Lo spettacolo Der Park di Botho Strauss, diretto da Peter Stein, concorre per cinque premi. Della terna di finalisti per la migliore regia fanno parte Romeo Castellucci per Go down, Moses, coprodotto dal Teatro di Roma con altri partner europei, Antonio Latella per Natale in casa Cupiello e Alessandro Gassmann (che firmerà la regia di una delle proposte della prossima stagione del Teatro di Roma); della terna per la palma di migliore attore protagonista fanno parte Massimo Popolizio, che aprirà come regista e interprete la prossima stagione dello Stabile capitolino, e al quale abbiamo commissionato la regia di Ragazzi di vita, in occasione del quarantennale della morte di Pier Paolo Pasolini, e Filippo Timi, che ha trionfato al Teatro Argentina con il suo scoppiettante Don Giovanni; a concorrere come migliore attrice protagonista, Maddalena Crippa, straordinaria interprete, a superare se stessa, di Der Park, la nostra produzione di punta di questo 2015, in coppia con Lucia Mascino, protagonista di due applauditi tasselli del nostro Ritratto di una Capitale: nel pezzo drammatico scritto da Roberto Scarpetti, Roma Est, e in quello, al contrario comicissimo, Flaminia bloccata, scritto da Fausto Paravidino.
Come attore non protagonista compete Mauro Avogadro, sorprendente ritorno in scena di questo attore, regista, pedagogo, nei panni di Cyprian/Puck in Der Park. Attrice non protagonista Monica Piseddu, protagonista invece di Natale in casa Cupiello, indimenticabile “madre coraggio” nello spettacolo diretto con fervore e intelligenza da Antonio Latella (attrice che tornerà in scena all’Argentina, la prossima stagione, nei panni di Veronica Voss di Fassbinder, sempre diretta da Latella). Attore emergente, seppure sia già ampiamente emerso nel decennio che abbiamo alle spalle, Alessandro Averone (al suo debutto importante con Peppino Patroni Griffi nel remake di Metti una sera a cena, nel 2003, al Teatro Eliseo), per la sua stupefacente interpretazione di un giovane Minotauro nell’atto finale di Der Park.
Finalista come miglior interprete di monologo Roberto Herlitzka per Una giovinezza enormemente giovane di Gianni Borgna, nel quale è Pasolini, diretto da Antonio Calenda, spettacolo presentato con successo al Teatro Argentina lo scorso novembre. Migliore scenografo Romeo Castellucci per Go down, Moses, e Ferdinad Woegerbauer per i 36 cambi di scena di Der Park. Miglior costumista Anna Maria Heinreich, sempre per Der Park, e Fabio Zambernardi e Lawrence Steel per Il Don Giovanni di Filippo Timi. Per le musiche Luigi Ceccarelli, autore della colonna sonora di Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, scritto e diretto da Marco Martinelli, protagonista Ermanna Montanari, fra le proposte più significative della prossima stagione dell’Argentina.
Della terna di autori in competizione per la novità italiana, Roberto Scarpetti, drammaturgo “residente” al Teatro di Roma, del quale abbiamo rimesso in scena Viva l’Italia! Le morti di Fausto e Iaio, presentato al Teatro India, in coproduzione con Teatro Elfo Puccini di Milano, e al quale abbiamo commissionato uno dei 24 tasselli di Ritratto di una Capitale, fra i più toccanti e applauditi, Roma Est, e un nuovo copione sulle nuove generazioni di terroristi; in gara con Stefano Massini, autore di 7 minuti, fra le proposte della prossima stagione (regia di Alessandro Gassmann, finalista come annotato per la regia), e di Lehman Trilogy, che accoglieremo al Teatro Argentina nell’autunno 2016: capolavoro di regia e dono finale di Luca Ronconi. Nella nuova categoria introdotta quest’anno del miglior progetto luci, Pasquale Mari per Carmen, di Enzo Moscato, diretto da Mario Martone, coprodotto dal Teatro di Roma con il Teatro Stabile di Torino, ma anche Gigi Saccomandi per Il Don Giovanni di Timi.