La compagnia romana Rainbow’s Performance Company si misura ancora con uno dei grandi balletti del repertorio classico, Il lago dei cigni di Cajkovskji.
Quasi un anno dopo il debutto nazionale del 2012, la compagnia di danza ha riproposto al Teatro Eliseo di Roma (31 maggio e 1 giugno) una versione decisamente snella e semplificata del celebre balletto (un’ora e quaranta in due atti e quattro quadri ampiamente spiegati anche prima del prologo), adatta per tutti, i neofiti e semplici curiosi.
La versione di Oxana Malitskaia, coreografa regista dello spettacolo, nonché direttrice della compagnia, si è basata sulla rielaborazione delle celebri coreografie di Marius Petipa e Lev Ivanov rinnovate da alcune sue creazioni originali.
Idea portante del balletto è non solo il rispetto della tradizione, ma anche spunti e contaminazioni tratti direttamente dal film The Black Swan, di Darren Aronofsky e interpretato Natalie Portman, giù presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Nella sua semplicità (anche a livello di scenografia ricavata soprattutto con le luci), il balletto s’ispira soprattutto alla pellicola cinematografica citando un reale sdoppiamento di ruoli di Odette (il cigno bianco) e di Odile (il cigno nero, di cui viene palesemente ripreso anche il tipo di trucco e l’escamotage del costume). Il balletto vuole che sia sempre la stessa ballerina a interpretare il duplice ruolo di Odette-Odile, qui il cigno bianco e il cigno nero vengono interpretati da due distinte danzatrici.
Anima della compagnia di danza (vi spicca l’atletico il principe Siegfrid) è senza dubbio Oxana Malitskaia, ballerina, coreografa, regista e insegnante russa che ha voluto unire nel suo Lago l’espressività dello stile russo e la tecnica italiana.