La decima stagione artistica del Teatro Comunale di Vicenza è stata presentata giovedì 23 giugno 2016 alla presenza del nuovo Presidente della Fondazione Roberto Ditri, alla sua prima uscita in questo ruolo, e del Vicesindaco e Assessore alla Crescita del Comune di Vicenza, Jacopo Bulgarini d’Elci; presenti anche i referenti artistici delle sezioni: Patrizia Baggio, per Arteven per la prosa, Loredana Bernardi, consulente di Arteven per la danza, Piergiorgio Meneghini, direttore artistico della Società del Quartetto di Vicenza per la concertistica e per la sinfonica, con i presidenti, rispettivamente Paolo Pigato per il Quartetto e Franco Scanagatta per l’Orchestra del Teatro Olimpico.
“È un grande onore lavorare per un progetto culturale di questa portata; è mia intenzione proseguire nel solco già tracciato, cercando di contribuire con nuove forze ed energie, a costruire un’idea di spettacolo di qualità, condivisa con il pubblico. energie, a costruire un’idea di spettacolo di qualità, condivisa con il pubblico. Mi piacerebbe, vista l’importanza del progetto generale, una crescita con tutti gli attori culturali del territorio, a livello cittadino, provinciale e regionale, per arrivare ad una dimensione nazionale ed europea degli eventi di spettacolo e del nostro patrimonio culturale. Impegno, ma anche intrattenimento, questo è quanto mi auguro per il Teatro Comunale di Vicenza. Un percorso orientato a traguardi ambiziosi è quanto propongo per i progetti culturali di ampio respiro, ovviamente condivisi con gli altri attori culturali”, sono le prime affermazioni del Presidente Ditri.
La programmazione 2016/2017
È una stagione ricca di proposte di qualità, con sguardi importanti ai temi della contemporaneità e delle sue problematiche, ma anche con momenti di leggerezza e di sano divertimento, quella proposta al pubblico del Teatro Comunale di Vicenza, un pubblico fidelizzato che segue con passione gli spettacoli programmati, come dimostrano come dimostrano i 50.000 biglietti e abbonamenti venduti nella passata stagione e gli oltre 2.000 abbonati, un numero di tutto rispetto nel panorama teatrale del Veneto.
E il Teatro Comunale si conferma come un motore culturale in grado di generare stimoli di riflessione e di proporre eventi di livello, come testimonia il suo posizionamento, a livello regionale e non solo, nell’offerta di spettacolo dal vivo: per la passata stagione basti citare il sold out di tutti gli spettacoli di danza, eventi unici come il concerto per piano solo di Michael Nyman o lo spettacolo musicale di Nicola Piovani, i numerosi appuntamenti, anche con interpreti di prima grandezza, della concertistica, la nuova veste giovanile dell’Orchestra del Teatro Olimpico, la ridefinizione della stagione di prosa, con nomi importanti e titoli di effetto.
Ancora più evidente, nella nuova stagione artistica, sarà questa volontà di dare un’identità e un filo conduttore importante agli spettacoli: l’indiscusso livello artistico e le compagnie internazionali, per la danza; i titoli del grande Teatro, i protagonisti più amati dal pubblico, ma anche l’impegno civile, per la prosa e le straordinarie interpretazioni al femminile, per la prosa al Ridotto; interpreti di caratura internazionale ed esecuzioni di partiture integrali saranno invece la cifra distintiva della concertistica, mentre sotto il segno della carica innovativa dei giovani esecutori sarà la sinfonica, realizzata con la collaborazione dell’Orchestra del Teatro Olimpico, con la guida attenta del maestro Alexander Lonquich.
Varietà (non solo come genere di spettacolo) sarà la parola chiave per gli spettacoli fuori abbonamento, dove non mancherà l’ironia di comici e di interpreti noti al grande pubblico (Flavio Insinna, Lillo&Greg), ma ci sarà spazio anche per l’operetta, il musical, le danze folkloristiche, a grande richiesta del pubblico.
