termine delle recite torinesi, il maestro Noseda, sempre alla guida dell’Orchestra e Coro del Regio, presenterà l’opera in forma di concerto al Théâtre des Champs-Elyséesdi Parigi, prima tappa della tournée che vedrà i complessi artistici del Teatro nelle capitali europee della musica.
Don Carlo sarà trasmesso da RAI Radio3 sabato 13 aprile alle ore 20.
La produzione di Don Carloè realizzata in collaborazione con Banca Fideuram, nuovo Partner Sostenitore del Teatro Regio.
Questa edizione del Don Carlo è curata dal regista argentino Hugo de Ana, che firma anche le scene e i costumi. L’allestimento, realizzato dal Teatro Regio, andò in scena per la prima volta a Torino nel giugno 2006. La coreografia è di Leda Lojodice, le luci sono di Sergio Rossi. Maestro del Coro sarà Claudio Fenoglio.
In questa messa in scena, lo splendore degli ori della corte barocca spagnola sarà reso opaco da un’atmosfera tenebrosa: il palcoscenico in penombra rappresenterà il contesto di oppressione autoritaria in cui si muovono i personaggi. I toni cupi, come spiega il maestro Noseda, sono tipici del titolo verdiano: «La tinta di Don Carlo è unica. Tutte le atmosfere sono notturne, o di interni. Raramente c’è luce: la prigione, il chiostro, tutto è claustrofobico e oscuro. E questo si riflette nelle esperienze dei personaggi, tutte senza sbocco: la rivolta non ha sbocco, l’amore non ha sbocco, Filippo è indeciso, l’amicizia viene troncata bruscamente, non c’è niente che si sviluppi: e in questo è un’opera “attuale”. Quando si è troppo attaccati alle proprie convinzioni ci si fa solo male e non si va da nessuna parte».
La genesi di un’opera così complessa e peculiare fu tutt’altro che serena. Verso il 1864 Verdi si era proposto di abbandonare la sua attività di compositore, ma il suo ritiro era solo un vago progetto: infatti, quando da Parigi gli giunse la richiesta di scrivere un nuovo grand-opéra, egli non seppe opporre un netto rifiuto e si vide recapitare una serie di interessanti proposte. La scelta non fu immediata: per Verdi era difficile giudicare la fattibilità di un lavoro dal semplice soggetto, essendo per lui fondamentale il libretto. Nell’estate del 1865, l’auspicato libretto arrivò, firmato da François-Joseph Méry e Camille Du Locle e ispirato al poema drammatico Don Carlos, Infant von Spanien di Friedrich Schiller. Il lavoro di Schiller attirava Verdi da molti anni, senza però mai averlo convinto pienamente a causa della tortuosità dell’azione. Il lavoro fu lungo e faticoso, e dopo le aggiunte sopravvennero i tagli. Don Carlos andò finalmente in scena nel 1867 e, secondo la dichiarazione dello stesso Verdi, non fu un successo: molti considerarono l’opera troppo lunga e priva di melodia. Nel 1882, dopo lunghe riflessioni, Verdi si decise a ridurre le dimensioni dell’opera portando a numerosi accorciamenti e alla soppressione del primo atto e del balletto. Molte pagine di indiscussa bellezza furono cancellate, ma il dramma acquistò essenzialità e carattere. Nella nuova forma in quattro atti, e in italiano, Don Carlo debuttò alla Scala nel 1884. È questa la versione che sarà proposta al Teatro Regio. L’azione si svolge nella Spagna cinquecentesca, Don Carlo, infante di Spagna, è in preda alla disperazione perché suo padre, il re Filippo II, ha sposato la donna che lui ama, Elisabetta di Valois. Come scrisse Massimo Mila: «Mai Verdi si è tanto inoltrato nell’esplorazione dei misteri più sottili dell’anima come nella descrizione dell’amore colpevole e soffocato tra Don Carlo e la giovane