Il Teatro delle Donne è un centro di produzione drammaturgica contemporanea all’avanguardia. In ventidue anni di attività, in linea con le analoghe iniziative europee, ha messo in piedi il Centro Nazionale di Drammaturgia, ha raccolto in un archivio e catalogato più di930 testi di autrici italiane di teatro, ha diffuso testi originali, ha collaborato con le maggiori autrici e autori nazionali, ha dato vita ad un’ampia attività di formazione e produzione teatrale.
Dopo aver diretto vari teatri in Toscana, gestisce dal 2002 il Teatro Manzoni di Calenzano, una delle sale più vivaci dell’area metropolitana fiorentina.
La programmazione dà centralità alla funzione civile del teatro, alla pluralità dei linguaggi e al valore delle differenze, attraverso i testi che mette in scena ricerca sempre un punto di vista femminile, uno spaccato di società in cui le donne siano protagoniste.
L’autore e regista residente STEFANO MASSINI è uno degli autori della sua generazione più conosciuti e tradotti al mondo, i suoi testi vanno regolarmente in scena a Parigi, Berlino, New York. Sotto la sua direzione la Calenzano Teatro FormAzione in pochi anni si è saputa imporre come una delle più solide istituzioni toscane per la didattica del teatro.
La REGIONE TOSCANA riconosce quest’anno il Teatro delle Donne come una delle più qualificate residenze creative del suo territorio. C’è evidentemente una sorta di sinergia fra aree metropolitane in rapida espansione ed evoluzione, come è quella di Calenzano, ed espressioni artistiche votate alla contemporaneità e all’innovazione del linguaggio teatrale, uno scambio creativo e costruttivo che si traduce in crescita culturale e sociale.
Per questo il Teatro delle Donne, dopo undici anni di gestione del Teatro Manzoni, può considerare stabile la propria attività nei fatti e vantare fantastici risultati per questo piccolo grande teatro.
Ed ecco in arrivo una stagione stimolante e vivace, ricca di presenze giovani, di talenti affermati, di spunti di riflessione.
Nomi conosciuti come quelli di ISABELLA RAGONESE, LAURA CURINO, AMANDA SANDRELLI, CESAR BRIE, nomi di artiste ormai affermate come ARIANNA SCOMMEGNA, VERONICA CRUCIANI, ANNA DORA DORNO, JULIE ANN ANZILOTTI, insignite di prestigiosi premi per il loro lavoro di registe e interpreti. Autori dalla scrittura intrigante come STEFANO MASSINI, e GIANFRANCO BERARDI e autrici originali come LAURA SICIGNANO, ILARIA MAVILLA, RENATA CIARAVINO. Una donna è anche la vincitrice del Premio Avamposti d’Autore 2013 che presenta il suo testo fresco di scrittura.
Importanti le tematiche legate alla crisi e alle sue conseguenze, alla mancanza di speranza e di occupazione, alle difficoltà del lavoro, all’integralismo religioso e alla incomunicabilità fra religioni, alle diversità di genere e generazionali, al ventesimo anniversario dall’omicidio di Ilaria Alpi, alla vicenda considerata da sempre lo spunto principale per la festa dell’8 marzo, l’incendio della fabbrica Triangle Waistshirt Company aNew York nel marzo 1911.
Molte le novità assolute, le esclusive regionali, le prime nazionali, i testi che hanno vinto premi importanti. Un omaggio ad un pubblico affezionato, con cui proseguire il nostro viaggio alla ricerca di territori ancora da esplorare e di nuove cause a cui appassionarsi, FUORI DALLE SOLITE ROTTE.
INAUGURAZIONE STAGIONE
sabato 7 dicembre ore 21.15
COMPAGNIA BERARDI CASOLARI
IN FONDO AGLI OCCHI
di e con Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari
regia César Brie
In fondo agli occhi è uno spettacolo di nuova drammaturgia che affronta le tematiche della crisi e della malattia da questa prodotta e derivata. L’indagine parte e si sviluppa da due differenti punti di vista: uno reale, in cui la cecità, malattia fisica, diventa filtro speciale attraverso cui analizzare il contemporaneo, e l’altro metaforico, in cui la cecità è la condizione di un intero Paese rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita. Chi è più cieco di chi vive, senza avere un sogno, una prospettiva davanti a sé, di chi essendone consapevole, non può far altro che cedere alla disperazione?