Saranno annunciati invece dopo l’estate i titoli e le sezioni dei Progetti Formativi (Danzare per Educare, Opera Domani, il Teatro per Ragazzi), i nomi delle giovani compagnie ospitate per le residenze artistiche e la programmazione del Cinema al Ridotto, con i film e i documentari sugli artisti più importanti della storia dell’arte e le proiezioni live dei grandi balletti e delle opere liriche trasmesse dai più prestigiosi teatri del mondo, dal Bolshoi all’Opéra di Parigi, dal Met alla Royal Opera House; si tratta anche per il Cinema di una sezione di pubblico molto fidelizzata, come dimostrano gli oltre 1.500 biglietti venduti nella stagione scorsa.
Saranno più di 60 le date di spettacolo nel cartellone del Teatro Comunale di Vicenza (57 titoli, 9 per la danza, 13 per la prosa, 14 per la concertistica, 7 per la sinfonica, 6 per i fuori abbonamento, più 5 progetti formativi e 3 residenze artistiche in fase di definizione) tralasciando ovviamente gli appuntamenti al Cinema, eventi caratterizzati da un profilo artistico di forte carattere e da indiscussa qualità.
La decima stagione artistica del Teatro Comunale di Vicenza, in programma da ottobre 2016 a maggio 2017, prenderà avvio con un evento speciale fuori abbonamento, il concerto della Mahler Chamber Orchestra, diretta da Daniel Harding in programma sabato 8 ottobre, mentre sabato 31 ottobre avrà luogo l’inizio della stagione per gli abbonati, con l’esibizione pianistica di Beatrice Rana, che eseguirà l’integrale delle Variazioni Goldberg di Johan Sebastian Bach.
Grandi artisti e compagnie molto conosciute, titoli attesi dal pubblico e numerosi spettacoli freschi di debutto, esecuzioni musicali di straordinario livello, si alterneranno nei cartelloni che andranno ad animare le diverse sezioni artistiche della programmazione 2016/2017.
I nomi per la danza, Vicenza Danza XXI edizione, saranno quelli dei Momix, che tornano sempre con piacere sul palcoscenico del Comunale, questa volta con la nuova edizione del loro celebre “Opus Cactus”; a seguire l’Alonzo King Lines Ballet, compagnia americana, icona della danza mondiale, caratterizzata da uno stile sospeso tra la purezza neoclassica e la danza afroamericana, per continuare con la raffinata interpretazione de ““La Bella e la Bestia” del Malandain Ballet Biarritz, altro gradito ritorno. Un’originale incursione sarà invece quella di “Billy Elliot il Musical” ripreso dell’omonimo film, basato su una storia vera, simbolo della voglia di danzare contro ogni pregiudizio e avversità. Un altro interessante appuntamento con la danza europea sarà quello con i Balletboyz, formazione britannica al maschile che proporrà due originali creazioni di coreografi contemporanei, naturalmente con lo stile esuberante, ricco di energia e carica emozionale che li contraddistingue. Seguirà una serata di tango, genere sempre molto amato dal pubblico, nella sua versione attualizzata da contaminazioni contemporanee, uno spettacolo di tango fusión proposto dalla Compañia Leonardo Cuello. L’ultimo appuntamento con la danza in Sala Grande sarà con uno spettacolo interamente dedicato al balletto classico di Marius Petipa, coreografo importantissimo nella storia del genere, una “Serata Petipa” proposta dal Balletto dell’Opera di Bordeaux che presenterà estratti dei balletti dell’autore, tra i più celebri e conosciuti. Saranno due invece gli appuntamenti con la danza al Ridotto, dedicati al teatro danza e alla danza di ricerca, “Xebeche” una produzione E / Gruppo Nanou e “Odio” della Fattoria Vittadini.
