Dopo il neorealismo di Grisù, Giuseppe e Maria e la periferia suburbana di Ben Hur, si rinnova il sodalizio artistico fra Nicola Pistoia e Paolo Triestino, considerate a pieno titolo una della “coppie” migliori del teatro italiano e l’autore Gianni Clementi.
Al Teatro Sala Umberto di Roma è in scena fino al 31 marzo, Fausto e gli Sciacalli, la nuova commedia di Clementi praticamente cucita addosso alla coppia Pistoia-Triestino (non solo protagonisti, ma anche co-registi dello spettacolo) che racconta una storia di sogni infranti e di riscatti. Siamo ancora una volta, ma senza la minima traccia di ripetitività da parte del brillante drammaturgo, nella zona della classica commedia all’italiana, terreno ideale di una moderna commedia suburbana dagli imprevedibili risvolti.
È nella periferia romana che si consuma stancamente e senza scossoni la vita di Fausto (il perfetto perdente Paolo Triestino), 50 anni, ex leader della band Fausto e gli Sciacalli (in perfetto stile Cugini di Campagna) che ha conosciuto una certa popolarità negli Anni Ottanta, grazie a una canzone di successo, Annalisa (scritta da Stefano D’Orazio e Roby Facchinetti). Fausto ha messo da parte i sogni e le speranze e adesso si arrangia facendo l’ambulante nei mercati rionali. Insieme a lui la moglie Ottavia (una sempre più disillusa Elisabetta De Vivo), stanca e rassegnata e un figlio 25enne un po’ menefreghista, cinico e sboccato di nome Elvis (Ariele Vincenti).
Ma se Fausto è riuscito a lasciarsi, e non troppo semplicemente, il passato alle spalle, lo stesso non può dirsi per il suo ex chitarrista, Gennaro (Ciro Scalera) suo vicino di casa, depresso e petulante sposato con la procace Angela (Sandra Caruso), veracissima napoletana, improbabile cantante neomelodica. A spezzare la deprimente routine quotidiana, torna però il passato che bussa alla porta che si ripresenta prepotentemente nelle vesti di Elmore (uno straordinario Nicola Pistoia), l’ex batterista del gruppo, inglese e molto disonesto che prospetta agli ex musicisti la possibilità di tornare sul palco… e fra rancori e recriminazioni, riaffiorano i problemi e le sorprese non si faranno attendere…
La commedia di Clementi getta ancora uno sguardo emblematico sulla periferia romana che non è certo così drammaticamente pasoliniana, ma è simbolo dell’Italia e della società moderna, raccontando con garbo dissacrante e sarcasmo il durissimo scontro fra sogni traditi e speranze disattese dinanzi all’amarissima realtà. Senza dimenticare gli inevitabili risvolti comici pur nella loro tragica drammaticità. Fausto e gli sciacalli diventa allora un viaggio metaforico fra le speranze e la vita di uomini e di donne comuni che hanno dovuto rinunciare ai sogni per lasciare spazio alla realtà dimenticando spesso di come riuscire a essere felici.
Un testo costruito stavolta non solo sulla straordinarie capacità della coppia Pistoia (nei panni di un tenero perdente)-Triestino (che incarna una sorta di Shel Shapiro, dall’irresistibile accento inglese con abiti da guru indiano) che creano delle maschere umane tremendamente vere, ma che si avvale anche di un maggior numero di personaggi per meglio connotare una storia sempre attuale di uomini alla disperata ricerca della felicità che devono fare i conti con la vita. Grande, e meritatissimo, successo di pubblico. Da non perdere. Tra l’altro a breve uscirà sugli schermi cinematografici il film Ben Hur, già presentato con successo in anteprima al Festival del Cinema di Roma, interpretato dagli stessi Triestino-Pistoia-De Vivo e tratto dalla fortunata commedia teatrale scritta da Gianni Clementi.