Georg Philipp Telemann: Concerto per violino, archi e basso continuo in sol maggioreAntonio Vivaldi: Concerto per violino, archi e basso continuo in sol minore RV 331Johann Sebastian Bach: Concerto per violino, archi e basso continuo in sol minore BWV 1056 (versione originale, perduta e ricostruita del Concerto in fa minore BWV 1056)Antonio Vivaldi: Concerto per violino, archi e basso continuo “Il Favorito” in mi minore RV 277Johann Sebastian Bach: Concerto per violino, archi e basso continuo BWV 1041Orchestra Il Pomo d’OroSolista e direttore: Riccardo Minasi
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Il Venetian Centre for Baroque Music raddoppia l’offerta musicale con una nuova stagione, dall’inverno 2014 alla primavera 2015, completamente affidata all’Orchestra Il Pomo d’Oro. L’inaugurazione si è svolta il 21 dicembre al Teatrino di Palazzo Grassi, con un concerto dedicato al virtuoso violino di Riccardo Minasi, solista e direttore.
Chiaro il fil rouge che univa i nomi in programma. Telemann, di cui è stato eseguito il Concerto TWV 51/G7, fu direttore del Collegium Musicum di Lipsia nel 1702, carica ricoperta tra il 1729 e il 1737 anche da Bach che si trovò a dover sostenere ritmi produttivi settimanali. Per questo motivo, il Concerto in sol minore BWV 1056 sarebbe, a detta di Minasi, la trascrizione per violino, di mano di Johann Nikolaus Forkel, del Concerto per clavicembalo in fa minore BWV 1056. Tra l’Allegro e il Presto, simili per forma e temperamento, si incastona il celebre Largo, ripreso dalla Sinfonia della cantata Ich steh’ mit einem Fuss im Grabe BWV 156 e sviluppato su un pizzicato degli archi che sta in rapporto diretto con il linguaggio vivaldiano. Il Concerto BWV 1041, risalente invece agli anni di Köthen, è un dialogo continuo, fatto di contrasti e luminosità, tra il violino concertante e l’intera orchestra. Constatava nel 1726, a proposito dei compositori italiani, un meravigliato Johann Christian Nemeitz: “[…] cambiano allo stesso tempo tonalità e modo, passano all’improvviso da re minore a re maggiore, usano dissonanze senza che l’orecchio ne venga ferito, si impegnano con tutti gli affetti e i caratteri e li esprimono felicemente, fanno passaggi di cadenze di sette, otto e anche più battute”, stentando a trovare l’origine di cotanta inventiva. Non poteva quindi mancare in lista Vivaldi, dal momento che i lavori bachiani proposti risentono ampiamente degli influssi veneziani. Il Concerto RV 331 è giocato sui chiaroscuri creati dalle armonie modali dei “magnifici ritornelli”, come li definiva Quantz, e da una variegata serie di accompagnamenti. “Il Favorito”, pubblicato nell’Op. XI del 1729, prende il nome dalla natura extra-musicale priva di un’intenzionalità programmatica. Misterioso rimane il significato del titolo, riferito forse o alla qualità dell’invenzione o alla fattura musicale o a una certa predilezione dell’autore o dell’Imperatore Carlo VI, dato che già figurava nella raccolta manoscritta La cetra offerta al sovrano nel 1728. Grazie a plurimi cromatismi, a una nobile espressività e a una struttura perfetta dal registro retorico elevato, il violino solista è protagonista di quel virtuosismo lirico caratteristico dello stile vivaldiano anni Venti.
Riccardo Minasi, a capo dell’Orchestra Il Pomo d’Oro, ha articolato sempre un bel suono, fluido nei tempi lenti, serrato e conciso in quelli più veloci, in un’esecuzione sempre nitida e in perfetta sintonia con gli altri componenti del gruppo, tra cui si è distinto il giovane clavicembalista Maxim Emelyanychev.
Applausi calorosi del nutrito pubblico e come bis l’Allegro dal Concerto n° 1 RV 181a.