Completamente rinnovata si presenta la stagione di prosa, dal titolo emblematico Il teatro è qui:
se da un lato continuerà a mantenere intatto il profilo di qualità, dall’altro diversificherà ulteriormente l’offerta; gli spettatori potranno infatti comporsi un abbonamento personalizzato, scegliendo tra tutti i titoli della prosa in Grande e prosa al Ridotto (tutti e 13, oppure i 5 al Ridotto, oppure 6,7 o 8 spettacoli in Sala Grande).
Si partirà in novembre con “Smith&Wesson” nuovo lavoro teatrale di Alessandro Baricco, per la regia di Gabriele Vacis, interpreti Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi; il secondo appuntamento sarà, in via eccezionale, con la danza di grande forza interpretativa dei Momix, mentre il terzo vedrà in scena il testo per eccellenza del teatro, “Amleto” di William Shakespeare, con Daniele Pecci, anche nelle vesti di regista, protagonista della tragedia con Maddalena Crippa. A seguire sarà presentato un altro testo epocale della drammaturgia di tutti i tempi, “L’Avaro” di Molière, protagonista Alessandro Benvenuti, regia di Ugo Chiti, in una nuova edizione che debutterà in estate. Si passerà poi al teatro di impegno civile con “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, spettacolo teatrale ispirato all’omonimo film, che riprende in versione partenopea il tema delicato e scottante degli ospedali psichiatrici giudiziari, per la regia di Alessandro Gasmann.
Ci saranno altri appuntamenti dedicati ai temi del vivere contemporaneo, proposti con ironia e sagacia: “Human” spettacolo scritto e interpretato da Marco Balliani (che è anche il regista) e Lella Costa, scene e costumi di Antonio Marras, musiche originali di Paolo Fresu con Gianluca Petrella, che debutterà ad inizio luglio al Ravenna Festival, sulla problematica, difficile e irrisolta, delle migrazioni, viste secondo un’interpretazione culturale in grado di scardinare molti luoghi comuni. Sarà dedicato invece alla questione armena, raccontata con umorismo ed ironia dalle straordinarie interpreti, “La bastarda di Istanbul”, riduzione teatrale tratta dall’omonimo romanzo di Elif Shafak, regia di Angelo Savelli. Sarà un appuntamento di teatro musicale, l’ultimo spettacolo della prosa in Grande, ovvero “Quello che non ho” interpretato da Neri Marcorè che sul palco reciterà e canterà, in uno spettacolo ispirato all’indignazione civile di Pier Paolo Pasolini e agli umili e ai dimenticati delle canzoni di Fabrizio De Andrè,
Molto articolata sarà anche la prosa al Ridotto, con una declinazione tutta al femminile degli spettacoli, grazie all’inedita e originalissima carrellata di interpretazioni di straordinario valore: dopo l’inizio con “WikipierA”, intervista spettacolo a Piera Degli Esposti, condotta da Pino Strabioli, si passerà a “Donna non rieducabile”, un monologo scritto da Stefano Massini e affidato all’interpretazione di una toccante Ottavia Piccolo, nel ruolo della giornalista Anna Politkovskaja, assassinata dal regime sovietico per la sua lotta in favore dei diritti civili e contro la guerra in Cecenia. Ancora un monologo, ispirato ai canti e ai personaggi della Divina Commedia, sarà invece “Vergine Madre” di e con Lucilla Giagnoni, narrazione poetica ad alto grado di emotività. Toccherà invece ad una coppia di attrici brillanti come Marina Missironi e Alessandra Faiella portare in scena “Rosalyn” di Edoardo Erba, regia di Serena Sinigaglia, un’originale commedia noir che riuscirà nell’intento di far ridere pur parlando di temi tragici. E ancora venato di surreale ironia sarà l’ultimo appuntamento del Ridotto, con “Mariti e mogli” di Woody Allen, riduzione teatrale dell’omonimo film del 1992 del regista newyorchese, interpretato da Monica Guerritore (che dello spettacolo sarà anche regista) e da Francesca Reggiani.
