Dopo Temirkanov, Pretre e Gergiev, anche Fabio Luisi salta i concerti previsti a Santa Cecilia: l’attuale Direttore Principale del Metropolitan di New York, atteso a Roma per uno degli appuntamenti più importanti della stagione sinfonica, ha dovuto annullare all’ultimo momento i concerti romani per motivi di salute.
A sostituire prontamente Luisi sul podio di Santa Cecilia, è stato però prontamente chiamato lo statunitense George Pehlivanian, già ospite dell’Accademia romana negli scorsi anni e che collabora regolarmente con alcune delle principali orchestre sinfoniche europee e americane.
La repentina sostituzione del direttore ha comportato qualche piccola variazione anche nel programma: in apertura la prevista Monadologie II Don Quichote di Lang è stata sostituita da Ricercata, Fuga a 6 voci dall’Offerta Musicale di J. S. Bach di Anton Webern, composta nel 1934 come appropriazione personalissima dell’Offerta di Bach, nata nel 1747 su tema musicale del sovrano Federico il Grande di Prussia. Pehlivanian ha scelto una rarità (eseguita a Santa Cecilia l’ultima volta nel 1998), una composizione impervia e assoluta di otto minuti cui ha tentato di regalare unitarietà e un certo ordine.
Invariato invece il previsto Don Quixote di Richard Strauss (di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita nel 2014), meraviglioso poema sinfonico, tragicommedia in 12 variazioni, tratteggiato sulla mitica figura del Don Chisciotte di Cervantes e composto nel 1898.
Un viaggio fantastico dell’eroe e del suo fido scudiero Sancho Panza, fra avventure cavalleresche e amorose, tratteggiato attraverso una musica mobilissima, esaltata dalla direzione di Pehlivanian e dalle squisite qualità intrinseche dell’Orchestra sempre duttile e attentissima, fra virtuosismi orchestrali e incursioni dei solisti, ma senza lasciare spazio al prevedibile colore spagnolo.
Incantevoli le variazioni del tema principale affidato al suono melodioso di Gabriele Geminiani, primo violoncello dell’Orchestra di Santa Cecilia, ora delicatissimo, ora veemente ed emozionante nella colorita e vivacissima direzione di Pehlivanian, coinvolgente anche a vedersi sul palco, vibrante con le mani e le braccia.
Il maestro è stato molto apprezzato anche nella seconda parte del programma regalando un’euforica festosa Primavera di Schumann, trasudante vitalità e allegria gioia di vivere. Ultima replica questa sera alle ore 19.30.
Prossimo appuntamento della stagione sinfonica con il maestro Temirkanov che torna a Roma con l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo martedì 10 giugno.