, “esponente di spicco della nuova generazione dei narratori teatrali italiani, di quel “far teatro” con passione e memoria, debutta in prima milanese al Teatro Menotti di Milano con un classico del teatro antico, in coproduzione con TieffeTeatro: un Edipo Re che seguendo le idee estetiche del grande regista russo Anatolij Vasil’ev, parte dal testo di Sofocle inserendo brani tratti dalla sceneggiatura dell’Edipo Re di Pasolini.
Tra enormi e antichi campanacci, simboli del mondo pastorale e della transumanza e la musica dal vivo di Stefano De Meo (tastiere)e Pasquale Laino (fiati), prende corpo il mito greco di Laio, il re giusto, in un’azione scenica mozzafiato e inquietante come solo il teatro greco sa essere.
Ulderico Pesce, autore e interprete del testo insieme a Maria Letizia Gorga, in scena con Maximilian Nisi, pur allontanandosi dai suoi soliti monologhi civili, non rinuncia a lanciare moniti al disorientato presente, recuperando brani musicali della tradizione popolare arbereshe, grecanica e lucana. e raccontando il mito di Edipo sotto una luce nuova.
L’Edipo di Sofocle comincia con la pestilenza che affligge la città: Laio, il re giusto, è morto da tempo e sembra che anche il suo ricordo sia in parte svanito ed è solo il ritorno di Creonte da Delfi, mandato proprio da Edipo dall’oracolo per sapere cosa fare per stroncare i mali che hanno invaso Tebe, che riporta l’attenzione su Laio, con la battuta: “Per sconfiggere la morte che sconvolge Tebe si deve trovare l’assassino di Laio”
Nella messa in scena curata da Ulderico Pesce, viceversa, s’inizia dal funerale del re Laio. E’ dalla morte di Laio che inizia il male, dalla sua uccisione avvenuta proprio per mano di Edipo.
Con la morte del re Laio è sconvolto un ordine cosmico dove l’armonia tra uomo, natura e spiritualità era totale. E’ questo sconvolgimento, provocato inconsapevolmente da Edipo, che porta la tragedia.
L’incontro fra Ulderico Pesce, Maria Letizia Gorga e Anatolij Vasil’ev avviene venti anni fa, durante la realizzazione del “Ciascuno a suo modo” di Pirandello, un progetto svoltosi fra Mosca e Roma dal 1990 al 1993, prodotto dal Teatro di Roma e dall’Accademia d’Arte Drammatica di Mosca. Ai due ex allievi del maestro si unisce la preziosa presenza di Maximilian Nisi, qui nel ruolo di Edipo, attore di formazione strehleriana e ronconiana diretto, tra gli altri, da registi internazionali quali Terzopoulos, Savary, Brandauer.
Anatoly Vassiliev, fautore di un rigoroso metodo di lavoro sull’attore, basa il suo processo di creazione partendo da improvvisazioni a cui prendono parte tutti gli attori, senza ruoli prestabiliti, fino ad arrivare alla totale acquisizione del testo e ad una messinscena che è sempre una formula aperta, dove vengono previste zone di pura improvvisazione e interazione con il pubblico. Per la prima volta in Italia, durante la realizzazione del Ciascuno a suo modo, decise di aprire al pubblico le varie fasi di lavoro dello spettacolo e da allora i suoi Etiud prevedono una fase performativa pubblica .