di Alan Bennett
Tradotto e adattato per la scena da Edoardo Erba
Personaggi e interpreti:
Mrs Ransome: Maria Amelia Monti
Mr Ransome: Paolo Calabresi
Altri personaggi: Nicola Sorrenti
Regia: Serena Sinigaglia
Aiuto regia: Annagaia Marchioro
Scene: Maria Spiazzi
Colonna sonora: Sandra Zoccolàn
Luci: Alessandro Verazzi
Costumi: Erika Carretta
Produzione: Artisti Associati
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Chi ha letto Nudi e crudi riconosce nell’assurdo furto di casa Ransome il pretesto per denunciare il consumismo e lo status che se ne trae nell’upper class britannica. La spoliazione del nido d’amore provoca effetti contrastanti sui coniugi. Lui s’incupisce allontanandosi progressivamente dalla moglie, mentre lei scopre che l’esistenza continua anche seduti sui sacchi di fagioli, gustando le spese fatte dall’indiano e i programmi trash delle cinque. Un colpo di scena precipiterà gli eventi perché alla base c’è sempre l’eterno seme della discordia, il sesso.
Serena Sinigaglia sceglie la traduzione di Edoardo Erba, indubbiamente inferiore rispetto a quella originale reperibile in commercio. Il testo è scomposto e ricomposto a proprio piacimento, rimanendo però fedele alla trama. L’idea di Sinigaglia è quella solita del teatro nel teatro, con un terzo interprete che fa da caratterista e presenta le vicende dei protagonisti, quando in realtà lo spettacolo starebbe in piedi anche senza quest’aggiunta. Maria Amelia Monti e Paolo Calabresi mancano della sottile ironia d’Oltremanica, difficilissima da riproporre se non si è autoctoni, ma nel complesso dimostrano affiatamento e coinvolgono lo spettatore nelle loro divertite o meno riflessioni. Il vero punto debole è Nicola Sorrenti, a cui la regista riserva tutti gli altri personaggi del racconto, approfonditi in maniera poco originale – c’è da mettersi le mani nei capelli se il magazziniere di Aylesbury diventa un borgataro romano. Sorrenti non conosce l’importanza della misura e finalizza la presenza sul palco a un narcisistico autocompiacimento, a un “eccomi, guardate” a tutti i costi, controproducente se non si possiedono le qualità necessarie per esigerlo.
Le scene, affidate a Maria Spiazzi, vedono nella prima parte lui e lei solcare un nudo tavolato di legno, mentre nella seconda interagiscono entro un teatrino barocco fornito di quinte, luci di ribalta e cartonate nuvole posticce. E’ davvero questo che interessa a Bennett? Perdura un’incessante colonna sonora, curata da Sandra Zoccolàn, zeppa di effetti rumoristici superflui e citazioni mozartiane eccessive – vero che il Così fan tutte è la preferita di Mr Ransome, ma da qui ad aggiungere altre opere dove e quando non serve ce ne passa.
Teatro al completo e applausi calorosi da parte dei convenuti.