Applausi al teatro Mercadante di Napoli che ha inaugurato la stagione teatrale nel segno di Giuseppe Patroni Griffi con la messinscena di “Prima del Silenzio”. In scena a reggere le fila della pièce è un veterano del palco: Leo Gullotta. Con lui, nel ruolo del giovane, c’è Eugenio Franceschini. “Prima del silenzio” è infatti incentrato su un tema caro a Patroni Griffi: il conflitto generazionale. Eterno scontro tra chi cerca la parola, il racconto del passato e chi la rifugge cercando l’hic et nunc. Un vecchio intellettuale deluso dalla vita e un giovane vagabondo che la vita la vuole mordere, al centro di uno spazio vuoto (solo una poltrona rossa sul palcoscenico) inglobato in un’intelaiatura prospettica di luci, che ora diventano mare e ora diventano terra e compongono ideali schermi per delle apparizioni-incubi. Cosa hanno in comune il vecchio e il giovane? Perchè quest’incontro? Si scoprirà che sono entrambi fuggiaschi. Il poeta ha rinnegato il passato, ma i fantasmi della sua famiglia tornano a tormentarlo. Prima la moglie, poi il vecchio maggiordomo e infine il figlio (apparizioni di Paola Gassman, Sergio Mascherpa e Andrea Giuliano). Unico sollievo per l’animo del vecchio è l’amicizia con il giovane che dimora in casa sua. Mentre l’anziano intellettuale cerca conforto nella parola, nel racconto, prima che si avvicini il silenzio della morte, il giovane preferisce un mondo di silenzi e la ricerca della libertà (ovvero “fare quello che vuole, quando vuole e come vuole”), usa le parole solo per dare un nome alle cose, non può fare altro perchè non sa dare ad esse un senso. Un mancato incontro tra generazioni, tema attualissimo nella mediocrità del tempo presente e anticipato già nel 1979 da Patroni Griffi che scrisse “Prima del silenzio” per Romolo Valli. Lo spettacolo andò in scena nello stesso anno al teatro Eliseo di Roma con la regia di Giorgio De Lullo. La regia di Fabio Grossi si ferma alla figura scenica di Leo Gullotta preferendo modellare tutti gli altri personaggi in una veste digitale dando una mise futuribile alla messa in scena ma trattando con poco coraggio la centralità della pièce: il conflitto, che qui non esplode, non fa sussultare il pubblico neanche quando quell’amicizia si rompe e il giovane torna al suo vagabondare lasciandosi dietro il vecchio, intento a contemplare quella parola-vita di cui non può fare a meno.
Prodotto dal teatro Eliseo in collaborazione con Fuxia-Contesti d’immagine Srl, lo spettacolo si avvale dei video di Luca Scarzella, delle musiche di Germano Mazzocchetti, del disegno luci di Umile Vainieri, della risoluzione scenica di Luca Filaci e del disegno audio di Franco Patimo.
Info: www. teatrostabilenapoli.it