È difficile recensire uno spettacolo come Mummenschanz che non racconta una storia, non ha scene né musica. È una performance meramente visiva che questi straordinari artisti definiti “musicisti del silenzio” realizzano con un variopinto, originale e dinamico gioco di forme e colori, celebrazione di una creatività tanto estrosa quanto semplice, in grado di animare materiali di scarto (plastica, gommapiuma, tubi, cartoni…) e figure geometriche con spirito comico e buffa ironia. Nei loro spettacoli famosissimi e pluripremiati il sorriso e la stupefazione compare dalle labbra e dagli occhi di un pubblico senza età. Se fossimo costretti a definirlo con una parola non avremmo dubbi nel dire “magico”. Magia sia in senso teatrale con invenzioni fantastiche in un mondo immaginario surreale, sia come poesia che ci riscatta da questo mondo tecnologico e frenetico. Quando si spengono le luci della platea anche gli adulti accantonano la razionalità e si lasciano trasportare dalla leggerezza e dalla bravura degli straordinari artisti che affascinano e creano una stretta complicità con gli spettatori. Uno spettacolo entusiasmante, interattivo, che parla a tutti con la lingua delle luci e dei colori, e con quella della risata, forse ancor più antica del linguaggio musicale, che in queste scene non trova ruoli. Un’enorme carica di fantasia prende forma sul palcoscenico in un’atmosfera confidenziale e senza pretese di artificiosità che solletica continuamente l’immaginazione del pubblico. Curioso, universale, divertente per tutti.