Oltre 50 giovani artisti e tre prestigiose istituzioni, il Conservatorio Santa Cecilia, l’Accademia Costume & Moda e l’Accademia di Belle Arti che lavorano per la prima volta in sinergia con il Teatro Eliseo sono gli elementi costitutivi di Corti ma lirici, piccolo, grande progetto virtuoso all’insegna dell’opera lirica che incontra i giovani.
“I grandi teatri di tradizione non hanno mai fatto innovazione – spiega Luca Barbareschi, direttore artistico delle storiche sale romane restituite alla città solo pochi mesi fa – È importante creare prodotti che possano interagire con il pubblico: l’idea è quella di rompere con il linguaggio tradizionale ed è un discorso che stiamo portando avanti anche con la prosa e il cinema.”
Le tre micro opere, E luce fu (su libretto di Aurora Martina Meneo e musiche di Angela Bruni), Rest in picture (su libretto di Fabio Marson e musiche di Luca Incerti), La sopravvivenza della specie (su libretto di Sara Cavosi e musiche di Giuseppe Zampetti) saranno rappresentate venerdì 20 e sabato 21 maggio al Teatro Eliseo (ore 20) con l’Orchestra del Conservatorio di Santa Cecilia diretta da Claudia Patanè che è stata fra i protagonisti della stagione concertistica della domenica mattina nata dalla collaborazione fra l’Eliseo e il Conservatorio di Via dei Greci.
“È importante offrire ai giovani la possibilità di poter lavorare: l’idea di realizzare delle micro opere liriche di 20 minuti ciascuna è un momento raro. Tre giovani compositori hanno composto tre brevi opere liriche su testi di giovani drammaturghi-librettisti e hanno la possibilità di veder realizzate le loro opere in scena – spiega Alfredo Santoloci, Direttore del Conservatorio di Santa Cecilia – Si tratta di tre opere diverse che sfruttano un linguaggio moderno indirizzato ai giovani che può essere facilmente fruibile, ma che sono unite da un sottile fil rouge”.
Ogni corto sviluppa una parabola autonoma, ma all’insegna dello stesso tema, prescelto, e il mistero del nostro vivere comune davanti ad un probabile Dio, a una probabile vita, a una probabile morte: le regie sono di Roberto Cavosi, fondatore dell’Associazione Culturale Oltreconfine, che ha curato anche l’ideazione del progetto nato da un laboratorio per giovani autori e realizzato con il sostegno della SIAE.
“Confrontarsi con questi corti è “un esperimento” che richiede cura e poesia – spiega Cavosi – I temi in qualche modo metafisici dei tre libretti nonché la musica che li accompagna vanno trattati come piccole preghiere anche se naturalmente laiche. Nelle tre opere emergono infatti le contraddizioni del nostro vivere comune contrapposte al grande mistero della vita e della morte, un confronto anche tragicomico che mette a nudo le nostre debolezze, la nostra tanto ineluttabile quanto umoristica fragilità umana”.
Fra i propositi del progetto multiculturale, che si avvale della collaborazione di Antonio Di Pofi (del Conservatorio di Santa Cecilia, cui è affidato il coordinamento musiche), di Andrea Viotti (dell’Accademia Costume e moda per il coordinamento costumi), di Enrico Liuzzi (dell’Accademia delle Belle Arti per il coordinamento scenografie) e la partecipazione di giovani artisti talentuosi (età media, 25 anni) e anche la volontà di ribadire l’importanza dell’artigianalità del made in Italy, culturale e materiale, a livello internazionale.
“Un piccolo progetto virtuoso che fa della formazione un momento unico per sperimentare modelli innovativi, individuare giovani talenti, incoraggiare l’innovazione linguistica e sostenere la nostra più celebrata tradizione: l’Opera Lirica” ha concluso Barbareschi.