Per la sezione Concertistica, ovvero la stagione 107 della Società del Quartetto, il leitmotiv sarà la presenza di eccellenze musicali: 13 concerti in abbonamento, da ottobre 2016 ad aprile 2017, un’anteprima sontuosa, stelle del concertismo internazionale, ben 8 serate monografiche, una prima esecuzione mondiale, 200 artisti sul palco del Comunale.
Il concerto inaugurale sarà quello pianistico di Beatrice Rana con le Variazioni Goldberg di Bach, per proseguire con il raffinato quartetto d’archi ungherese Kelemen Quartet che proporrà tre capolavori della letteratura quartettistica: il “Razumovsky” di Beethoven, il numero 3 di Bartók ed il Quartetto op. 30 di Cajkovskij. Ancora in novembre arriverà il Trio di Parma con il suo leader storico Enrico Bronzi e la “guest star” di Guglielmo Pellarin (Primo Corno dell’Accademia di Santa Cecilia) per una serata nella quale, dedicata a Brahms e a compositori contemporanei (Gianluca Cascioli).
In dicembre sarà la volta dell’ensemble di percussioni più celebre al mondo, Les Percussions de Strasbourg, che debutterà a Vicenza con un programma ambientato nella seconda metà del Novecento e con la prima esecuzione mondiale del brano “Sange” della compositrice giapponese Malika Kishino.
Ancora in dicembre ci sarà un ritorno a grande richiesta del pubblico, quello di Cameron Carpenter, tastierista statunitense che ritorna al Comunale dopo l’esecuzione trionfale “ai comandi” del doppio pianoforte Borgato; in programma ci sarà molto Bach, ma anche arrangiamenti da Wagner, Piazzolla, Cajkovskij e una serie di improvvisazioni dello stesso Carpenter.
Nel nuovo anno si partirà con L’Hèsperos Piano Trio, formato da Filippo Lama, Stefano Guarino e Riccardo Zadra, che affronterà pagine raffinatissime del Beethoven cameristico; a seguire, un grande solista, il sommo pianista rumeno Radu Lupu che ritorna al Comunale per proporre Haydn (Andante e Variazioni in fa minore e Sonata in mi bemolle maggiore), le evanescenti “Estampes” di Debussy, per concludere con le sognanti “Stagioni” di Cajkovskij.
Ci sarà in febbraio un altro graditissimo ritorno, quello del Quartetto di Cremona, impreziosito dalla partecipazione di Andrea Lucchesini al pianoforte; i quattro archi cremonesi proporranno una serata interamente dedicata alla scoperta di Camille Saint-Saëns.
Seguirà a stretto giro l’atteso concerto della trentacinquenne violoncellista argentina Sol Gabetta, star riconosciuta a livello mondiale, che si esibirà accompagnata al pianoforte da Bertrand Chamayou (in programma Schumann, Beethoven e Chopin). Ancora in febbraio la voce baritonale di Matthias Goerne, con l’accompagnamento al pianoforte di Alexander Schmalcz, sarà l’assoluta protagonista della seconda puntata nel mondo dei cicli liederistici di Schubert, con “Die schöne Müllerin”.
Tutto dedicato a Bach sarà invece il programma proposto dall’Accademia d’Archi di Bolzano (Streicher Akademie Bozen), in marzo, per festeggiare con il pubblico vicentino il trentennale di attività. Per la speciale occasione l’ensemble potrà contare sulla prestigiosa partecipazione di Louise Pellerin (oboe) e del celebre violinista tedesco Frank Peter Zimmermann nel doppio ruolo di solista e direttore. Ancora un capolavoro di Bach nel concerto successivo, in aprile, quando Coro e Orchestra Barocca Andrea Palladio si cimenteranno nella monumentale Messa in si minore sotto la direzione di Andrea Marcon, direttore italiano fra i più stimati all’estero, particolarmente nel repertorio barocco. Sempre in aprile, per il finale di stagione, Filippo Gamba al pianoforte seguirà le 32 Sonate di Beethoven, un nuovo appuntamento dell’integrale, in rigoroso ordine cronologico, ormai all’epoca della “Patetica” e dei grandi capolavori.
