con presentazione del volume Lear
a cura di Lisa Ferlazzo Natoli, Maddalena Parise, Tommaso Spinelli
edizioni minimum fax
Il progetto editoriale LEAR è a cura de lacasadargilla e minimum fax, in collaborazione con Teatro di Roma
———-
Venerdì 11 dicembre (ore 17) al Teatro Argentina Edward Bond terrà una lecture pubblica sulle questioni etiche e politiche messe in campo dal suo teatro, proprio in occasione del nuovo allestimento in prima nazionale di Lear di Edward Bond, a cura di Lisa Ferlazzo Natoli e della sua compagnia lacasadargilla. Rivisitazione dell’opera shakespeariana che diventa una tagliente e attualissima riflessione sulla violenza politica, lo spettacolo rimane in scena fino al 20 dicembre al Teatro India.
La lecture pubblica è un’occasione unica per approfondire l’impianto drammaturgico e i nodi tematici dei suoi testi. A seguire, insieme al drammaturgo inglese, Elio De Capitani e il traduttore Tommaso Spinelli presenteranno il volume Lear a cura di Lisa Ferlazzo Natoli, Maddalena Parise, Tommaso Spinelli (edizioni minimum fax). Lear è un progetto editoriale complesso che comprende la traduzione inedita del testo teatrale e altri contributi esemplari della visione del teatro e delle riflessioni sull’evoluzione culturale, politica ed economica della società di Edward Bond. Infatti, nel volume è presente l’introduzione dell’autore, due sue poesie inedite e una lunga conversazione con la regista.
Considerato da molti il più grande drammaturgo britannico vivente, Edward Bond, in attività fin dai primi anni Sessanta, è autore di più di quaranta pièce (e ha collaborato alla sceneggiatura – candidata all’Oscar – di Blow Up di Michelangelo Antonioni). Il suo teatro prende ispirazione di volta in volta da Brecht o dalla tragedia classica per arrivare a una rappresentazione vibrante e provocatoria del mondo contemporaneo.
“Nel Lear di Bond tutti vivono attanagliati dalla paura – si legge nella postfazione al libro di Attilio Scarpellini – Cordelia ha paura che le cose cambino, vorrebbe vivere in un recinto. Lear non riesce più a dormire da quando non ha più il suo esercito. Bodice e Fontanelle hanno paura del padre e una dell’altra, tanto più nel momento in cui si scoprono mostruosamente simili. Ha paura il popolo. Hanno paura i soldati. Tutti hanno paura, tranne uno, il ragazzo, il figlio del becchino che si è lasciato la morte alle spalle, e che poi diventerà un fantasma e un ricordo. Ma la paura la ritroverà alla fine, la paura che hanno tutti i fantasmi di morire fino in fondo. Dovunque la storia si sposti, si ritrova, onnipresente, il muro. (…) Ci sono muri dappertutto, come dice il vecchio re. All’epoca dell’uscita del Lear, il muro era ancora quello alzato nel centro dell’Europa, il simbolo della politica della dissuasione (…). Oggi potrebbe evocare il cosiddetto «muro di sicurezza», il serpente di cemento che si snoda tra Israele e i territori palestinesi, dividendo non solo israeliani da palestinesi, ma palestinesi da palestinesi. Ma lo sguardo di Bond vede ancora più in là, e più addentro, nella sindrome securitaria che non ha smesso di affliggerci, malgrado la distruzione delle barriere politiche all’interno dell’Europa: scruta lo spostamento delle frontiere della paura e della sicurezza dal pubblico al privato (…) L’oroscopo della paura ruota con la rotazione dei poteri, si sposta e si riproduce di padre in figlio, va dai nemici esterni a quelli interni, è il principio virale che pervade il Lear, facendone uno dei testi più esemplari sulla violenza politica, e sulla natura politica della violenza, del secondo dopoguerra. Il muro, frutto della follia e dell’ossessiva diffidenza di un vecchio, il muro che tutti odiano e giurano di voler abbattere, è una trama inesauribile e sempre ripresa, una tela di Penelope che accomuna il potere costituito e le rivoluzioni che si costituiscono in nuovo potere. (…).”
Presentando il biglietto dello spettacolo Lear di Edward Bond gli spettatori potranno acquistare il libro direttamente in teatro usufruendo di una riduzione del prezzo di copertina da 14€ a 10€