In scena una barista, Italia, donna delusa e abbandonata dal suo uomo, e Tiresia, suo socio ed amante, non vedente, raccontano la propria storia, i propri sogni mancati, le proprie debolezze e le proprie speranze in un bar, metafora di un paese dove: ”…non è rimasto più nessuno…perché ci vuole talento anche per essere mediocri…”
venerdì 20 dicembre ore 21.15
COMPAGNIA XE
JUDITH E L’ANGELO
coreografia di Julie Ann Anzilotti
con Paola Bedoni e Giulia Ciani
PREMIO I TEATRI DEL SACRO 2011
TEATRO DANZA
Lo spettacolo è il racconto danzato di un percorso interiore: Judith, una ragazza di oggi, vive momenti di disperata solitudine, un senso di vuoto e di vacuità che non riesce più a tamponare: ha bisogno di verità e si arrende alla necessità di un aiuto Superiore.
Ed è in questo stato d’animo di ricerca e di ascolto che Judith incontra l’Angelo in quanto emissario del Divino ed inizia un dialogo-relazione con Lui che la conduce ad un vero rapporto con Dio, rapporto che non è sempre pacificante, ma che contiene comunque un aspetto di accoglienza e di speranza. Judith vive così una trasformazione interiore, che si traduce nel movimento e nella scena, che le infonderà una rinnovata forza nell’affrontare le tempeste e le bonacce della vita.
mercoledì 1 gennaio ore 17.00
CONCERTO LIRICO DI CAPODANNO
ingresso su offerta
sabato 11/domenica 12 gennaio ore 21.15
IL TEATRO DELLE DONNE/OFFICINE DELLA CULTURA
AFRICAN REQUIEM
20 marzo 1994: appunti di fine giornata
testo e regia di Stefano Massini
con Isabella Ragonese e Luisa Cattaneo
e l’amichevole partecipazione in video di Gioele Dix e Gianmarco Tognazzi
musiche originali di Enrico Fink
eseguite dal vivo da Enrico Zoi, Massimo Ferri, Luca Baldini
CON IL PATROCINIO DELL’ASSOCIAZIONE ILARIA ALPI
PRIMA NAZIONALE
Su un palcoscenico decadente, popolato di carcasse di barili rugginosi, immersi in un’atmosfera perennemente incerta, nebbiosa come la Mogadiscio descritta da Ilaria Alpi – sempre grigia di smog e di vapori – prende vita un recital di luci ed ombre, dove una partitura di voci si amalgama continuamente alla musica e a suggestioni video. Siamo nei dieci secondi successivi all’omicidio: un bagliore di luce, poi il caos di una faticosa presa di coscienza. Isabella Ragonese è un’Ilaria Alpi appena uccisa, che si desta come da un improvviso letargo e ripercorre la propria vicenda in un susseguirsi di saette di memoria. Ne nasce una carrellata di tredici frammenti, incursioni spietate nella ferita ancora sanguinante di una Somalia contraddittoria, terra di torbidi compromessi e nefandi accordi mascherati dietro l’alibi di una beffarda cooperazione. In un vortice di evocazioni e di opposti stati d’animo, fra tesissime ascese e discese vertiginose, la tela del calvario si tesse e ritesse da sola, componendo un puzzle inaudito in cui le parole di Ilaria si sdoppiano fra Isabella e Luisa Cattaneo, magari poi aprendosi in nitidi flash-back dove i faccendieri hanno i sorrisi larghi di Gioele Dix, e il Sultano di Bosaaso i toni di un asettico intollerabile Gianmarco Tognazzi. Nel ventesimo anniversario dell’omicidio di Ilaria Alpi a Mogadiscio (1994-2014), Stefano Massini conclude il suo progetto drammaturgico intorno alla giornalista del Tg3: un percorso teatrale affidato alle voci di tre grandi interpreti che si sono susseguite nel tempo: prima Ottavia Piccolo, quindi Lucilla Morlacchi e infine Isabella Ragonese. Il progetto giunge a compimento nel segno dell’interazione con la musica dal vivo e con le sequenze video, a sigillo di una grande “narrazione di immagini” dove l’Africa è ventaglio di suoni, odori, colori, percezioni sparse.