Di grande respiro anche il cartellone della sezione sinfonica, con l’Orchestra del Teatro Olimpico che andrà a riproporre l’impostazione delle ultime edizioni, visto il crescente entusiasmo con il quale l’orchestra rinnovata è stata seguita dal pubblico. Con Alexander Lonquich nel ruolo di direttore principale per la terza stagione consecutiva, la Oto sarà protagonista di 6 concerti nei quali saranno proposti alcuni capisaldi della grande epoca classica e romantica gettando più di uno sguardo in avanti (ai vari Stravinskij, Prokof’ev, Poulenc, Mahler e Debussy) ed uno solo al passato, con le Sinfonie di Carl Philipp Emanuel Bach.
L’apertura sarà in ottobre con Lonquich sul podio e la prestigiosa presenza solistica di Carolin Widmann, quarantenne violinista tedesca, in programma il celeberrimo Concerto in mi minore di Mendelssohn e, a seguire, l’Ouverture Coriolano e la Settima Sinfonia di Beethoven.
In dicembre Alexander Lonquich si cimenterà ancora una volta, nel doppio ruolo di direttore e solista, in un programma che prevede l’esecuzione delle due Sinfonie di Carl Philipp Emanuel Bach, seguite dalla memorabile pagina mozartiana (la Sinfonia “Haffner”), per proseguire con Schumann, dapprima con l’Ouverture “Hermann und Dorothea” e per proporre nel gran finale lo spumeggiante Concerto per pianoforte e orchestra in la minore.
Molto interessante sarà il primo appuntamento del nuovo anno: sotto la direzione di Lonquich, sarà Elio (Stefano Belisari, il leader delle “Storie Tese”) a raccontare due favole musicali “classiche” di grande successo: “L’Histoire de Babar” di Poulenc ed il “Pierino e il Lupo” di Prokof’ev. Completano il programma, rimanendo in un’atmosfera sognante, due deliziose Suite per piccola orchestra di Stravinskij. In febbraio sarà il giovane venezuelano Dietrich Paredes a dirigere la Oto in un programma che contempla “Le Ebridi” di Mendelssohn e la terza Sinfonia di Schumann; al pianoforte la ventunenne pianista coreana Chloe Mun, vincitrice del Concorso di Ginevra e del Premio Busoni, ad eseguire il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Chopin.
In marzo ci sarà l’unico concerto monografico, con Lonquich sul podio della Oto e Alexander Janiczek, al violino, per una serata dedicata a Brahms, di cui sarà eseguito il Concerto per violino in re maggiore e la Sinfonia n. 4 in mi minore.
La stagione si concluderà con il concerto diretto da Umberto Benedetti Michelangeli, figlio e nipote d’arte, con un programma che mette insieme Mahler, Debussy e Beethoven.
Come di tradizione, la Oto sarà protagonista anche del Concerto della notte di San Silvestro, diretta nell’occasione dal maestro tedesco Carlos Spierer, con la partecipazione del tenore messicano Dante Alcalà; lo scoppiettante programma comprenderà celebri arie d’opera di Donizetti, Verdi, Puccini e brani di Strauss e di Caikovskij.
