A poco più di un anno dalla morte di Rudi Van Dantzig il Balletto Nazionale Olandese continua a celebrare il suo amato ex-direttore con “Romeo e Giulietta”, suo primo full lenght ballet. L’acclamato balletto fu creato nel 1967 su commissione di Sonia Gaskell, la prima direttrice artistica del Dutch National Ballet. Questa versione del grande classico seguiva di pochi anni i masterpieces di Cranko e Mcmillan; vicina a quella tradizionale, crea grande suspance grazie ad una struttura drammaturgica perfetta, che culmina nella tragica morte dei due protagonisti: Jurgita Dronina e Remi Wörtmeyer.
“Passionate and energic” viene definito Van Dantzig dal direttore artistico attuale della compagnia Ted Brandsen e allo stesso modo potremmo definire anche lo spettacolo, riflesso della sua personalità.
Remi Wörtmeyer, australiano e appena promosso principal, è un Romeo molto convincente e si scioglie durante il corso dello spettacolo, lasciandosi andare sempre più. Interpretazione fresca che sono sicura avrà uno sviluppo molto interessante, soprattutto tenendo in considerazione che si trattava del suo debutto in questo ruolo.
Jurgita Dronina, vincitrice di numerosi riconoscimenti internazionali, interpreta una Giulietta dolce, fluida, dal lavoro di piedi e basso gamba accurato. Si lascia andare in tutti i passi a due, come una foglia trasportata dal vento, in totale armonia con il partner . Attraversa il palco con dei bourrée che sembrano rappresentare la risata ingenua di una ragazza, facendo anche sorridere alcuni spettatori. Leggera e spontanea, giovanile nei gesti e sicura nella tecnica, sfoggia con grande naturalezza equilibri e un arabesque perfettamente quadrato, ormai diventato quasi una rarità sui palcoscenici. Padrona della scena conquista il pubblico, che la segue e soffre con lei fino all’ultimo fremito di disperazione.
Grande successo anche per Hilf Svavarsdottir nella parte della Balia: tipico esempio di come l’arte e l’esperienza possano rendere anche un ruolo di carattere molto rimarcabile. L’ucraino Anatole Babenko è un Mercuzio irriverente affiancato da Rink Sliphorst, nativo di Amsterdam, un Tebaldo rigido e austero, come si confà al ruolo. Perfette le scene delle spade, musicali, con qualche scivolata qua e là forse non sempre voluta, ma che li rende ancora più veri, coinvolgono il pubblico tanto da far muovere le teste degli spettatori, come a voler schivare l’arma del nemico.
L’Holland Symphonia Orchestra magistralmente diretta da Koen Kessels, sempre in sintonia con la coreografia e attenta alle esigenze dei ballerini, si lascerebbe ascoltare anche in forma di concerto. Le scenografie, opera di Toer van Schayk che lavorò spesso con Van Dantzig sia come ballerino che come designer, incorniciano il palcoscenico rendendolo una vera e propria opera d’arte. Un capolavoro che, appena si alza il sipario, fa sì che ci si senta immersi nella Verona del 1400, con bambini che giocano per le strade, danze folcloristiche scandite dal battito di mani di fronte ad imponenti palazzi dai tipici mattoncini rossi e l’immancabile processione della Madonna. Un ensemble di ottimo livello, quello del Dutch National Ballet, che si distingue in questa performance per l’energia frizzante e per gli atterraggi silenziosamente ammortizzati da un controllo perfetto. Questa qualità tecnica, raramente menzionata, dovrebbe essere tenuta più in considerazione da tutti i grandi corpi di ballo del mondo. Che ciò sia reso possibile anche dall’uso di scarpe da punta Gaynor Minden, utilizzate da gran parte delle ballerine della compagnia? Proprio riguardo alle magiche scarpette da punta , una curiosità: per tutti i fanatici del balletto negli intervalli è possibile acquistare nel foyer del Muziektheater delle scarpe da punta firmate dalle ballerine della compagnia .La particolarità è che più alto è il livello a cui appartengono le rispettive proprietarie e più aumenta il loro prezzo. Ad esempio se si acquista una scarpetta di una solista si pagherà 50 euro fino ad arrivare a 100 euro per quelle dipinte d’oro, utilizzate in occasioni speciali dalla prima ballerina. Il segreto di questa compagnia, il cui prestigio è notevolmente cresciuto negli ultimi anni, portandola a raggiungere i massimi livelli mondiali, non è solo lo standard altissimo dei componenti dell’ensemble, ma anche un marketing specializzato nel settore, al passo con i tempi e sempre attento agli interessi del pubblico. Ciò ha certamente facilitato l’ascesa di una compagnia, che in questa occasione si distingue più per l’incredibile standard dei singoli membri che per l’omogeneità del gruppo. Rare sono oggi le occasioni in cui si riesce a catturare l’attenzione delle persone, l’Het Nationale Ballet ci riesce, emozionando un teatro gremito per più di 3 ore.