In equilibrio sul filo delle parole Daniele Silvestri, con il suo ultimo album, “Acrobati”, ha dimostrato ancora una volta di avere grandi capacità di scrittura e musicali. Questo suo ultimo lavoro, infatti, ha riscosso fin dalla sua prima uscita, il 26 febbraio 2016, un grande successo che ha saputo coniugare l’affetto del pubblico con gli elogi della critica. Però, la vera sfida di ogni musicista arriva con il Tour, quando ci si confronta con il pubblico. Così il cantautore romano ha preso la sua valigia di musica e parole e ha iniziato a girare per l’Italia, dove sta riempiendo i teatri con enorme successo.
Diviso in due parti, nettamente distinte tra loro, nel concerto andato in scena il 26 aprile al Teatro Il Celebrazioni di Bologna, Daniele Silvestri ha regalato al suo pubblico più di tre ore di musica e molti momenti emozionanti. La prima parte è stata dedicata principalmente alla sua ultima fatica discografica. Si parte con “La Verità” brano intimistico che mette subito lo spettatore in una situazione di ascolto profondo e di riflessione sulla vita, sul senso dell’esistenza e sul modo di stare al mondo degli uomini. Si prosegue, sempre attingendo dall’ultimo disco con “La mia casa”, un inno all’esplorazione e conoscenza delle molte culture che abitano il Pianeta attraverso il viaggio e la curiosità, per passare a “Un altro bicchiere” brano che parla di una piaga della nostra società, l’alcolismo, alimentato molto spesso da un senso di vuoto e di precarietà che induce a voler affogare i pensieri. Dopodiché parte il brano “La mia routine” anticipato dalla domanda: “Siete abitudinari?”. Domanda alla quale è difficile dare una risposta, tanto che Silvestri non lo fa nemmeno con la sua canzone, dove si elogia la routine ma solo quando è intervallata da avvenimenti inaspettati e imprevedibili. Con “Il giardino di Psiche”, colonna sonora del film “Tutta colpa di Freud” si cambia per un attimo direzione e album, salvo poi tornare, con “Monolocale” alle sue ultime fatiche e alla capacità del cantautore di scrutare le persone, di raccontare storie e immaginare situazioni, frutto della sua immensa curiosità e sensibilità.
Seguono alcuni brani dell’album S.C.O.T.C.H. tra cui “L’appello”, dedicata a Paolo Borsellino, nella quale tutto il pubblico ha sventolato un foglio rosso dato all’ingresso, per ricordare l’agenda del magistrato sparita durante la strage e, dalla terza fila, si sono sollevate alcune fotografie di vittime della mafia. Un momento davvero toccante e commovente. Anche brani come “Precario è il mondo” e “Il mio nemico” hanno evidenziato l’impegno civile e politico del cantautore romano. In quest’ultimo testo, musica e parole sono state supportate da un video sulle conquiste sociali, dal diritto di voto delle donne fino ad arrivare alle ultime manifestazioni per i diritti civili degli immigrati, degli omosessuali e di tutti coloro che vivono sulla Terra e hanno diritto a essere felici, come meglio credono.
Bellissima la sintonia con i musicisti in scena, ben sette elementi, alcuni nuovi rispetto al passato, che vale la pena citare tutti: Piero Monterisi alla batteria, Gianluca Misiti alle tastiere, Gabriele Lazzarotti al basso, Daniele Fiaschi alle chitarre mancine, Duilio Galioto alle tastiere aggiuntive, Sebastiano De Gennaro alle percussioni e vibrafono e il bolognese Marco Santoro come seconda voce, cori e al fagotto, strumento atipico per i concerti pop/rock. Tutti i musicisti oltre ad essere bravissimi hanno dimostrato grande affinità e capacità di improvvisare e di ascoltarsi, tanto che Silvestri ha potuto, con un gioco di luci, spegnere e accendere i suoi musicisti a comando, assegnando un colore a coppia. Un giochino divertente e suggestivo da vedere che nasconde l’affiatamento della band.
La seconda parte del concerto ha portato non solo un cambio di registro, ma un vero e proprio cambio di scena. Un’ambientazione circense, presagio di uno spettacolo più divertente e leggero, apre le porte anche ai più grandi successi di Daniele Silvestri, quelli tanto amati, cantati e ballati dal suo pubblico. Non poteva mancare però il suo ultimo singolo, che dà il titolo all’album, “Acrobati”, un brano su come cambia la visione del mondo secondo la prospettiva da cui si osserva. Il clima si fa sempre più caldo con “La guerra del sale” Caparezza, proiettato su uno schermo gigante, accompagna il cantautore romano in un duetto virtuale. Molto divertente e coinvolgente è la parte in cui è proprio il pubblico a scegliere i brani dell’ampio repertorio di Silvestri. Ormai molti sono in piedi a ballare i suoi brani più celebri e l’atmosfera sembra proprio quella di una bella festa che vorresti non finisse mai. E, sebbene stanco, Daniele Silvestri non si risparmia e suona fino allo stremo delle forze spinto dal grande calore che il pubblico di Bologna gli ha dimostrato e che sicuramente gli riserverà il pubblico dell’Italia intera. Perché lo merita. Davvero.
Tutte le date del tour su www.danielesilvestri.it