Molto interessante e sicuramente originale sarà anche la programmazione degli spettacoli fuori abbonamento proposti dalla Fondazione, un mix di generi diversi, a forte richiesta del pubblico: si partirà con lo spettacolo di fascinazione allo stato puro dei fantasmagorici danzatori-acrobati statunitensi Momix, per passare poi alle danze folkloristiche del primo dell’anno dell’Hungarian State Folk Ensemble. A seguire sarà in scena “Musical”, nuovo, elegante spettacolo musicale della Compagnia della Rancia e Giampiero Ingrassia caratterizzato da una colonna sonora con canzoni e interpretazioni che hanno segnato la storia del genere. Un altro musical, dai toni fiabeschi e ispirato a vicende storiche diventate pop grazie all’omonimo film, sarà “Sissi”, una nuova produzione della Compagnia Corrado Abbati. Originali e diversi per ispirazione saranno anche le altre proposte, come “La macchina della felicità” spettacolo musicale presentato da Flavio Insinna e la sua Piccola Orchestra, e ancora il titolo cult dell’operetta, ovvero “La vedova allegra” musica di Franz Lehár, ancora una produzione Compagnia Corrado Abbati. Per concludere, il divertimento e la comicità surreale di “Lillo&Greg Best of”, il meglio delle battute del duo comico, conosciutissimo dal grande pubblico. Una programmazione all’insegna di una proposta di spettacolo molto varia, per un teatro “di tutti” come il Comunale si propone di essere, nella mission e nell’offerta.
Assetto istituzionale, attività di rete e dati di sintesi
La Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza è stata istituita nel 2007 per gestire il Teatro Comunale di Vicenza; i soci sono il Comune di Vicenza, la Regione del Veneto, la Banca Popolare di Vicenza e la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. L’attività della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’istituzione che gestisce il Teatro, è resa possibile grazie ai loro contributi (quote annuali che costituiscono il fondo di gestione) e al sostegno economico di partner e sponsor che, a vario titolo, credono nell’investimento in cultura: Fiamm, Gruppo Mastrotto, Develon, Colorcom e AIM Energy come partner; AC Hotel, Gruppo AFV Beltrame, Inglesina, Confartigianato Vicenza, Fondazione Giuseppe Roi, Burgo Group, Confcommercio, A.B. Solute, Lions Club Vicenza Palladio, Telemar, ConGusto, Cantine Vitevis, come sponsor; Il Giornale di Vicenza per la cultura come media partner.
Il Teatro Comunale di Vicenza è capofila della rete Teatri Vi.Vi. (rete aperta tra i Teatri di Vicenza e i maggiori centri della provincia, Arzignano, Bassano del Grappa, Schio e Thiene) nata per promuovere la collaborazione tra le istituzioni promotrici e diffondere la conoscenza del teatro, favorendo la partecipazione del pubblico a spettacoli, anche in luoghi diversi.
Il Teatro Comunale è attivo anche nella promozione dell’attività di di alcune giovani compagnie teatrali (ad esempio Stivalaccio Teatro) e partecipa alle più importanti reti operative a sostegno della giovane danza d’autore, tra cui Residance e, in collaborazione con Torino Danza, Amat, e Arteven, al progetto coreografico C4C Call4Choreographer.
Dal punto di vista economico-finanziario sono dati positivi quelli derivanti dall’attività caratteristica del Teatro, ovvero l’attività che l’organizzazione è in grado di produrre autonomamente (i ricavi derivanti dagli incassi, dalla gestione della biglietteria, dalle locazioni degli spazi interni del Teatro e i contributi pubblici destinati all’organizzazione di specifiche rassegne). Dai dati di bilancio approvati dall’Assemblea dei Soci a fine aprile si evince che anche il numero dei biglietti venduti nella stagione conclusa è considerevolmente aumentato rispetto alla stagione precedente (+ 18.6%), con una ricaduta positiva sul bilancio di oltre 138.000 euro (+138.730 per la precisione), corrispondente ad un aumento del 36%.
