Scritto e diretto da Veruska Rossi e Guido Governale
Con Francesco Montanari e la Compagnia Omnes Artes
Musiche originali Gemitaiz e Frenetik&Orange
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In un carcere minorile sette ragazzi sono chiusi in gabbia: il Romano, il Milanese, il Nordico, il Napoletano, il Siciliano, il Rumeno e il Libico. Feroci e spietati come leoni, pronti a fare a pugni al minimo sguardo torvo o alla prima parola di troppo, ognuno di loro porta dietro le sbarre storie diversissime ma hanno tutti una cosa in comune: si trascinano dietro una colpa e ora devono pagare. Un giorno arriva il nuovo professore del carcere, Giuseppe Scianna – interpretato da Francesco Montanari – che è alle prime esperienze lavorative e duramente osteggiato dai ragazzi che vedono nella sua presenza un’espressione di autorità. Anche se inizialmente scoraggiato, il Prof. Scianna non si arrende e insiste, non perdendosi d’animo anche davanti alle situazioni più estreme. Gradualmente diventa per quei ragazzi, che sembrano aver rinunciato ai loro sogni nel momento in cui hanno varcato le soglie del carcere, un punto di riferimento e un fratello maggiore capace di mostrare un futuro a colori agli occhi di quei ragazzi ormai abituati all’oscurità dei giorni in cella.
Per il pubblico vedere lo spettacolo è come andare sulle montagne russe: a momenti esilaranti di botta e risposta serrati tra il Prof. Scianna e i ragazzi si alternano attimi di riflessione e dolori, incubi e disillusione, per poi avere di nuovo il solletico nella pancia e ridere a crepapelle. I ragazzi della Compagnia Omnes Artes – tutti ragazzi giovanissimi tra i 14 e i 17 anni – hanno superato a pieni voti una dura prova, dimostrandosi capaci di tenere testa a un attore dal talento e dall’esperienza di Francesco Montanari ma soprattutto hanno saputo interpretare personaggi che traevano la propria forza espressiva e caratterizzazione dalla vivacità del dialetto e della credibilità dell’accento straniero, in uno spettacolo teatrale in cui lo sperimentalismo e il plurilinguismo giocano un ruolo di primo piano. È a loro che vanno i miei migliori auguri, con la speranza di rivederli presto sul palcoscenico.