sabato 25 gennaio ore 21.15
QUATTROQUINTE in collaborazione con OFFROME
PELI
di Carlotta Corradi
con Alex Cendron e Alessandro Riceci
regia diVeronica Cruciani
PRIMA REGIONALE
Due donne giocano a Burraco, l’una di fronte all’altra. “Alza”. Una distribuisce le carte. L’altra le raccoglie. “Ho delle carte orrende”. Dice sempre così, pensa l’altra. Un gioco educato, una conversazione formale, quella confidenza propria dei rapporti adulti appesantiti da una vita di non detti. Una è vedova, ha perso il suo uomo, il suo amore, l’altra è vedova pur non essendolo. Il passato e il presente gettano le due donne in un continuo scambio di potere. Domina una e l’altra soccombe, poi viceversa. Le carte seguono, bilanciano, enfatizzano gli attriti. Finché qualcosa interrompe il meccanismo di un dialogo borghese per entrare nella dimensione dell’emozione e dell’istinto.
“Peli gioca con originalità sul concetto di gender ponendo al centro della sua drammaturgia due donne vedove, coinvolte in una partita a carte che le spoglia lentamente dai rituali delle conversazioni borghesi, e dei loro abiti, per trascinarle in un universo di sensazioni in cui ogni singolo contatto fisico va al di là dei generi.“Rodolfo di Giammarco
sabato 8 febbraio ore 21.15
COMPAGNIA DIONISI
POTEVO ESSERE IO
PREMIO NEXTWORK 2013
di Renata Ciaravino
con Arianna Scommegna
ESCLUSIVA REGIONALE
Uno spettacolo dedicato ai bambini che siamo stati e che non smetteremo mai più di essere, uno spettacolo dedicato a chi è sopravvissuto all’infanzia e della cui sacralità ha saputo ben poco.
“Potevo essere io” è il racconto di una bambina e un bambino che diventano grandi partendo dallo stesso cortile. Due partenze, stessi presupposti. Ma finali diversi. E in mezzo la vita.
Chi racconta, Arianna Scommegna, è quella bambina: che cerca di capire insieme allo spettatore, cosa sono state queste due storie, perché e come, e se si sono veramente differenziate, o sono state solo due modi di vivere lo stesso sconcerto.
“Potevo essere io” racconta una storia ma non è uno spettacolo di narrazione pura. Perché in scena ci sono anche quelle persone-personaggi che hanno attraversato la vita dei due protagonisti: un allenatore di kick boxing, una stella emergente del pop croato, un regista di film porno, una merciaia di Casal di Principe, una cartomante del quartiere di Niguarda… “Potevo essere io” racconta tutto questo cercando la lievità, la commedia che irrompe nella tragedia. Un allestimento scarno, le parole, pochi oggetti: il minimo indispensabile per una frontalità assunta, senza mediazioni. Una sola concessione: affianco alle parole ci saranno alcuni video, perché certe immagini evocano e insieme aiutano a non mentire. Non proiezioni a tutto schermo però, ma un accompagnamento intimo, su supporti leggeri. Il bambino che siamo stati è lì sgranato in super 8, mentre guarda distese di finestre dal nono piano di un palazzo senza balconi e una voce dice: “Girati, stiamo girando il filmino.
Sorridi!”.
venerdì 21/sabato 22 febbraio ore 21.15
IL TEATRO DELLE DONNE/LA RIFORMA
SENZA GIOIA
di Ilaria Mavilla
con Monica Bauco e Antonio Fazzini
regia di Ciro Masella
PREMIO AVAMPOSTI D’AUTORE 2011
Gioia è una ragazza siciliana arrivata, bambina, a Milano con la famiglia. Intelligente e bella, Gioia ha “delle cosa da dire, anzi, da scrivere”. Incoraggiata da un padre che non sa più distinguere la realtà dalla finzione televisiva, Gioia tenta la strada facile del successo in tv fra surreali dialoghi diretti con una nonna malata di Alzheimer e indiretti con una madre che se ne è andata per prendere finalmente la licenza media. Ma il padre sarà davvero soddisfatto della scelta di Gioia? La nonna è davvero malata? La madre ritornerà? E Gioia rinuncerà per sempre alla sua laurea in legge? Una regia incalzante, che distrugge l’unità spazio-temporale, fa il resto.
