Sabato 29 giugno, Casa del Jazz Festival presenta: REMEMBERING ISIO. Una serata in ricordo di Isio Saba, presentata da Marco Molendini che si svilupperà tra interventi musicali e racconti con le testimonianze di amici, musicisti, giornalisti, fotografi e colleghi.
Parteciperanno: Antonello Salis, Riccardo Lai, Sandro Satta, Don Moye, Eivind Aarset, Jan Bang, Francis Kuipers, Mimmo Locasciulli, Ray Gelato, Baba Sissoko, Henry Cook, Michele Rabbia, Javier Girotto, Marco Zurzolo, Paolo Di Sabatino, Glauco Di Sabatino, Francesco Nastro, Larry Franco, Giampaolo Ascolese, Ilario De Marinis, Ambrogio Sparagna, Mario Pio Mancini.
Isio Saba, fotografo e promoter di origine sarda (era nato a Ozieri 71 anni fa), vero pioniere nel campo del jazz in Italia, si è spento il 29 marzo scorso a Cosenza, in Calabria, dove da qualche anno aveva fissato la sua residenza e viveva con la moglie e il figlio. Da lì continuava a gestire e seguire le tournèe e le attività dei gruppi e dei musicisti a lui legati soprattutto da un profondo rapporto di stima e affetto, prima che professionale.
Trasferitosi in giovane età a Roma, dove ha risieduto per una vita a pochi passi da piazza Navona, è stato intimo di grandi jazzisti, da Don Cherry a Nanà Vasconcelos.
Ma è agli Art Ensemble of Chicago che è collegato il suo nome in virtù di una lunghissima frequentazione e amicizia. Saba è tra i soci fondatori del festival Jazz in Sardegna con Alberto Rodriguez ed è stato collaboratore dei più importanti festival sardi, da quello di Calagonone all’altro di Santa Anna Arresi . Profondo conoscitore del jazz americano e indimenticabile animatore di molte rassegne in tutta Italia.
Alla fine della cena, come in un rituale, tutti i componenti dell’Arkestra di Sun Ra seduti attorno al tavolo impugnavano le posate, iniziavano a ritmare coi pugni sul tavolo e intonavano in coro: “I-sio pay! I-sio pay!”. E col suo sorrisetto ironico, inevitabilmente, Isio saldava il conto, nella generale ilarità.
Basterebbe questo piccolo episodio per capire che la generosità di Isio Saba non aveva una reputazione solo mondiale, ma interplanetaria, galattica!
Generosità, condivisione e autoironia sono ingredienti fondamentali nel mondo del jazz: Isio ne disponeva in abbondanza, sia che il jazz lo fotografasse, lo organizzasse o ne scrivesse. Ma l’altra spezia che ci serve per completare l’inquadramento del personaggio, e del mondo cui apparteneva, era la passione.
La comunità culturale della Roma in cui arrivò dalla Sardegna negli anni Settanta era molto mista, negli interessi e nella provenienza, ne facevano parte intellettuali e musicisti, fotografi e registi, giornalisti e coreografi, “cani sciolti”… La cosa migliore da fare gli parve stare dentro al processo creativo più marginale, radicale e innovativo che ci fosse in circolazione, e soprattutto il più aperto e permeabile: quello del jazz. Che è una cultura ad alto contenuto affettivo, e se c’è una fortuna che Isio ha avuto è quella di essere sempre benvoluto da tutti. Facendosi un punto d’onore, come si usa nel jazz, di esprimere la sua personalità e le sue origini così com’erano, avventurandosi perfino a convincere gli americani che un formaggio pieno di vermi era in realtà una leccornia, e che un bicchiere di vino a 15 gradi era un aperitivo preferibile al martini cocktail (per inciso, avendo ragione in ambedue i casi)…
In memoria di questo grande protagonista del jazz, insostituibile come tutti i pezzi unici, alcuni amici hanno deciso di dedicare una serata, che si terrà alla Casa del Jazz il 29 giugno. Non gli sarebbero piaciute lacrime e mugugni, ma una festa per un amico lontano sì, ci avrebbe partecipato molto volentieri. Il suo ultimo invito: “I-sio pay! I-sio pay!” (ricordo di Filippo Bianchi)
Ingresso libero
Casa del Jazz
Viale di Porta Ardeatina, 55 – Roma
Info: 06/704731
www.casajazz.it