“Dopo il silenzio” è uno spettacolo potente, evocativo ed onesto. Il regista, Alessio Pizzech, porta sulla scena un tema singolare per il teatro e per le grandi produzioni, quello della mafia. Mafia del passato, mafia del presente, quella mafia che uccise Falcone e Borsellino, ma non solo quella, anche quella quotidiana, delle vite piccole, quella che tutti noi respiriamo.
E allora parlarne diventa una necessità, urgente, una verità che gli attori, Sebastiano Lo Monaco, Mariangela D’Abbraccio, Turi Moricca, pronunciano a voce alta a un pubblico che non può fare a meno di sentirsi quella collettività a cui gli interpreti si rivolgono.
Lo spettacolo è frutto della collaborazione tra Pietro Grasso, attuale Presidente del Senato, e uno dei drammaturghi più interessanti del panorama italiano, Francesco Niccolini.
Sebastiano Lo Monaco torna a vestire i panni di Grasso ai tempi in cui era Procuratore Nazionale Antimafia; dopo infatti lo spettacolo “Per non morire di mafia” che lo vedeva solo in scena, questa volta è affiancato dall’attrice Mariangela D’Abbraccio, che interpreta la moglie di Grasso, Maria Felice, e dal giovane Turi Moricca.
Lo spettacolo è un dialogo a due nel quale si colloca al centro la figura di un giovane mafioso. Le parole sono pronunciate con una forte urgenza da parte di Grasso e di sua moglie per tentare di illuminare il ragazzo, fargli capire che la mafia non lo salverà, ma potrà essere solo la sua rovina. Il ragazzo allora ribatte che la vita non gli ha mai dato nulla, che per lui tutto è stato difficile; la cosa più semplice così diventa quella di immolarsi alla mafia per la ricerca di un po’ di stabilità. Mafia che si sostituisce ogni volta alla Stato, quello Stato che lascia ultimi sempre gli ultimi e la Mafia questo lo sa bene.
Le parole della coppia non riusciranno a convincere il ragazzo, ma forse riusciranno a farlo con qualcun altro nella realtà, per questo diventa un dovere morale mettere in scana spettacoli che trattano questi argomenti e con tale convinzione, come hanno fatto i tre bravissimi attori.
Ma lo spettacolo non si esaurisce tutto qui. Ricordi, esempi di vita e storie si intrecciano ed è in questo modo che viene disegnata anche la figura di una Maria Felice vicina al marito, anche moralmente. Maria riporta testimonianze di ragazzi che sono stati suoi allievi a scuola, racconta che alcuni di questi si sono salvati dalla Mafia, hanno trovato un loro riscatto, altri invece hanno perso. La vita è così, alcuni perdono e altri vanno invece avanti, ma è sempre necessario tentare, è sempre necessario parlarne, dopo il silenzio.