di Agatha Christie
regia Stefano Messina
interpreti principali: Viviana Toniolo, Annalisa Di Nola, Stefano Messina, Carlo Lizzani
con Roberto Della Casa, Claudia Crisafio, Elisa Di Eusanio, Sebastiano Colla, Viviana Picariello, Luca Marianelli
traduzione di Edoardo Erba
Produzione Attori & Tecnici – Teatro Vittoria di Roma
Una serie di individui si ritrova apparentemente in modo casuale a trascorrere insieme una crociera sulla stessa nave dove la ricca, giovane e bella ereditiera Kay Ridgeway è in viaggio di nozze e presto si scoprirà che ognuno su quella nave ha un motivo per odiarla, finché un efferato delitto sconvolge la vacanza.
Una trama intrigante che proseguirà in modo inaspettato come solo la penna di Agatha Christie sa fare, il tutto condito da un clima esotico che la scrittrice ci riesce a trasmettere (lei lo ha vissuto in prima persona accompagnando il marito archeologo nei suoi viaggi).
La trama è molto semplificata rispetto al libro, giustamente, poiché le varie storie secondarie intessute nel romanzo avrebbero potuto appensantire troppo la rappresentazione.
Per lo stesso motivo non sono presenti tutti i personaggi, come già nel film del 1978 alcuni erano stati sacrificati, su un palco teatrale è necessario non ci sia troppo affollamento per non appensantire la trama e sovraccaricare lo spettatore.
Nonostante ciò la storia regge benissimo, la Christie stessa infatti cura le messe in scena teatrali dei suoi romanzi (gli adattamenti altrui la rendevano sempre insoddisfatta) e sappiamo bene che “Trappola per Topi” è l’unico esempio di spettacolo che è andato in scena ininterrottamente a partire dalla “prima” del 1952.
Il lettore particolarmente appassionato si sentirà probabilmente un po’ orfano, poiché sulla scena manca lui, il detective Hercule Poirot, che nel romanzo prende in mano la situazione riuscendo a risolvere l’intricata vicenda.
Forse si stupirà nel sapere che è la stessa Christie a eliminarlo dalle rappresentazioni teatrali, giudicando che un personaggio che si limita a dedurre e osservare sia privo di azione teatrale. Il detective dunque è sostituito da una figura che ha una sua parte nella rappresentazione, che come gli altri potrebbe essere colpevole: un prete.
Il personaggio nonostante si trovi ad affrontare il peso dell’eredità di Poirot, è talmente non convenzionale e politicamente scorretto che riesce a convincerci.
La regia fa un ottimo lavoro e riesce a rappresentare con buoni escamotàge tutti gli avvenimenti, potenzialmente difficili da rappresentare in una stanza sola.
Ciò che colpisce davvero è la bellezza della scenografia: abiti raffinatissimi, ricercati, che rappresentano e aiutano a inquadrare ciascun personaggio nel suo carattere e ci calano indietro nel tempo. Musiche e atmosfera che ci riportano in Egitto, e ci sembra davvero di essere a fare una crociera sul Nilo.
Le proiezioni sono una parte utile e integrante dello spettacolo e affascinano lo spettatore, così che quando si vedono le parole scritte con la macchina da scrivere sembra quasi che la Christie sia lì a strizzarci l’occhio e a sfidarci a indovinare la verità.
Se amate i viaggi tradizionali, sia quelli più fantasiosi nel tempo, rimarrete affascinati da questo spettacolo.
Gli attori sono eccezionali, ciascuno capace di esprimere al meglio la psicologia del personaggio, che in questo tipo di storia è fondamentale: se un personaggio non regge tutto diventa palese. Riescono ugualmente a evitare la caricaturalità, che è un altro errore dietro l’angolo, riuscendo a essere simpatici e a tratti comici.
Consigliatissimo agli amanti del genere, che amano queste storie, gialli d’altri tempi, ma sempre attuali.