Massimo Wertmuller è il protagonista assoluto de Il Pellegrino, scritto e diretto da Pierpaolo Palladino in scena al Teatro7 di Roma fino al 16 novembre. Il pellegrino è un tuffo nel passato, un appassionante monologo a più voci, anzi a 25 voci, in cui Wertmuller dà anima e corpo a una moltitudine di personaggi che si muovono nella Roma post napoleonica, la Roma della Restaurazione di Pio VII. Nella storia romanzata di Ninetto, vetturino tuttofare al servizio del cardinale Caracciolo, gli echi della rivoluzione francese non sono si sono ancora spenti, incarnati dal giovane conte Enrico, giacobino di idee napoleoniche. Ninetto è suo malgrado costretto a seguire ovunque il giovane pellegrino, Enrico, appena arrivato da Milano ebbro di ideali rivoluzionari, ma nemmeno gli ideali e la politica lo preserveranno dall’amore (per lui funesto) per l’ammaliante Paolina Borghese.
Wertmuller è protagonista della scena nuda, ma raccolta, interpretando il bel testo di Pierpaolo Palladino, in un susseguirsi di scene e quadri: affabula per 90 minuti gli spettatori, dando voce e anima a uomini, donne e ragazzi, a personaggi, ora nobili ora popolani, che fra accenti diversi e dialetti diversi si lasciano ricordare anche per se poche battute. Wertmuller, bravissimo e camaleontico, ma senza mai scivolare nella macchietta, ricrea le atmosfere popolari della Roma papalina, già consacrata da Belli, ma anche dal cinema di Magni e Monicelli attraverso maschere diverse che si muovono sullo sfondo di una Roma un po’ cialtrona un po’ sorniona, ma sempre bellissima che rivive attraverso le architetture, i palazzi, le piazze.
Il palco è nudo, ma solo apparentemente perché Wertmuller lo riempie attraverso i suoi personaggi carichi di umanità accompagnato dalla musica di Fabio Battistelli (al clarinetto) e Pino Cangialosi (al fagotto e percussioni), autore anche delle suggestive musiche.
Il pellegrino è uno spettacolo che mostra come un semplice incontro possa davvero cambiare la vita, che mette a nudo l’umanità e la sensibilità degli uomini: è emotivamente coinvolgente, ora spassoso, ora commovente, ora nostalgico. Da vedere. In scena fino al 16 novembre.