Il testo Senza Gioia nasce da un premio dedicato al tema dell’immagine e dell’identità femminile nel nostro paese, con l’obiettivo di iniziare a dar vita ad un’immagine altra della donna che rispecchi la realtà di tutte le donne “normali” che vivono, lavorano, studiano nel nostro paese. Per dire basta ad una dittatura mediatica che ha imposto un modello unico di donna che non cisomiglia, ma che è diventato icona per troppe giovani donne.
sabato 8 marzo ore 21.15
OFFICINE DELLA CULTURA
CREDOINUNSOLODIO
testo e regia di Stefano Massini
con Amanda Sandrelli
musiche originali di Enrico Fink
eseguite dal vivo dall’ Orchestra Multietnica di Arezzo
EVENTO TEATRALE-MUSICALE PER ATTRICE E ORCHESTRA
Un esperimento fra musica e teatro vede impegnati per la prima volta sullo stesso palco i musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo e la passione civile diAmanda Sandrelli.E’ lei a dar lettura del testo appositamente concepito da Stefano Massini, una vera partitura per fondere la voce dell’interprete con le sonorità dell’Orchestra. Ecco nascere allora un recital in cui parola, canto e musica si alleano per svelare al pubblico una spietata quanto semplice indagine geologica nelle viscere del vulcano mediorientale. A prendere vita sul palco sono infatti i ritratti di tre donne e un labirinto. Tre storie intrecciate, tre identità. Quasi uno zoom su tre visi anonimi in una folla di città. Eden Golan, docente di storia ebraica. Mina Wilkinson, in forza all’esercito degli Stati Uniti. E infine Shirin Akhras, ventenne studentessa palestinese. Ognuno di questi nomi è una matassa da snodare, un groviglio di motivazioni, la punta dell’iceberg. I loro monologhi, paralleli, si specchiano uno nell’altro, scoprendo abissi di differenze e barlumi di simmetria. Perché c’è sempre una geometria nel caos.
sabato 29 marzo ore 21.15
INSTABILI VAGANTI
L’EREMITA CONTEMPORANEO
MADE IN ILVA
drammaturgia originale da scritti e testimonianze degli operai dell’ILVAdi Taranto
con Nicola Pianzola
voce, canti e regia di Anna Dora Dorno
musica dal vivo eseguita da Alessandro Petrillo
PREMIO DELLA CRITICA ERMO COLLE 2013 / PREMIO FESTIVAL TEATRALE DI RESISTENZA MUSEO CERVI 2013
PRIMA REGIONALE
L’Eremita contemporaneo trae ispirazione dal diario di un operaio dell’ILVA di Taranto e dalle testimonianze di alcuni operai, intervistati dalla compagnia che lavorano nella stessa fabbrica, per incontrare i testi poetici di Luigi di Ruscio e Peter Shneider. La trasposizione artistica fa riferimento alla vicenda reale dell’acciaieria più grande d’Europa che condiziona la vita dell’intera città di Taranto e dei suoi lavoratori intrappolati tra il desiderio di evadere e fuggire dalla gabbia d’acciaio incandescente e la necessità di continuare a lavorare per la sopravvivenza quotidiana in quell’inferno di morti sul lavoro e danni ambientali. Lo spettacolo è il frutto di un accurato lavoro di ricerca e di sperimentazione fisica e vocale sul rapporto tra organicità del corpo e inorganicità delle azioni legate al lavoro in fabbrica attraverso il quale emerge una critica all’alienante sistema di produzione contemporaneo che trasforma l’essere umano in una macchina artificiale, un corpo allo spasmo che si muove per reagire al processo di “brutalizzazione” imposto dalla società. L’attore spinge il proprio corpo all’estremo attraverso funamboliche sospensioni, azioni acrobatiche e ripetitive, interagendo continuamente con suoni che diventano ritmi ossessivi e che si trasformano in musiche eseguite dal vivo, in cui le note si intrecciano col canto di una voce femminile che gli ordina “Lavora! Produci! Agisci! Crea!” Egli pone il suo rifugio in una scena composta da strutture metalliche, resa cangiante dall’uso di video-proiezioni che rievocano il contesto della fabbrica, delle numerose fabbriche che ancora esistono come fantasmi di un’epoca moderna ormai trascorsa. Immagini e suoni popolano i suoi sogni, come residui archeologici che si trascinano ancora in vita, come agonizzanti, nella memoria e nei ricordi ossessivi di chi ancora oggi lavora in simili luoghi. Egli attraversa questa sorta di inferno contemporaneo, fatto di ritmi alienanti e spazi distorti, giungendo a spogliarsi della propria identità e ad indossare una maschera anonima, senza volto, per difendere l’essenza del proprio animo. L’eremita contemporaneo insegue una salvezza impossibile, nel tentativo di sentire la propria carne calda, il proprio vivere organico, in contrapposizione al ferro-freddo, al processo di inorganicità al quale ci spingono le regole di produzione dell’attuale sistema sociale, reprimendo la libertà creativa dell’uomo e dell’artista.
