Il quarto appuntamento di “Spazio al teatro contemporaneo” di Amo la Mole, realizzato dall’Arci Ancona nell’ambito di Sconcerti 2011, si terrà venerdì 29 luglio al Teatro Studio. Doppio appuntamento alle ore 21 e 22.30
In scena la Compagnia Vicolo Corto/Hangar CultLab che presenta la sua ultima produzione “Box Life” per la regia di Stefano Tosoni con Loretta Antonella, Tommaso Benvenuti, Francesco Giarlo e Rebecca Murgi. La Compagnia Vicolo Corto, nata come gruppo di attori, ha da sempre prodotto spettacoli con registi esterni, tra i quali Dramlot e I Gemelli Veneziani con la regia di Michele Casarin, Donne in Tempo di Guerra con la regia di Claudio Collovà. In seguito si mette in gioco in una regia collettiva con L’Uomo della Mancia in collaborazione con la Compagnia Parapiglia di Parigi. Con questa nuova produzione la compagnia decide di sperimentare una regia interna, quella di Stefano Tosoni, ponendo l’attenzione sulla ricerca di un proprio ed originale stile teatrale, che porta con se la voglia di porsi delle domande, di mettersi in gioco e di intraprendere una nuova strada.
Una scatola è un contenitore chiuso, di diverse forme e dimensioni, destinato a contenere i più svariati oggetti e prodotti. Contenere significa tenere insieme, racchiudere, accogliere, ma anche reprimere, trattenere, frenare, immobilizzare.
Scatole e contenitori sono i luoghi fisici in cui l’uomo moderno si muove e trascorre la sua esistenza, sono le confezioni che governano qualsiasi sua necessità, sono il cordone ombelicale a circuito chiuso attraverso cui ciascuno di noi oggi è in grado di nutrire tanto il suo corpo quanto la sua anima. Osserviamo il resto del mondo attraverso una scatola magica da 32 a 50 pollici, ci chiudiamo in un i-pod per non parlare con nessuno, né guardarlo in volto, ma fissiamo per ore tutti quelli che si “taggano” nel nostro profilo facebook. Il nostro stesso aspetto non è nient’altro che un involucro che possiamo plasmare, migliorare, ingrandire, dimagrire, modificare a nostro piacimento. La confezione governa la nostra esistenza, ciò che conta davvero deve essere sigillato.
Box Life parla di tutto questo e lo fa attraverso un linguaggio in cui la parola, il gesto e l’immagine si incontrano e si fondono, grazie alla commistione di esperienze e linguaggi degli attori in scena. Uno spettacolo a suo modo visionario, dal testo inedito, in cui si racconta una storia che non è una storia, in cui dialoghi e corpi si intrecciano per condensare un’idea, uno stato d’animo, un grido. La scenografia è essenziale e tutto quello che nasce sulla scena viene creato dagli attori stessi. E’ uno spettacolo che procede per quadri e che dai quadri trae in parte la sua fonte di ispirazione. Tanto il testo quanto il corpo visivo dello spettacolo sono stati influenzati dall’opera di un artista giapponese geniale e folgorante, Tetsuo Ishida, morto, probabilmente suicida, a soli 32 anni. Nei suoi dipinti, l’autore stesso si ritrae continuamente fuso con elementi architettonici e tecnologici quotidiani e la sua opera rappresenta un ritratto drammatico dell’uomo moderno, irrimediabilmente oppresso e imprigionato, reificato, ridotto a oggetto inanimato e parte integrante di un sistema che lo priva di ogni identità. Gli ambienti in cui viviamo e gli oggetti che ci circondano entrano progressivamente a far parte dell’architettura della nostra mente, il nostro stesso corpo diviene sfuggente, ibridario e multiforme, la posizione che finiamo con l’assumere non rappresenta nient’altro che la mimetizzazione di tutte le nostre ansie tra le linee di confine che separano il pavimento, le pareti e il soffitto.
Ma, proprio come nei quadri di Ishida (dove la sua denuncia si avvale di uno stile espressivo simile a quello di un fumetto manga), tutto questo viene raccontato con ironia, nella ricerca di una dimensione comico-grottesca che inglobi lo spettatore in questo piccolo cubo di quotidianità, una sorta di videoclip moderno dove momenti di euforia totale e a tratti ingiustificata si alternano ad attimi di stasi e di placida follia.
Lo spettacolo si svolge al Teatro Studio all’interno della Mole Vanvitelliana e verrà proposto in doppia replica alle ore 21.00 e alle 22.30. Costo del biglietto 10,00 € intero/ 8,00 € ridotto (soci arci).
È possibile acquistare i biglietti a partire dalle ore 20.30 presso il teatro.
È consigliato prenotare: dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 telefonando allo 071.203045 o al 342.0732267 oppure scrivendo ad ancona@arci.it.
Per informazioni:
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