Arriva al Teatro Litta il collettivo artistico Macelleria ETTORE portando in scena uno studio sui racconti di Anton Čechov: il fil rouge? L’amore.
I quattro attori sul palco, accompagnati dalla musica dal vivo di Renzo Rubino, vincitore del Premio della Critica del Festival della canzone italiana “Mia Martini” 2013, daranno vita ad una giostra emotiva, un turbine d’incontri mancati, di parole non dette: Čechov guiderà i nostri passi alla scoperta del nostro stesso sentire.
Nella folla di uomini e donne che vedremo apparire, riconosceremo noi stessi, il nostro incedere a tentoni nella vita e nei rapporti, col cuore gonfio di speranza e terrore.
SAPEVO ESATTAMENTE COSA FOSSE L’AMORE PRIMA D’INNAMORARMI
uno studio sui Racconti di Čechov
testo e regia Carmen Giordano – con Claudia de Candia, Stefano Pietro Detassis, Maura Pettorruso e Angelo Romagnoli – musiche originali dal vivo Renzo Rubino – disegno luci Alice Colla – scene e costumi Maria Paola Di Francesco – organizzazione Daniele Filosi – co-produzione Centro Servizi Culturali Santa Chiara, Festival Castel dei Mondi, ARMUNIA Festival Costa degli Etruschi – con il sostegno di La Corte Ospitale, Fondazione Pontedera Teatro, L’Arboreto Teatro Dimora, Teatro Argot Studio – una produzione TrentoSpettacoli
Sapevo esattamente cosa fosse l’amore prima d’innamorarmi è il terzo studio della compagnia Macelleria ETTORE sui Racconti di Anton Čechov. Dopo “Nostalgia del presente” (giugno 2014) in cui abbiamo indagato i rapporti umani e “Malattia della vita” (ottobre 2014) dove abbiamo affrontato il confine tra sanità e malattia, leggiamo i Racconti seguendo il filo rosso dell’amore.
Quattro attori accompagnati dalla voce e dalla musica di Renzo Rubino, danno vita a una giostra emotiva, un turbine d’incontri mancati, parole non dette, attimi rubati al tempo che fugge e dissertazioni scientifiche sull’amore. Čechov guida i nostri passi alla scoperta del nostro stesso sentire. L’amore ci rende più vicini alla vita, stravolge i nostri pensieri, le nostre abitudini, ci rende capaci di gesti straordinari e incapaci delle azioni più semplici. L’amore accade e finisce senza preavviso. È il mistero sotteso ai rapporti consumati dal tempo. Com’è possibile che ci siamo amati? E cosa resta quando l’amore finisce? Ci accadrà di amare ancora?
Nella folla di uomini e donne che vediamo apparire sul palco, riconosciamo noi stessi, il nostro incedere a tentoni nella vita e nei rapporti, col cuore gonfio di speranza e terrore. Le parole ci mancano, la testa gira, il ricordo aggredisce il presente e ci assale la voglia di vivere. Cerchiamo di restituire la verità nuda e cruda, fotografica di Čechov: vedere gli uomini nella loro realtà e rappresentarli in termini artistici di essenzialità. In questa prodigiosa galleria di ritratti, sempre diversi l’uno dall’altro, sta l’arte cechoviana di raccontare i personaggi e la loro vita: nessun uomo è uguale a un altro.
CANTIERE ČECHOV
Macelleria ETTORE avvia un percorso triennale su Anton Čechov, che parte dalla produzione di “Senza trama e senza finale” (estate 2015) – una drammaturgia originale basata sui Racconti – e culmina con la produzione de “Il giardino dei ciliegi” (stagione 2016/17).
Compagnia Macelleria ETTORE
Il gruppo nasce nel 2008 come collettivo artistico, da un progetto di Carmen Giordano che ne cura regia e drammaturgia.
Maura Pettorruso, Stefano Detassis, Paolo Pilosio, Angelo Romagnoli e Claudia de Candia sono interpreti attivi del progetto. Le scenografie, i costumi e i set video sono ideati e realizzati da Maria Paola Di Francesco. Collaborano con Macelleria ETTORE la musicista Chiarastella Calconi, la videomaker Katia Bernardi e la light designer Alice Colla.
È un collettivo di ricerca e pratica teatrale. La drammaturgia è il fulcro della ricerca. Il montaggio è lo strumento per elaborare i pezzi di una storia che ci sfugge o non c’è. La scenografia è un posto e uno spazio mentale. Un luogo poetico. L’attore è un performer. Costretto al confronto con linguaggi differenti. Libero di trasgredire regole, per crearne di nuove. La narrazione procede per accumulazione d’immagini. La regia si articola per smembramento e ricomposizione delle immagini. La regia coincide con il montaggio. Il montaggio definitivo è affidato allo spettatore. La ricerca si nutre del confronto con i maestri. Quelli che ognuno di noi ha ascoltato almeno una volta. E almeno una volta,ha desiderato tradire. Il tradimento è questione di forma. Trasferiamo il senso in un tempo e in uno spazio nostri. La pratica del gruppo è la sua poetica. Fare per essere – qui e adesso – in una forma differente. Una forma semplice e misteriosa.
APACHE nasce nel 2014 dalla volontà di Teatro Litta di dare spazio a quelle espressioni di sperimentazione, di contaminazione di linguaggi, di rischio, che altrimenti rimarrebbero relegate in riserve, come accade spesso alle espressioni più fresche e vitali del contemporaneo, nicchie che invece di preservare impediscono la crescita. Per il teatro, escludere o lasciare a festival e rassegne la cura di queste realtà costituisce un peccato mortale: limitarsi a perpetuare una forma storica e storicizzata di spettacolo significa diventare sempre più custode dello status quo e sempre meno luogo di confronto, di innovazione reale. Per questo APACHE propone da gennaio a giugno, per una settimana al mese, 6 compagnie, 6 prime milanesi, 6 tra gli esempi più interessanti di quello che si muove ogni giorno intorno, accanto e sotto di noi.
INFORMAZIONI
Sala La Cavallerizza – Repliche: da giovedì a domenica ore 19:30 – Biglietti: intero €10, under 25 e over 60 €8 – Abbonamento: APACHE 6 spettacoli €40
BIGLIETTERIA
C.so Magenta 24, Milano
– ritiro biglietti lunedì/sabato – 18:00/20:00
– informazioni e prenotazioni telefoniche lunedì a sabato – 15:00/19:30 – 02.86.45.45.45
– prenotazione mail promozione@teatrolitta.it
– prevendita online biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito e nei punti vendita Vivaticket