Quando si ascolta una favola o un racconto o un film alla radio è la nostra fantasia che crea ambienti, mentre le sensazioni sono create dal colore della voce narrante e dalla capacità del narratore di usare il mezzo vocale a fini espressivi.
Luca Violini, attore, doppiatore, regista, speaker dei canali Radio, possiede questi mezzi ed ha usato il semibuio del teatro Tiberini per fare “radioteatro”.
Nella fattispecie si può parlare di radiodramma, visto che l’argomento è la storia cruenta della guerra di Troia.
Luca Violini, solo in palcoscenico davanti ad un microfono e ad un leggio, dopo aver chiesto al pubblico di chiudere gli occhi, ha effettuato una lettura teatrale dell’Iliade di Omero, di quella parte che racconta l’ira, la vendetta, la pietà di Achille nei confronti di Agamennone che lo priva della schiava Briseide, di Ettore per l’uccisione dell’amico fraterno Patroclo e di Priamo a cui riconsegna il corpo del figlio Ettore. E lo ha fatto cambiando colore e registro per adattare la sua voce alle peculiarità dei personaggi. Bravo e bella l’idea, ma una regia più attenta ai volumi sonori e alla maggior visibilità delle espressioni del volto troppo nascosto e troppo in penombra, e, ripeto, qualche decibel in meno avrebbero favorito la godibilità dello spettacolo.
Purtroppo il testo non era di facile comprensione anche per chi conosceva l’argomento, specialmente nella prima parte dove si susseguono nomi e vicende, la recitazione, a volte insinuante, era per la maggior parte affannosa e violenta fino al limite dell’incomprensione della parola e l’ira del pelide Achille era accentuata da effetti sonori assordanti, mentre nelle altre due parti è stato più facile seguire la parola, perché i personaggi erano pochi e la narrazione era intramezzata dai dialoghi, fatti sempre da Violini cambiando la voce. Difficile e sconvolgente il dialogo tra Achille ed Ettore morente, commovente la voce piangente di Priamo sopra una musica morbida e suoni lunghi, intenso il dialogo con Andromaca sopra un tessuto sonoro sospeso. Suoni misteriosi dal potente effetto evocativo (alcuni da film horror) si alternavano a rumori della natura, quali il costante sibilo del vento, i gridi sinistri dei gabbiani che volano sopra i duellanti, il fragore della battaglia col suono ferrigno delle lance contro gli scudi.
Le voci femminili di Andromaca, Cassandra, Ecuba, Elena erano registrate.
Il pubblico era composto prevalentemente da alunni dei Licei Torelli di Pergola, Mamiani di Pesaro e Nolfi di Fano, preparati dall’Amat nel pomeriggio, che hanno apprezzato lo spettacolo e la formula nuova di creare sensazioni, che sarebbero state più penetranti se non fossero state disturbate da sonorità di fondo così alte e deflagranti.
Voci femminili fuori campo di Caterina Rosi e Milena Costantini, musiche e post produzione audio di Gabriele Esposto, disegno del suono Claudio Cesini, regia di Luca Violini, produzione di Quellicheconlavoce.