E’ in pieno fermento l’organizzazione della IX edizione del Festival dei Teatri d’arte mediterranei in programma a Formia dal 30 agosto all’1 settembre.
Organizzato e promosso dal TEATRO BERTOLT BRECHT e da TEATRI D’ARTE MEDITERRANEI, l’evento vanta la fattiva e attiva collaborazione con il TEATRO DELL’ACQUARIO DI COSENZA e il patrocinio del PARCO REGIONALE DI GIANOLA e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Formia.
Il festival è nato nel 2005 con un drastico ridimensionamento in questi ultimi cinque anni dovuto più alla cecità dei governanti che alla crisi economica, troppo spesso usata come un alibi per tagliare ciò che è scomodo piuttosto che ciò che è superfluo.
Continua a vivere e a riconfermarsi grazie alla volontà degli organizzatori, degli artisti e degli spettatori , di non far perdere alla città di Formia e a tutto il territorio, un appuntamento di prestigio, che coinvolge compagnie nazionali e internazionali, che crea confronto con gli artisti professionisti del territorio, che prova a resistere nonostante tutto, che cerca di affermare la necessità di un teatro di qualità, di professione, artigiana e moderna, di tradizione e di ricerca e soprattutto che lasci nella nostra la città, nel territorio, tra la sua gente quell’incanto che solo i poeti , gli artisti, i teatranti sanno donare.
Il festival, alla sua nona edizione, è dedicato quest’anno al rapporto tra musica e teatro, ai classici, ai sogni, all’alba, al tramonto, al cibo. Nello snodarsi del programma si potranno rintracciare le varie passioni. Letture, spettacoli, serenate, concerti,incontri, un ricco calendario che coinvolgerà i luoghi più preziosi e anche quelli più degradati della città.
Dalle incantevoli suggestioni delle letture mattutine delle tragedie greche di Sofocle presso le rovine della villa di Mamurra, nello splendido PARCO REGIONALE DI GIANOLA, alle riflessioni di Roberto Saviano, presso l’ex discoteca SEVEN UP, luogo degradato e simbolo, per lungo tempo del potere delle cosche nel nostro territorio, alla passione politica delle Lettere dal Carcere di Antonio Gramsci che nella ex clinica Cusumano soggiornò nell’ultimo anno di, ai brani tratti dalla biografia e dalle opere di Franca Rame presso l’ex lavatoio delle donne di Mola, quartiere storico di Formia e luogo lasciato in un degrado inaccettabile.
Ed ancora improvvise incursioni nella città di artisti e musicisti che dedicheranno serenate agli artigiani, ai pescatori ed alle casalinghe che affolleranno i mercati rionali della città. Il tutto ogni sera si chiuderà con la degustazione delle freselle del forno di Rosalia.
Due mostre di artisti nostrani, inoltre, accompagneranno il pubblico in un viaggio nel tempo: Andrea Colaianni con le sue sculture e le sue istallazioni costruirà panorami dal tramonto del sole al tramonto lunare e Andrea De Meo con le sue straordinarie foto riporterà in vita la piazza degli anni ’70, tra volti, ritratti di una Formia troppo presto dimenticata.
In programma due seminari per giovani attori: uno tenuto dall’attore Mario Barzaghi maestro di un teatro fisico e rigoroso, indispensabile per una formazione di qualità, l’altro dedicato all’uso di un attrezzo acrobatico ed al tempo stesso espressivo, i trampoli, tenuto dagli attori del Brecht.
Tanta musica in questa edizione del festival: tanti concerti che con sonorità e stili differenti proveranno a raccontare questo nostro meraviglioso Mediterraneo. Tradizione ed innovazione con sperimentazioni drammaturgiche tutte da esplorare.
Non mancherà un momento civile ed istituzionale: una tavola rotonda di incontro e riflessione sui temi della necessità di politiche culturali efficaci e senza alibi, che sappiano affermare la centralità della cultura come necessità del vivere sociale .
“Un Festival è occasione e spazio ideale, per raccontare i luoghi della città e del territorio, non solo vetrina artificiale e artificiosa o palcoscenico per l’ultima star televisiva, non solo prodotto da vendere al turista di passaggio, ma racconto autentico, con le parole, i gesti, i suoni, degli artisti, dei poeti, degli attori e dei teatranti che narrano e narrando riportano in vita quel senso di comunità che, a noi sembra, si stia a poco a poco smarrendo”, afferma il direttore artistico Maurizio Stammati.