5 – 10 novembre 2013
Sala AcomeA
TOTO E VICÉ
di Franco Scaldati
regia ed interpretazione di Enzo Vetrano e Stefano Randisi
disegno luci di Maurizio Viani
costumi Mela Dell’Erba
Produzione Teatro degli Incamminati Diablogues / Compagnia Vetrano-Randisi
Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno all’attivo una trentennale collaborazione sul palcoscenico, nella scrittura e nella guida degli attori. La complementarietà, la dialettica, il confronto, sono la forma che hanno scelto per esprimere la loro poetica, che vive quindi in una doppia identità, sovrapponibile e contraria.
In questa direzione hanno creato diversi spettacoli con due personaggi in scena che sono uno lo specchio dell’altro: diversi anni fa sono stati Uno e Due in Diablogues e poi Milton e Camoens in Beethoven nei campi di barbabietole, due testi di Roland Dubillard, e prima ancora erano stati Calvato e Capillato, in una loro riscrittura del De Rerum Natura.
Da qualche tempo si sono incontrati con Totò e Vicé, poetici clochard nati dalla fantasia di Franco Scaldati, poeta, attore e drammaturgo palermitano, e nelle loro parole, nei loro gesti, nei loro pensieri, nei loro giochi si sono subito ritrovati, traducendo e reinterpretando i loro dialoghi fantastici e le loro domande surreali.
Totò e Vicé sono legati da un’amicizia reciproca assoluta e vivono di frammenti di sogni che li fanno stare in bilico tra la natura e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due, per essere.
PREZZO
INTERO €32; OVER60/UNDER25 €16;CONVENZIONI €22,50
ORARI
mart – giov – ven – sab h.20.30; merc h.19.45;dom h.15.45 *lunedì riposo
BIGLIETTERIA
02 59995206
5 novembre 2013
Sala Grande
Fabrizio Gifuni
Lezione/spettacolo
GADDA E IL TEATRO, UN ATTO SACRALE DI CONOSCENZA
di e con Fabrizio Gifuni
da Carlo Emilio Gadda
“Gadda e il teatro…” è una ‘lezione-spettacolo’in cui Fabrizio Gifuni, alternando letture a momenti performativi, interpreta alcune tra le pagine più belle del “Gran Lombardo” , scoprendo i fili che lo legano a questo autore.
Dai primi folgoranti racconti giovanili (Teatro e L’incendio di Via Keplero) ai capolavori assoluti (Il Pasticciaccio e La Cognizione del dolore), passando per i Diari di guerra e l’esilarante referto sulla psicopatologia erotica del ventennale flagello fascista (Eros e Priapo): un corpo a corpo con la lingua più sconvolgente del Novecento italiano, per restituire al pubblico il significato di una passione.
Questa lezione/spettacolo è il risultato di un un vasto e approfondito studio ricerca che Fabrizio Gifuni, ospite spesso presente e gradito del Teatro Franco Parenti, sta conducendo da oltre dieci anni sull’opera di Carlo Emilio Gadda.
Dallo spettacolo “L’Ingegner Gadda va alla guerra (Premio Ubu 2010 come miglior spettacolo dell’anno) o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro” – seconda tappa del progetto “Gadda e Pasolini, antibiografia di una nazione”) – fino alla recente lettura integrale di “Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana”.
PREZZO
INTERO €32;OVER60/UNDER25 €16;CONVENZIONI €22,50 *spettacolo fuori abbonamento
ORARI
h.20.45
BIGLIETTERIA
0259995206
6 – 17 novembre 2013
Sala Grande
IL VISITATORE
di Éric–Emmanuel Schmitt
Con Alessandro Haber – Alessio Boni
Francesco Bonomo
Nicoletta Robello Bracciforti
Musiche Arturo Annecchino
Scene Carlo De Marino
Costumi Sandra Cardini
regia Valerio Binasco
Produzione Goldenart
Aprile 1938. L’ Austria è stata da poco annessa di forza al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggstrasse 19, celeberrimo indirizzo dello studio di Freud (Alessandro Haber), il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo (Francesco Bonomo). Ma l’angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta infatti un inaspettato visitatore (Alessio Boni) che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il grande indagatore dell’inconscio è insieme infastidito e incuriosito. Chi è quell’importuno? Cosa vuole? È presto chiaro che quel curioso individuo non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Chi è dunque? Stupefatto, Freud si rende conto fin dai primi scambi di battute di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l’esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud, e che costituisce il grosso della pièce, è ciò che di più commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare: Freud ci crede e non ci crede; Dio, del resto, non è disposto a dare dimostrazioni di se stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo, la sanguinaria tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?
