di Leonardo Sciascia
con SEBASTIANO SOMMA, DANIELA POGGI
adattamento di Gaetano Aronica
con Gaetano Aronica
scene e costumi Antonia Petrocelli
musiche Fabio Lombardi
regia Fabrizio Catalano
La nuova stagione 2013 /14 del Teatro Parioli Peppino De Filippo si apre dal 7 al 17 novembre con, “A ciascuno il suo” di Leonardo Sciascia,adattamento di Gaetano Aronica, regia Fabrizio Catalano con Sebastiano Somma, Daniela Poggi, Gaetano Aronica e Giacinto Ferro. Il percorso iniziato con “Il giorno della civetta” continua e si approfondisce con A ciascuno il suo. In scena accanto a Sebastiano Somma(Paolo Laurana), Daniela Poggi(Luisa) e a Gaetano Aronica(Don Pasquale), Maurizio Nicolosi (Postino), Alessio Caruso (Avv. Rosello), Roberto Negri (On. Abello), Ivan Giambirtone (On Testaquadra), Vittoria Faro (Lisetta), Fabrizio Catalano (Farmascista Manno) e con Giacinto Ferro (Prof. Roscio). La regia è di Fabrizio Catalano le scene e i costumi sono di Antonia Petrocelli, le musiche sono di Fabio Lombardi e l’adattamento di Gaetano Aronica.
L’ipocrisia è la legge non scritta, eppure trionfante, che domina la società in cui viviamo così coem quella che Leonardo Sciascia ci ha raccontato in A ciascuno il suo. L’Italia, che nell’immediato dopoguerra sembrava non solo poter ridiventare la fucina di idee che era stata nel Rinascimento, ma anche una nazione governata da gente equa e volenterosa, è, nel giro di pochi anni, e irrimediabilmente fino ad oggi, precipitata in un gorgo di corruzione e di ignavia. La nostra società è divenuta sempre più fatua, vacua, omologata, priva di valori. I cittadini italiani, in questo scorcio di millennio, dovrebbero imparare a recuperare la capacità d’indignarsi, di disprezzare tutto ciò che è inutile e ingiusto; e conseguentemente – in nome di una ritrovata coscienza civica – a ribellarsi. Invece tutto langue, tutto è in mano a personaggi senza carisma e senza morale: la politica, la legge, la cultura; e anche il cinema e il teatro. Il teatro non può continuare ad isolarsi dal contesto circostante, ad avvoltolarsi, ad avvizzire, ignorando i profondi mutamenti in atto nella nostra società. Il teatro è vita! Il teatro deve avere un cuore. E come un cuore, infatti, pulsa la scena di A ciascuno il suo: ambienti borghesi, addirittura opulenti, d’un’eleganza barocca, intrisa di simboli cattolici, su cui svettano delle creature misteriose: i mostri di Villa Palagonia, a pochi chilometri da Palermo. Qualcosa di sinistro sta per accadere, all’inizio della nostra storia; qualcosa di losco si prepara, nel circolo della caccia. Alcuni dei personaggi sanno esattamente cosa accadrà, altri ne hanno soltanto sentore. Tutta sono pronti a tacere, a fingere, a dissimularsi. Ma al circolo della caccia arriva un intruso: il professor Laurana . Laurana è diverso dagli altri, ma non è un eroe: è soltanto un uomo che non conosce le regole del gioco. Un gioco in cui tutti, in qualche modo, sono colpevoli: quasi come nell’Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, ma in maniera più sottile e sordida; e dove ognuno ha una sua sostanziale responsabilità: per aver commesso il delitto, per averlo commissionato, per averne tratto dei vantaggi o per aver – meschinamente – finto di non vedere. Tutto è intrinsecamente siciliano e al tempo stesso universale, tutti fanno parte di questo gioco febbrile e disgustoso: il gioco in cui ci si spartisce il potere. Ancora una volta, infatti, la Sicilia si fa metafora del mondo: ovunque la ragione dorme da tempo un sonno senza sogni. Ma è giunta l’ora che la ragione si risvegli. In ognuno di noi! (Fabrizio Catalano)
NOTE AL TESTO
Unicuique suum. Il percorso iniziato con lo spettacolo “Il giorno della civetta” sempre prodotto da Gino Caudai, continua con A ciascuno il suo. Una versione teatrale ancora una volta “fedelmente infedele” al romanzo, nel tentativo di far riemergere il magma delle sue pericolose intuizioni.
Qui non si parla di mafia, essa è già integrata nel tessuto sociale ed economico, acquisita nei rapporti umani.
La società descritta da Leonardo Sciascia in “A ciascuno il suo” somiglia molto, troppo a quella di oggi e molte delle sue domande non hanno trovato risposta. L’autore approfondirà alcuni dei temi accennati in successivi romanzi: Il contesto,
Todo modo, Candido e soprattutto nella raccolta di scritti del 1979, Nero su nero, fonte di ispirazione per questa drammaturgia. A ciascuno il suo si può leggere in tanti modi. Ed è anche un giallo; sulla autenticità della letteratura e l’impostura della realtà. Tutta la storia è costruita sul meccanismo della suspence. La chiave dell’enigma è riposta nel mistero della scrittura, veicolo di morte ma anche strumento di conoscenza, consapevolezza, verità. Una verità che ci fa sorridere della deformità con spavento, come davanti a uno specchio. Non c’è una sola figura positiva nella vicenda. I personaggi sono talmente compenetrati nei loro ruoli da non riuscire ad immaginare un altro mondo possibile. Non sono nemmeno
sfiorati dall’idea del cambiamento. Tutto si compie con un’ambiguità spaventosa. Nascondono, ingannano, rimuovono al punto da considerarsi estranei alle azioni fatte, come se non li riguardassero, come se non avessero coscienza del male. Vivono nell’impostura come se non dovessero mai morire o come se la morte, a un certo punto, non fosse altro che una formalità. Gaetano Aronica
In scena accanto a Sebastiano Somma, Daniela Poggi e a Gaetano Aronica, Maurizio Nicolosi (Postino), Alessio Caruso (Avv. Rosello), Roberto Negri (On. Abello), Ivan Giambirtone (On Testaquadra), Vittoria Faro (Lisetta), Fabrizio Catalano (Farmascista Manno) e con Giacinto Ferro (Prof. Roscio). La regia è di Fabrizio Catalano le scene e i costumi sono di Antonia Petrocelli, le musiche sono di Fabio Lombardi e l’adattamento di Gaetano Aronica.
Mercoledì 6 novembre alle ore 21,00 si inaugura la stagione teatrale del Teatro Parioli Peppino De Filippo con una serata ad inviti , con lo spettacolo “A ciascuno il suo” di Leonardo Sciascia, per la regia di Fabrizio Catalano, con Sebastiano Somma, Daniela Poggi e Gaetano Aronica.
Teatro Parioli Peppino De Filippo
Via Giosuè Borsi 20, 00197 – Roma
Tel . 06 8073040
www.teatropariolipeppinodefilippo.it
lo spettacolo sarà in scena dal giovedì alla domenica dal 7 al 17 novembre 2013 – da giovedì a sabato ore 21,00 – domenica (ore 17,00) Prezzi platea 25,00 euro Galleria 20,00 euro