con Luca De Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo
e con Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Vittoria Forestiero, Paola Fuliciniti
e con Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Vittoria Forestiero, Paola Fuliciniti
——
In un’Italia che, nel 1936, vuole tornare a sognare una nuova vita, in una Napoli che di sogni e speranze non è mai stanca, vive, uomo senza lode né infamia, Pasquale Grifone. Con una famiglia che non gli regala particolari soddisfazioni, l’amore suo più grande è quello per il vino, compagno di serate spensierate, risvegli poco fruttuosi e incontri strampalati. Uno di questi, gli cambierà la vita. Una notte come tante altre gli appare in sogno – udite, udite – Dante Alighieri che, deposte le sue vesti di poeta e presa vita attraverso il busto marmoreo che da poco campeggia nel salone di casa Grifone, annuncia quattro numeri da giocare al lotto. La Madonna, Sant’Antonio, la mamma e la paura faranno presto appesantire le tasche vuote di Pasquale. Non per molto però: i numeri compongono anche la data della sua morte, che lo coglierà dopo 8 mesi dal sogno, alle 13, a 52 anni, 90 giorni dopo il suo compleanno. Nessuno riesce a capire lo stato d’animo frantumato di Pasquale, che finalmente può rinfacciare a sua moglie un successo, per il quale, però, dovrà pagare un prezzo troppo caro. La vittoria arriva subito, insieme al denaro, che figli e consorte si godono, da veri parvenu. Il busto del Sommo Poeta si trasforma in un altare sacro, sommerso di lumini e riverenze. Lui , invece, padrone di casa e del biglietto vincente, è costretto a uno straziante conto alla rovescia, che lo consuma, angosciante, nella mente e nello spirito. Vani e poco convintamente sinceri i tentativi dei familiari di persuaderlo a non dar credito alle parole di Dante. Un po’ per scaramanzia, un po’ per proiezione di un malcelato desiderio, il giorno dell’annunciata dipartita di Pasquale, sono tutti vestiti a lutto. Il precario equilibrio del gioco del teatro, tra la finzione scenica e la superstizione rappresentata, frutto della maestria di Eduardo, è scrollato da un’inavvertita battuta di un personaggio estraneo alla vicenda, che fa tenere il fiato sospeso al di qua e al di là della quarta parete. Luca De Filippo è la giusta combinazione di spontaneità napoletana e umorismo grottesco, degno protagonista di una commedia amara e verace. Una commedia che racconta gli uomini nella loro superficialità e nelle loro paure, nella loro intima ambiguità di esseri finiti dall’infinita immaginazione.