PREZZO
INTERO €32; OVER60/UNDER25 €16;CONVENZIONI €22,50
ORARI
mart – giov – ven – sab h.20.45; merc h. 19.30; dom h. 15.30*lunedì riposo
BIGLIETTERIA
02 59995206+
NOTE di REGIA di Valerio Binasco
Da molto tempo la drammaturgia contemporanea ci ha abituati a pensare che le parole non servono più a niente. Che l’umanità è immersa in un buio silenzioso e che nessun dialogo è più capace di ‘dire’ veramente qualcosa. Per strano che possa sembrare, il Teatro per lungo tempo si è fatto ‘portavoce’ di quel silenzio e lo ha trasformato in poesia, grazie a grandi commedie classificate dell’ ‘incomunicabilità’. Autori come Schmitt, invece, sono andati fieramente in tutt’altra direzione. Hanno continuato coraggiosamente a testimoniare una cieca fiducia nelle parole e una specie di devozione per l’umana dote del dialogo.
In questa commedia, come accadeva nel teatro di tanto tempo fa, le parole sono importanti e l’autore sembra coltivare la speranza che quando gli uomini si incontrano e si parlano possono, forse, cambiare il mondo. C’è una fiducia buona, dentro questa scrittura. C’è un grande ‘Sì’, così come nella drammaturgia contemporanea, di solito, c’è un grande ‘ No’. Questo ‘Sì’ è la prima cosa che mi ha colpito del ‘ Visitatore’.
È un testo coraggioso, che non ha timore di riportare in Teatro temi di discussione importanti come la Religione, la Storia, il Senso della Vita… Schmitt affronta questi temi in modo diretto, con l’innocenza di una ‘sit com’, quasi. Eliminando qualsiasi enfasi filosofica, i suoi personaggi riescono ad arrivare dritti al cuore di problemi enormi e a portare con molta dolcezza, in questo viaggio, anche gli spettatori.
Il protagonista di questo viaggio è Sigmund Freud; lo vediamo vecchio, stanco, malato. È arrivato al capolinea della vita. Per le strade della sua adorata Vienna marciano i Nazisti e lui si prepara ad andare in esilio perché ebreo. E’ un uomo che si scopre disperato, dopo aver lottato tutta la vita contro la disperazione degli altri uomini.
Questo povero vecchio che, sebbene sia Freud, ci sembra in vero un povero vecchio qualsiasi e ci ispira una tenera pietà, riceve la visita di un inquietante signore: è un pazzo che dice di essere Dio in persona? O è Dio, che gioca a sembrare un pazzo? Oppure il mondo è in mano a un Dio che non è niente di più e niente di meno di un povero pazzo? E ancora: il Male, che qui è interpretato da uno dei suoi migliori rappresentanti (il Nazismo), è opera di questo visitatore che dice di essere Dio o è opera dell’Uomo? Eccetera eccetera. Ecco le domande cruciali, i dubbi sanguinosi che animano questa strana commedia. Si potrebbe pensare, a questo punto, che l’autore ci abbia regalato uno dei tanti inutili e tediosi drammi filosofici; ma non è così. Ci ha regalato invece una commedia brillante, che con eleganza conduce spesso al sorriso o al riso; che offre spunti di pensiero e di commozione con sorprendente leggerezza.
La casa di Freud è una casa qualsiasi, assediata dal buio e dalla follia del mondo. Quasi quasi, sembra casa nostra. Tutto si svolge in una triste notte di tanti anni fa, ma potrebbe essere, quasi quasi, anche stanotte. Niente è quel che sembra, questa notte: i canti nazisti a volte sembrano quasi belli, Dio sembra un matto qualunque e perfino Sigmund Freud sembra disperatamente ingenuo, come ciascuno di noi.
