Dopo il successo ottenuto al Napoli Teatro Festival, approda al Teatro Eliseo di Roma Antonio e Cleopatra di William Shakespeare con la regia e l’adattamento di Luca De Fusco nella nuova traduzione di Gianni Garrera.
Bandito ogni tipo di naturalismo, De Fusco racconta la bruciante e rovinosa passione fra Antonio e Cleopatra, simbolo del controverso rapporto fra Oriente e Occidente e del difficile rapporto fra pubblico e privato, puntando a un sofisticato lavoro di commistione di teatro-video che tra l’altro aveva già avviato con successo in Vestire gli ignudi di Pirandello (del 2010) e con Antigone di Sofocle (del 2012). “Credo che il teatro non sia più competitivo con il cinema e la tv nel realismo mimetico. E che quindi non abbia più senso condurre regie basate su porte che si aprono e si chiudono – dice De Fusco – attori che si muovono sulla scena come nella vita, o, nel caso in questione, addirittura di navi che compaiono in scena come in un kolossal”.
Detto, fatto. De Fusco punta a una scena essenziale e asciutta che si concentra soprattutto sulla forza della parola di Shakespeare sulla prepotente presenza dei protagonisti sulla scena rinunciando a ogni tipo di effetto speciale.
La sofisticata, ma rigorosa costruzione visiva tutta giocata sul bianco e nero viene ricreata attraverso le luci di Gigi Saccomandi che definiscono i protagonisti quasi a scolpirli in ogni dettaglio, i bellissimi costumi Zaira de Vincentiis che definiscono i corpi trasformarli in statue, le ipnotiche musiche di Ran Bagno che si intersecano con la parola shakesperiana.
E l’effetto, rigoroso ed essenziale, è indubbiamente suggestivo e coinvolgente anche grazie ai primi, primissimi piani dei protagonisti, spesso ripresi da angolazioni diverse e opposte rispetto alla presenza scenica. Molto intensi i protagonisti, Gaia Aprea e Luca Lazzareschi nei ruoli principali che riempiono la scena nuda.
Gaia Aprea, segno delle tipiche delle regie di De Fusco, è una Cleopatra seduttiva e provocante, consapevole del proprio tragico destino, ma molto lontana dall’iconografia tradizionale, con i capelli raccolti, e l’abito che esalta con sensualità le forme del corpo quasi in contrasto con la voce roca, rotta.
Luca Lazzareschi, straordinario attore shakesperiano, porta in scena un Antonio autorevole e possente, ma introverso e totalmente irretito dalla regina d’Egitto. Prosa, cinema, musica e danza (in video anche la partecipazione del Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli) rendono lo spettacolo un audace, ma lampante esempio di teatro moderno. In scena fino al 9 febbraio al Teatro Eliseo di Roma.