(22 luglio 2014)
Recensione di Rosanna Talevi
La speranza dei 14.000 spettatori in Arena che il buon Giove pluvio concedesse una tregua non è andata delusa e l’annuncio, dopo oltre un’ora di attesa, che il Gala sarebbe iniziato è stato accolto con fragorose ovazioni e “olas” da stadio olimpico.
Il tour estivo di Roberto Bolle & Friends anche quest’anno tocca diversi prestigiosi palcoscenici con un programma tutto articolato su “pas de deux”, dai più famosi del repertorio romantico ai più attuali del contemporaneo sperimentale, prodotti dalla creatività di coreografi alla ricerca di contenuti ed espressività più intellettuali.
Roberto Bolle, étoile del Teatro alla Scala dal 2003, è Principal dancer dell’American Ballet Teatre dal 2007, primo ballerino uomo italiano a ricevere questo ambito riconoscimento.
Di grande rilievo internazionale i danzatori che fanno da corolla al “nostro”. Per la maggiorparte Principals dell’ ABT. Julie Kent, Polina Semionova, Hee Deo, Daniil Simkin, Corey Stearns e Skylar Brandt. Quindi Alicia Amatriain e Jason Reilly dello Stuttgart Ballet ed Eris Nezha del Boston Ballet.
Bolle si è espresso nei vari linguaggi alternando le sue partners, ma trovando la miglior rispondenza in Polina Semionova.
Nel pas de deux dal 3° atto del Lago dei cigni, suo primo intervento, ha sfoggiato la sua tecnica perfetta, con manèges e salti entusiasmanti per grande elevazione e ballon (quell’attimo di sospensione in aria in cui sembra che il corpo non abbia più peso). Con lui la Semionova, Odile in tutù nero, alta, bella, potente e saldissima nella sua tecnica, ha entusiasmato per gli innumerevoli fouettés con variazioni, nei quali non ha mai perso il punto di partenza.
A concludere la I parte Bolle si è esibito nelle linee modernissime di Mona Lisa, coreografia dell’israeliano Itzik Galili su musica di Thomas Hoefs, accompagnando la snodatissima Alicia Amatriain in una ricerca di figure ad effetto dove i corpi si intrecciano e sciolgono in contorsioni che rasentano l’acrobatismo (in questo molto apprezzata appunto dal pubblico).
Nella II parte con la Semionova in Carmen, la bella coreografia di Roland Petit ha contribuito ad esaltare la fisicità perfetta e l’eleganza gestuale del ballerino, nella velocità dei movimenti e negli scatti tipici della accennata danza di carattere. Della Semionova, partner aderente, è da rilevare che ha il tipo di gambe che Roland Petit ha sempre prediletto nelle ballerine sue interpreti.
Quindi, indossato lo smoking, eccolo in una piacevole, elegante esibizione, omaggio all’atmosfera di Broadway, in un medley di canzoni di Frank Sinatra, danzate con Julie Kent. Sinatra suite è un lavoro coreografico di Twyla Thorp del 1984 dedicato a Mikhail Baryshnikov.
Lasciando l’ultima interpretazione per chiudere, veniamo ai “friends”.
Deliziosa la prima coppia ad esibirsi, Hee Seo ed Eris Nezha nel pas de deux da Giulietta e Romeo di Prokofiev. Di loro si è apprezzata, oltre all’eccellente tecnica, la capacità interpretativa in totale adesione al senso musicale: la gioiosa scoperta dell’amore dell’adolescente Giulietta e l’impeto giovanile di Romeo.
Hee Seo si è poi rivista nella II parte nel pas de deux di Ciaikowsky, coreografia di Balanchine, rigorosamente classico. Apprezzati i bei tours à la segonde del suo partner Corey Stearns.
Sull’allegretto della 7^ sinfonia di Beethoven, Apothéose è una recente coreografia di Marcelo Gomes, applauditissimo Principal dell’ABT. Qui Julie Kent e Corey Stearns, perfettamente a tempo e in accordo molto armonioso di linee, hanno sottolineato il movimento drammatico che risponde a un’esigenza spirituale.
Altro brano di ricerca coreografica contemporanea estrema affidato ad Alicia Amatriain e Jason Reilly (entrambi dello Stuttgart Ballet) Fanfare LX di Douglas Lee su musica di Michail Nyman.
Ma chi ha riscosso il più fragoroso consenso del pubblico è Daniil Simkin. Di origine russa, figlio di due famosi ballerini, è l’unico ad aver interpretato un assolo, considerato il suo cavallo di battaglia, sulla provocatoria canzone di Jaques Brel Les Bourgeois. Dal fisico minuto, elegante e veloce nel movimento, un fare scanzonato proprio alla francese, i suoi salti sono straordinari: sembra volare! Ề stato straordinario anche nel ruolo dello schiavo del passo a tre da Le Corsaire, pezzo virtuosistico dei più famosi ballerini, dove purtroppo sono quasi sempre un po’ oscurati gli altri due pur bravissimi interpreti.
Infine, a concludere la serata o meglio la nottata, Passage, lavoro a cui Bolle tiene molto, che nasce da una elaborazione del cortometraggio presentato lo scorso anno al Festival del Cinema di Venezia per festeggiare i 10 anni di Vanity Fair. Firmato da Fabrizio Ferri per musica e ripresa video, con la coreografia di Marco Pelle.
Inizia quindi con il video in cui, fuori da un virtuale temporale, appare un uomo che corre freneticamente attraverso strutture in disarmo, abbandonate, luoghi degradati, nel fango, scalzo, affannato. Una corsa disperata alla ricerca di che cosa? Di se stesso, della libertà, dell’uscita dal buio o dall’infelicità, in uno slancio cui tende tutta la vita dell’uomo. Quando il giovane attraversa un passaggio buio (Passage, appunto), eccolo improvvisamente apparire sul palcoscenico per continuare in scena la ricerca iniziata in video. E quando è raggiunto da Polina Semionova, splendidamente discinta, dal duetto di rara sensualità si capisce che è l’amore il fine ultimo della ricerca. Intensa l’interpretazione della coppia, magnifico il port de bras di Bolle e, in più, di lui c’è da sottolineare sempre la perfetta adesione al testo musicale: mai un passo in anticipo o una chiusura in ritardo sul tempo. Perfetto.
Recensione di Rosanna Talevi