Michele La Ginestra e Michela Andreozzi sono gli apprezzati protagonisti di C’eravamo troppo amati, diventato nel corso degli anni un piccolo cult, in scena al Teatro De’ Servi della Capitale fino al 21 aprile. Attenzione a non confondere la pièce con la pellicola di Ettore Scola C’eravamo tanto amati (giocando su una certa omonimia delle parole): questa è una commedia francese scritta da Pierre Palmade e Muriel Robin che affronta con tocco leggero, ironico, ma assolutamente vero, le dinamiche di una coppia dopo la separazione non senza una plateale sorpresa finale. La commedia è una sorta di storia d’amore al contrario che comincia esattamente quando le altre si fermano: dopo il matrimonio non c’è il “e vissero felici e contenti”, ma potrebbe celarsi benissimo un divorzio. È quanto accade a Matteo ed Isabella, che dopo essere stati sposati per sei anni, arrivano irrimediabilmente al divorzio, a causa di una serie di posizioni del tutto inconciliabili. Segue tutto quello che accade in una separazione, dalla millimetrica divisione dei beni, al cambio di casa (ovviamente sarà lui ad andarsene), dalla rocambolesca comunicazione di divorzio ai genitori, fino all’incontro con i nuovi compagni e all’inevitabile gelosia… È chiaro che solo dopo la separazione ciascuno si rende conto quanto ami ancora l’altro, nonostante le eclatanti differenze. Lui è il tipico uomo, un po’ infantile, disordinato e distratto, lei è la classica donna un po’ prepotente con la mania del controllo, negata per la guida… unico punto di contatto dopo la separazione sarà la comune donna di servizio, Maria alla quale si rivolgono costantemente per carpire qualche informazione l’uno dell’altra e viceversa. Non serve molto a una scena essenziale, composta solo di pochi accessori utilizzati dagli attori come fossero giocattoli, ma d’altra parte C’eravamo troppo amati è una commedia squisitamente verbosa, nella migliore tradizione francese, così leggera e un po’ impertinente che ricorda quasi la semplicità perentoria e il realismo della Nouvelle Vague. Protagonisti assoluti di questo bel testo, con la regia molto vivace di Roberto Marafante che divide la storia in una sorta di brevi quadri, sono Michele La Ginestra e Michela Andreozzi, molto amati dal pubblico romano e che sanno alternare con intelligenza il cinema al teatro alla televisione. Interpretano con passione Matteo e Isabella e creano sul palco un’alchimia incredibile, bravissimi da soli o in coppia in scena, ora ironici, ora taglienti, ora innamorati, ora svagati, ora al vetriolo… impagabili anche quando si rivolgono agli altri personaggi fittizi della pièce visto che in scena ci sono solo loro, una coppia praticamente isolata dal mondo. La commedia resta in scena fino al 21 aprile.