Da sottolineare che dal 2007, anno di fondazione del Teatro, il valore di produzione generato ha sempre registrato una tendenza positiva di crescita: l’esercizio relativo all’attività 2015 si attesta su un valore economico di circa 1.800.000 euro (1.792.812 per l’esattezza), soprattutto grazie ai ricavi del Teatro Comunale di Vicenza come sede di eventi. Il 2015 si è chiuso infatti con un segno + di quasi il 10% rispetto al 2014 sull’utilizzo delle sale interne, passando da 224 a 244 giornate di utilizzo (sono compresi nel dato gli utilizzi per gli appuntamenti artistici della stagione). Il dato si riflette positivamente sul conto economico, e così i ricavi per affitto e concessione delle sale passano dai 242.000 euro del 2014 ai 310.000 euro nel 2015, con un incremento pari al 22%. E rappresenta ancor più un motivo di orgoglio aver raggiunto questi risultati, nonostante i timori all’inizio della scorsa stagione per la diminuzione delle quote dei soci fondatori (l’uscita di Confindustria Vicenza). Considerato il trend positivo del Teatro come location di eventi, avrà sicuramente delle ricadute positive la scelta di prolungare l’attività durante l’estate, per offrire al pubblico nuove opportunità di intrattenimento, con i numerosi eventi che saranno ospitati all’esterno nella terrazza “Mazzini 39”.
Si tratta di dati che testimoniano il valore economico generato dalle attività della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in un contesto di sistema e in un panorama regionale molto critico, che mettono a frutto l’intenso lavoro del “sistema produttivo” Fondazione guidata negli ultimi sei anni da Flavio Albanese.
Il pubblico
Se quasi 3.000 sono stati gli abbonamenti venduti per la stagione artistica appena conclusa, più di 50.000 i biglietti emessi per gli spettacoli ed i concerti, quasi 5.000 gli studenti che hanno partecipato ai Progetti Formativi promossi dalla Fondazione, 200 gli eventi all’interno del Teatro (appuntamenti della stagione artistica ed eventi ospitati), per un totale di oltre 100.000 presenze annue, sono tutti dati che confermano la vitalità del Teatro Comunale di Vicenza, nel suo ruolo di polo culturale della Città, e non solo, di riferimento artistico per un pubblico sempre più ampio, di luogo di aggregazione e location scelta anche per eventi di altro genere.
Sono rilevanti anche i dati di “affluenza fidelizzata”, ovvero gli abbonati, delle singole Stagioni: oltre 990 gli abbonamenti per la prosa, 576 gli abbonamenti della danza, 491 quelli della Concertistica e 439 quelli della Sinfonica.
Si tratta di un pubblico appassionato (abbonati + spettatori), che ha espresso un alto gradimento sugli spettacoli (oltre il 90% con un valore compreso tra 3 e 5, su un totale di 5) come dimostrano i dati raccolti con i questionari a fine stagione; oltre 600 spettatori hanno inoltre inviato le loro considerazioni online, testimoniando da un lato l’interesse, dall’altro la familiarità con la digitalizzazione. Quasi il 50% del pubblico utilizza il web (email, internet, sito, social) per tenersi informato sulle attività del Teatro Comunale, percentuale che sale all’88% per gli spettatori under 50, mentre l’altra metà del pubblico si affida per l’informazione sulle attività del Teatro ai media cartacei.
È un pubblico prevalentemente femminile (65%) e in linea con il trend nazionale principalmente adulto (oltre il 60% degli spettatori ha un’età compresa tra i 51 ed i 70 anni). Resta costante la percentuale di pubblico più giovane, con gli under 40 che rappresentano oltre il 16% del pubblico totale (di questi la metà è under 30). Sono spettatori che amano approfondire quello che vedono, come conferma il gradimento agli Incontri con l’autore (82%) e il tipo di interessi dichiarati.