matrigna». Per sottrarre Don Carlo allo sconforto, l’amico Rodrigo, marchese di Posa, lo incita a partire per le Fiandre a difendere la popolazione oppressa dal duro regime spagnolo; Carlo accetta, ma chiede al marchese di aiutarlo a porgere un saluto alla regina. Elisabetta lo riceve, e il giovane le rinnova le sue profferte d’amore per poi fuggire improvvisamente. Carlo presto diventa paladino della causa fiamminga e va a incontrare il re che, accusandolo di tradimento, lo fa imprigionare e condannare a morte. Il re, uomo su cui grava il peso dell’autorità e della solitudine, ha scoperto l’amore sbocciato tra sua moglie e suo figlio, ma Rodrigo riesce a dimostrare l’innocenza della regina e a far ricadere su di sé l’accusa di tradimento, sacrificandosi al posto dell’amico. Per le strade intanto è scoppiata la rivolta: il popolo spagnolo preme perché Carlo esca dalla prigione; Filippo accorre a liberarlo, ma il figlio lo rifiuta ed esce per unirsi alla folla. L’infante, prima di fuggire nelle Fiandre, incontra la regina per congedarsi un’ultima volta; i due giovani sono sorpresi dal re e dal grande Inquisitore, che intendono condannarli a morte, ma si presenta il fantasma dell’imperatore Carlo V, che porta via con sé Carlo verso la pace eterna.
Nel difficile ruolo di Don Carlo si esibirà il messicano Ramón Vargas, tenore dal timbro luminoso, applaudito nei teatri di tutto il mondo per la sua espressione elegante e attenta. Al suo fianco, nella parte di Elisabetta, ci sarà Barbara Frittoli, soprano che negli anni si è distinta come grande interprete delle eroine della maturità verdiana. Filippo II sarà Ildar Abdrazakov, basso russo specializzato nel repertorio italiano, che ha debuttato lo scorso anno in questo ruolo ottenendo entusiastici consensi. Il baritono Ludovic Tézier vestirà i panni di Rodrigo, il mezzosoprano Daniela Barcellona quelli della principessa Eboli e il basso Marco Spotti sarà Il grande Inquisitore.
Completano il cast: Roberto Tagliavini, Erika Grimaldi, Sonia Ciani, Dario Prola, Alejandro Escobar, Luca Casalin, Fabrizio Beggi, Antonio Di Matteo, Scott Johnson, Riccardo Mattiotto, Franco Rizzo e Marco Sportelli.
Nel corso delle nove recite, si alterneranno nei ruoli principali Roberto De Biasio (Don Carlo), Svetlana Kasyan (Elisabetta), Giacomo Prestia (Filippo II), Dalibor Jenis (Rodrigo), Anna Maria Chiuri (la principessa Eboli) e Aleksandr Vinogradov (il grande Inquisitore).
Don Carlo sarà presentato al pubblico da Carlo Majer nell’Incontro con l’Opera che si terrà al Piccolo Regio Puccini mercoledì 3 aprile alle ore 17.30.
Nell’ambito delle iniziative per i 40 anni del Teatro Regio, mercoledì 17 aprile alle ore 15.30 si terrà in Sala Caminetto un convegno Intorno al Don Carlo con interventi di Mario Tesini dell’Università di Parma (La concezione del potere in Verdi e nel Don Carlo), di Anna Chiarloni dell’Università di Torino (Il linguaggio del cuore in Alfieri e in Schiller) e di Pier Paolo Portinaro dell’Università di Torino (Filippo e il Grande Inquisitore). Il convegno è organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Studi Politici.
La “prima” di Don Carlo, abbinata al turno A, avrà luogo giovedì 11 aprile alle ore 20, anziché mercoledì 10 aprile. Si pregano gli Abbonati del Regio di verificare sul sito del Teatro le date e gli orari abbinati al proprio Turno.
Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241/242 – e-mail: biglietteria@teatroregio.torino.it. Info – Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it.