Il Visitatore’ è una rara commedia per attori, a patto che siano attori capaci di sprofondare totalmente nell’umanità fragile dei loro personaggi e capaci di evitare le insidie della retorica. Anche Dio, qui, è in fondo un “povero Diavolo”; e le domande vertiginose che questa commedia ci pone, sono da lasciare tutte, umilmente, senza risposta; tranne una, forse… Una risposta importante, a ben vedere, c’è, ed è questa: ‘ Sì ’. La domanda, però, dovrete farvela da soli.
Buon divertimento, Valerio Binasco
6 – 22 novembre 2013
Sala 3
MARILYN MON…AMOUR
testo di Cinzia Spanò
con Silvia Giulia Mendola
danzatrici Lara Guidetti / Elena Rolla
regia di Chiara Petruzzelli e Silvia Giulia Mendola
produzione Teatro Franco Parenti in collaborazione con Associazione Pianoinbilico
Se cʼè un merito che più degli altri deve essere riconosciuto allo spettacolo è proprio quello di non aver intrappolato la più grande icona cinematografica di tutti i tempi in ovvi stereotipi.
La drammaturgia di Cinzia Spanò, dà semplicemente voce a Marilyn, anzi a tante Marilyn.
Accanto a lei, solo la figura di una ragazza che ricorda tanto la piccola Norma Jean
Ma questa presenza discreta e silenziosa, che si esprime unicamente attraverso le bellissime coreografie, basta per trascinare Marilyn in un confronto feroce che le farà ripercorrere tutta la propria vita.
Ogni emozione provata da Marilyn è gettata in faccia agli spettatori spaesati, increduli davanti alle mille personalità della diva.
Gli amori impossibili, la solitudine, i rapporti superficiali , i sogni, la paura di non farcela, il desiderio di stabilità, un rapporto difficile con la propria madre..quanti di noi possono riconoscersi in questi aspetti dell’esistenza?
Siamo andate alla ricerca di quei frammenti della vita di Marilyn – attraverso le biografie, i suoi scritti, le foto, le interviste – che più parlavano di noi, di noi donne di oggi.
Festeggiare un compleanno – ispirate da quello di Mr. President – la data che si avvicina, il tempo che passa è la situazione che ci permette di raccontare una parte intima e nascosta della vita di qualunque donna.
Chiara Petruzzelli – Silvia Giulia Mendola
PREZZO
INTERO €25;OVER60/UNDER25 €12.50;CONVENZIONI €17.50
ORARI
mart – giov – ven – sab h.21.00;merc h. 20.00;dom h. 16.00 *lunedì riposo
BIGLIETTERIA
0259995206
GIOELE DIX
Sala Café Rouge
GIOVEDIX LETTERARI
A partire da novembre 2013, in un doppio appuntamento settimanale (il giovedì alle 18.30 e alle 22.30), Gioele Dix propone un percorso attraverso le pagine più amate di alcuni grandi autori italiani del Novecento, leggendo, commentando e stimolando curosità, riflessioni, connessioni. Un invito a condividere le proprie passioni letterarie nel clima intimo e raccolto della sala Cafè Rouge.
“Sono letterariamente onnivoro, mi nutro di romanzi, ma anche di saggi, mi piacciono le commedie e i drammi storici, amo i racconti brevi, le raccolte di poesie e gli epistolari. Ogni volta che trovo sulla mia strada un libro importante, il mio primo desiderio è rileggerlo, il secondo è condividerlo con le persone a cui tengo.”
Gioele Dix
Giovedì 7 novembre
Ti con zerodi Italo Calvino
Giovedì 14 novembre
L’ultimo Natale di guerra diPrimo Levi
Giovedì 21 novembre
Centuriadi Giorgio Manganelli
Giovedì 23 gennaio
Manuale di conversazionedi Achille Campanile
Giovedì 30 gennaio
Il colombre e altri raccontidi Dino Buzzati
ORARI
doppia replica per tutte le date:h. 18.30; h. 22.30
PREZZO
8/6 € alle 18.30; 15/12,5 €. alle 22.30
BIGLIETTERIA
0259995206
Francesco Malcangio
Ufficio Stampa e Social Media
Teatro Franco Parenti
Via Vasari,15
20135 – Milano
tel. 02 59 99 52 17
cel. 346 417 91 36 – 339 23 26 159