sabato 5 aprile ore 21.15
IL MAESTRO DI MUSICA
PREMIO AVAMPOSTI D’AUTORE 2013
diAngela di Maso
MISE EN ÉSPACE
ingresso libero
venerdì 9 maggio ore 21.15
TEATRO CARGO
SCINTILLE
testo e regia di Laura Sicignano
conLaura Curino
Non una narrazione, ma una molteplicità di interpretazioni, dove il personaggio di una madre, la Caterina, come una matrioska, contiene ed emana da sé gli altri personaggi, le figlie, e un coro di altre figure minori, ma non secondarie. Nessuno è minore in questa storia, scritta per restituire voce alle 146 operaie bruciate alla TWC in 18 minuti. Bruciate come streghe ribelli. Bruciate in una grandine di lucide scintille che si sono disperse nell’aria in cenere. La storia minore delle donne che hanno fatto la Grande Storia, ma sono state dimenticate. Perché? La domanda “perché” ritorna nello spettacolo, come un’accusa ad un destino oscuro che le protagoniste non hanno più voglia di chiamare “Dio”. Che Dio è, quello che manda i suoi figli a morire? Che madre è, colei che si salva, dimenticandosi delle proprie figlie? Lo spettacolo è un gesto effimero per ritrovare la memoria di un evento così brutale, assurdo e veloce: 18 minuti per morire 146 persone alla TWC. Va eseguito con delicatezza e amore. Esiste l’elenco delle 146 vittime, con nazionalità ed età di ciascuna. Tante italiane, tutte giovanissime. Tra i 146 nomi e cognomi spiccano alcuni nuclei famigliari: ci sono anche Maltese Caterina, 39 anni, Italia; Maltese Lucia, 20 anni, Italia; Maltese Rosa, 14 anni, Italia. Chi erano queste donne? Cosa sognavano quando sono partite alla ricerca del sogno americano, della terra promessa? Madonne addolorate senza assunzione al cielo, ma solo un lavoro a cottimo.
altre iniziative
RASSEGNA TEATRO RAGAZZI
TEATRO APERTO Rassegna di teatro amatoriale
CALENZANOTEATROFORMAZIONE
SCUOLA DI SCRITTURA TEATRALE
IL TEATRO DELLE DONNE
Centro Nazionale di Drammaturgia
Maria Cristina Ghelli direzione artistica e amministrazione generale
Stefano Massini direzione attività di formazione
Laura Giannoni organizzazione generale
Fedra Giuliani, Elisabetta Meccariello amministrazione
Maurizio Busia, Marco Mannucci ufficio stampa
Fabio De Pasquale direzione tecnica
Teodoro Lanucara organizzazione formazione ebiglietteria
www.zonazero.it grafica
TEATRO MANZONI
via Mascagni 18 – CALENZANO (FI) 055.8876581 – 055.8877213
teatro.donne@libero.it | www.teatrodelledonne.com
ingresso spettacoli: interi 13 € – ridotti 10 € (sopra 60 anni, minori di 25 anni, Arci, Coop, ATC Calenzano)
ridotti 5 € per gli iscritti ai corsi di formazione
NOVITA’: ABBONAMENTO 5 SPETTACOLI A SCELTA 40€
prenotazioni: 055 8877213 / teatro.donne@libero.it
prevendita: Circuito Box Office e www.boxol.it / Teatro Manzoni da lun a ven ore 10.00 – 14.00
orario biglietteria teatro: dalle ore 20.00