Molto rumore per nulla. Tanta era l’attesa a Napoli per la prima mondiale de Lo Spopolatore di Samuel Beckett per la regia di Peter Brook, che ha aperto il Napoli Teatro Festival Italia tra polemiche e un po’ di delusione. Il regista applauditissimo al festival lo scorso anno con The suit non è riuscito a replicare il successo, forse la troppa ricerca dell’essenzialità ha spogliato del tutto la messa in scena negando al pubblico la minima emozione..
Lo spettacolo è tratto da un breve racconto di Samuel Beckett scritto nel ‘66 e tradotto in inglese nel ‘71 con il titolo “The lost ones” (I perduti). È la storia di un’umanità perduta, vagante in un cilindro gommoso. Il testo originale tradotto da Renato Oliva e adattato da Brook è stato portato in scena al Sannazaro dopo che il regista ha soggiornato a Napoli per circa un mese. In scena l’essenzialità è la parola d’ordine. Il palco è spoglio, un solo sgabello al centro e tre scale. Sta alla celebre attrice Miriam Goldschmidth e al percussionista Francesco Agnello cercare di riempire questo vuoto. Come? Leggendo in francese il testo di Beckett. Una lunga lettura del copione, quasi come una prova generale, in cui l’attrice cerca di dare i toni giusti narrando le sciagure dell’umanità persa in quel cilindro. Una storia narrata, una lettura, senza messa in scena, con pochi suoni e poca emozione. Il pubblico ha assistito un po’ deluso alla lunga lettura del testo, qualcuno dopo un po’ si è chiesto: “ma quando inizia lo spettacolo?”. Purtroppo è stata proprio questa la sensazione data dalla messa in scena fin troppo minimalista voluta da Brook: uno spettacolo che non parte, non decolla e si ferma ad una sterile lettura del testo.
Di Samuel Beckett
una ricerca teatrale di Peter Brook
collaborazione artistica Marie-Hélène Estienne
Luci Philippe Vialatte
con Miriam Goldschmidt
elementi scenici Arthur Franc
Suoni Francesco Agnello
Assistenti Hendrik Mannes, Janos Tedeschi
Tecnico Christophe Gorgé
Amministrazione Eric Bart, Aldo Miguel Grompone
sottotitoli basati sulla traduzione dal francese di Renato Oliva
Coproduzione Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Ruhrfestspiele Recklinghausen
con il sostegno di Centre International de Recherche Théâtrale, Nuovi Mecenati – Fondazione francoitaliana di sostegno alla creazione contemporanea
Si ringrazia
Maria Amodio, Michele Bifari, Daniela Guida, Enrico Quagliozzi, Marco Spina, Corrado Verini