Letture da “Il Semplice, almanacco delle prose” con Daniele Benati, Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati, Ugo Cornia, Ivan Levrini, Paolo Nori e Jean Talon
Musiche di Vincenzo Vasi e Valeria Sturba
Introduzione di Lella Costa,madrina di Ad Alta Voce, con Debora Mancini
Va bene. Se ti piace che lasci qualcosa di positivo nell’orecchio degli ascoltatori-lettori, per concludere dirò questo: la cosa che apprezzo di più è l’allegria. L’allegria è un tipo di esuberanza che può mescolarsi al dolore, alla disperazione, alla cupezza, anche al pensiero della morte. I clown da circo filmati da Fellini mostrano che l’allegria nella sua forma matura va a braccetto con la malinconia più schietta. L’allegria è un moto espansivo che abolisce la grigia indifferenza del mondo, e pochi fenomeni mostrano in modo così evidente la tendenza dell’individuo umano a proiettarsi fuori di sé. In altre parole: l’allegria è un modo essenziale dell’andare fuori di sé verso l’esteriorità di tutto ciò che non siamo: le cose, i sassi, gli alberi, le bestie, gli spiriti dell’aria e il buio che è dentro il nostro corpo. Gianni Celati, Conversazioni del vento volatore, Macerata, Quodlibet, 2011, pag. 106
Dopo il “momento primavera” che ha visto protagonista, in particolare, il racconto del lungo e complicato lavoro di traduzione dell’Ulisse di James Joyce, e il “momento estate” che ha presentato a Sotto le stelle del Cinemain Piazza Maggiore, a cura della Fondazione Cineteca di Bologna, i quattro film documentari realizzati da Gianni Celati tra il 1991 e il 2010, prende avvio in ottobre l’ultima parte del programma, il “momento autunno” del progetto, che sarà principalmente dedicato alle affinità elettive o, meglio, ai “compagni d’avventura e d’amicizia dell’autore”, scrittori e intellettuali amici di Celati e i suoi giovani fan.
Il primo appuntamento è il 5 ottobre in occasione di Ad Alta Voce a Bologna, iniziativa a cura di Coop Adriatica che per il tredicesimo anno consecutivo, coniuga la cultura con la solidarietà.
A partire dalle ore 18 si alterneranno sul palco del Teatro Duse scrittori e autori vicini a Gianni Celati – Daniele Benati, Ermanno Cavazzoni, Ugo Cornia, Ivan Levrini, Paolo Nori e Jean Talon – in una serata dal titolo Narrazioni delle riserve che propone letture da “Il Semplice, almanacco delle prose”, da Narratori delle riserve e da altri libri. L’accompagnamento musicale sarà a cura di Vincenzo Vasi e Valeria Sturba. L’appuntamento sarà introdotto da Lella Costa, madrina della giornata di Ad Alta Voce a Bologna, e Debora Mancini.
Narratori delle riserve era una rubrica domenicale di racconti curata da Gianni Celati, pubblicata su il manifesto tra il 1988 e il 1990 poi come libro presso Feltrinelli. Proponeva testi di autori poco noti e alle prime armi, di autori occasionali e di autori più noti. In un’intervista rilasciata a Severino Cesari su il manifesto, Celati spiegava: “Riserve vuol dire qualcosa che non vien subito utilizzato e sprecato. Al contrario l’attualità consiste nell’utilizzazione immediata di tutto, nel far scoppiare ogni evento nel baccano così che non resta niente dietro di noi. Non c’è più continuità tra passato e presente, non c’è alcuna riserva. La memoria è ciò che abbiamo protetto in una riserva di silenzio e di cui abbiamo reminescenza”. (tratto dalla copertina della prima edizione di Narratori delle riserve a cura di Gianni Celati, Milano, Feltrinelli, 1992). “Il semplice” era un “almanacco delle prose” fondato nel 1995 e pubblicato per soli 6 numeri, fino al 1997. Nasce da un progetto chiamato “Viva voce” che si è realizzato con letture pubbliche, incontri e riflessioni a Modena presso la Fondazione Collegio San Carlo, a partire dal 1992. Tutti i numeri erano aperti da un anonimo “Catalogo delle prose secondo la specie”, assai poco sistematico e con spunti comici. La rivista era stampata da Feltrinelli con in copertina delle riproduzioni di antiche illustrazioni di vegetali (da Wikipedia).
Ingresso gratuito.