Percorsi ed esperienze teatrali
da “Romeo e Giulietta” di Shakespeare all’ “Ulisse” di Joyce Romeo :
Basta, basta, Mercuzio! Tu parli di niente.
Mercuzio :
Giusto, giusto io parlo dei sogni
che sono figli di una mente vagabonda
pieni soltanto di vana fantasia,
che ha meno sostanza dell’aria
ed è più incostante del vento
che ora corteggia le gelide gole del nord
e poi furibondo fugge lontano
tornando al sud in cerca di calore
(Tratto da Romeo e Giulietta , W. Shakespeare)
È in questo preciso istante che muore Mercuzio.
Tebaldo in seguito affonderà la spada nel corpo di un uomo,
ormai svuotato del suo valore più grande:
la capacità di sognare.
Mentre i Montecchi e i Capuleti si disputano, i loro migliori figli muoiono.
Sono le parole di Romeo che uccidono il disilluso,
lo “spirito libero” della storia di William Shakespeare.
Perché il poeta si è arreso alla realtà?
Perché ha smesso di sognare?
Perché non è riuscito a staccarsi dalla tragedia della quotidianità?
Forse è a causa della morte di Mercuzio, che ora diventa simbolo della fantasia, dell’immaginazione, della voglia di volare, della leggerezza,
che si consuma il dramma di Romeo e Giulietta?
È la pesantezza di Romeo che tappa le ali alla mente vagabonda di chi,
a tutti i costi, vuole parlare dei sogni.
Ma cosa resta a un uomo se gli si toglie la speranza?
E se Mercuzio, oggi, potesse prendere parola e andare contro
le intenzioni del suo stesso padre-autore, cosa direbbe?
Forse vorrebbe lanciare una sfida al suo creatore,
forse vorrebbe pronunciare le parole di Romeo:
“Ma è con le ali dell’amore che ho volato fino a raggiungerti / le mura di pietra non possono fermare gli amanti / e ciò che Amore vuole Amore lo tenta sempre!”.
Forse dedicate alla poesia, anziché a Giulietta,
fatti dire al poeta, all’attore, all’artista,
questi versi avrebbero assunto un significato immortale.
Da questi pensieri, Armando Punzo,
fondatore della Compagnia della Fortezza,
comincia la sua ricerca per un nuovo lavoro.
È da questa forte esigenza, dalla voglia di continuare a sognare,
dal non volersi arrendere alla realtà,
che prende avvio il progetto “Mercuzio non vuole morire”,
nel cui percorso si colloca il laboratorio che terrà
a Gubbio presso il Centro Teatrale Umbro.
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dal 29 settembre al 3 ottobre
Centro Teatrale Umbro
Fraz. Goregge, 4 – Gubbio (PG)
Per informazioni ed iscrizioni:
tel.: 0759.258072
cell.: 338.9788533
mail: info@centroteatraleumbro.it
sito web: www.centroteatraleumbro.it