Un testo garbato e pregno di significati sottesi quello scritto (Love Letters il titolo originale) nel 1988 da A.R. Gurney (Buffalo/New York, 1930), drammaturgo, scrittore e accademico la cui singolare commedia rappresentata con notevole successo per la prima a Broadway nel 1990 continua a mietere consensi grazie alla finezza del testo soprattutto quando sono in scena attori di grande professionalità e carattere, tali da rendere un sottile affascinante piacere la lettura di questa corrispondenza lunga più di un cinquantennio.
È il caso di due interpreti eccezionali come Valeria Valeri (Roma, 1921), nome d’arte di Valeria Tulli, inossidabile e dolcissima attrice nei panni di Melissa Gardner, e di Giancarlo Zanetti (Cavalese/TN, 1941) in quelli di Andrew Makepeace Ladd III che cominciano dalla più tenera età a scambiarsi bigliettini fra i banchi di scuola, poi giovani che sbocciano alla vita con le prime pulsioni amorose e le prime delusioni fino a un destino che li separa portandoli a vivere lontano uno dall’altro, ma sempre legati da fiumi d’inchiostro che scivolano sulla carta: più composti e controllati quelli di lui, timido e con una vera passione per lo scrivere, più esuberanti e dirompenti quelli di lei che non ama molto usare la penna e si rende conto di quanto possa essere incompleta la conoscenza attraverso lettere che non rendono la fisicità delle persone tanto che vedendole si fa quasi fatica a riconoscerle.
Si dipanano così insieme agli eventi della macrostoria le due vite in un continuo fluire di contrasti e sintonie tra ironia, divertimento, amarezza, disillusione, affetto, tenerezza, amicizia, intimità che finisce con il nascondere o occultare un amore mai confessato in tutta la sua profondità e comunque scandito da continue gelosie.
Possono forse essere state le argomentazioni iniziali delle due famiglie a bloccare lo spirito d’iniziativa dei due e in particolare quello di lui che più adulto teme di perdere l’ancora di salvezza, il rifugio comunque ideale, un sogno consolatorio cui si è affezionato e di cui non può fare a meno.
Una vicinanza/lontananza ben resa dalle due scrivanie una accanto all’altro, ma separate da un certo spazio con due letture che pur non essendo dialogo diretto finiscono con il costruire una godibilissima storia avvincente, melanconica, romantica e diretta in modo egregio dallo stesso Giancarlo Zanetti capace come Valeria Valeri di sviscerare le varie sfumature di due persone ricche di qualità, ma in fondo incapaci di goderle insieme nel quotidiano dell’esistenza.