La commedia brillantissima di Richard Bean One man, two guvnors, tratta da Il servitore di due padroni di Goldoni , torna a far ridere il pubblico fiorentino come solo un classico della Commedia dell’arte rivisitato con la comicità inglese può fare. Pierfrancesco Favino, in una veste insolita che gli calza però a pennello, è un arlecchino settecentesco, burattino e burattinaio di una vicenda che egli stesso, inconsciamente, orchestra con la sua sbadata furbizia. La fame d’amore e l’amore per il cibo spronano Pippo a creare il fraintendimento svelato dal titolo e a trovarsi sdoppiato tra due padroni, con una sola , grande confusione in testa. Con la sua forma originaria di canovaccio, la commedia ben si presta ad ogni tipo di adattamento, e così di settecentesco restano il personaggio e l’autore originari, mentre l’ambientazione si sposta con Bean negli anni Sessanta e con la versione italiana negli anni Trenta, in cui la Musica da ripostiglio ha trovato materiale con cui sbizzarrirsi e la commedia può acquistare un significato rinnovato. Nel 1936, in piena epoca fascista, quando i ritratti di Mussolini si affiancavano nelle case borghesi a quelli di famiglia, due diverse classi sociali mostravano indifferenza per ciò che accadeva al di là delle cornici e del muro che le sorreggeva: chi, come Bartolo doveva sistemare la figlia per levarsi un peso dallo stomaco e chi, come Pippo, doveva pensare a cosa inventarsi per metterci qualcosa dentro.La musica dal vivo, il coinvolgimento del pubblico, la mimica umoristica, l’immediatezza dei botta e risposta fanno del connubio veneziano-anglosassone una formula di successo. La compagnia Gli Ipocriti e il gruppo Danny Rose, i cui attori si alterneranno durante la tournée, si giostrano sul palco coi dialetti e dal palco con una dialettica interattiva col pubblico, partecipano e coadiuvano il quartetto musicale in una performance a tutto tondo, inusuale e “nuovo in questo momento storico per questo paese” – come dice lo stesso Paolo Sassanelli, regista insieme a Pierfrancesco Favino – e per un teatro come la Pergola, aggiungerei.Curiosa anche la preparazione degli attori che, oltre le difficoltà di un cast così numeroso – altro elemento ormai poco comune – si sono dovuti confrontare con seminari di acrobatica, clown e maschera. La caratterizzazione dei personaggi, identificati anche dal linguaggio dialettale diverso, come voleva la Commedia dell’Arte, è stata raggiunta in maniera particolare, come svela Sassanelli: “Successivamente ad ogni attore abbiamo affidato il compito di studiare un animale che ci sembrasse adatto al personaggio che avrebbe interpretato, per poi inserirlo nel movimento e nel linguaggio, caratterizzandone l’azione”. La tournée continua con il Teatro Morlacchi di Perugia dal 12/11/2014 al 16/11/2014, per poi fare tappa al Manzoni di Pistoia dal 21/11/2014 al 23/11/2014 e continuare con teatri di tutta Italia fino a febbraio 2015.