L’interazione e la presenza sui social
Il Teatro Comunale di Vicenza ha perseguito con determinazione la strategia della presenza online per stimolare l’interazione del pubblico anche sulla rete: il sito internet www.tcvi.it ha mensilmente 16.000 visitatori unici, per una media di 60.000 pagine visitate; la pagina Facebook ha 6.500 fan e il profilo Twitter conta 2.000 follower. L’approccio 2.0 che, in tutte le presenze social è riconoscibile dall’hashtag #TCVi, consente a molti utenti di condividere le proprie esperienze in Teatro all’interno del Diario 2.0 del Teatro, piattaforma facilmente accessibile anche dalla homepage del sito ufficiale. La App ufficiale del Teatro, realizzata un paio di anni fa, è stata finora scaricata da circa 1.500 utenti; nella prossima stagione artistica i possessori di smartphone con sistema operativo Android e iOS, potranno accedere a contenuti extra, inediti, grazie ad un nuovissimo progetto di sviluppo attualmente in elaborazione.
La rete risulta particolarmente efficace anche per la vendita dei biglietti: più del 50% viene infatti acquistato online, confermando la tendenza alla digitalizzazione del pubblico del Comunale anche negli acquisti.
Informazioni su spettacoli, biglietti e abbonamenti
Il rinnovo degli abbonamenti inizia lunedì 4 luglio 2016 e prosegue fino a venerdì 29 luglio; riprende poi dal 13 al 17 settembre, mentre il 22 e il 23 settembre sarà possibile effettuare il cambio posto o tipologia di abbonamento; i nuovi abbonamenti saranno in vendita da martedì 27 settembre. I biglietti saranno in vendita da martedì 4 ottobre.
Sono numerose le formule di abbonamento previste: oltre alle quattro sezioni classiche (danza, prosa, concertistica e sinfonica), sarà possibile acquistare l’abbonamento Mini-Danza (3 spettacoli nella recita pomeridiana della domenica), gli abbonamenti per la Danza e Prosa al Ridotto, il tradizionale Tutto Musica (che prevede complessivamente 19 concerti, ovvero la programmazione integrale delle sezioni sinfonica e concertistica) e l’abbonamento Musica Breve (8 concerti). La novità della stagione è rappresentata dalla Prosa con 13 titoli in un unico cartellone (tutti gli spettacoli in Sala Grande e al Ridotto); accanto alle tipologie di abbonamenti tradizionale (6 spettacoli in Sala Grande oppure 5 spettacoli al Ridotto) formule che l’abbonato potrà naturalmente rinnovare, si potrà scegliere “costruendo” un abbonamento personalizzato: 13 titoli (tutti gli spettacoli), oppure 7 o 8 titoli della Prosa in Sala Grande.
I prezzi degli abbonamenti sono praticamente rimasti invariati rispetto alla passata stagione e molte agevolazioni sono offerte agli abbonati: sconti sull’acquisto di biglietti per il 69° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico; sconti sull’abbonamento, come pure sui biglietti per gli spettacoli fuori abbonamento, per chi acquista più sezioni del cartellone.
I biglietti per gli spettacoli delle sezioni artistiche, che saranno in vendita da martedì 4 ottobre e fino alle date di inizio delle singole stagioni se non esauriti in prevendita, hanno subito variazioni di prezzo davvero minime: si va dai 50 euro (biglietto intero) per il Concerto di fine d’anno della OTO, per arrivare ai biglietti under 30 in vendita a 10,60 euro, per gli spettacoli di Concertistica, Sinfonica e danza al Ridotto.
Danza
Una programmazione di eccellenza per VicenzaDanza XXI edizione, la stagione del Teatro Comunale caratterizzata da novità di grande prestigio – come l’ultimo spettacolo dei sempreverdi Momix, la nuovissima creazione del raffinato Malandain Ballet Biarritz, il musical per antonomasia sulla danza, Billy Elliot nella sua versione italiana che debutterà il prossimo anno – fino alle creazioni dei più interessanti coreografi della scena contemporanea: dallo statunitense di origini afroamericane Alonzo King, estimatore di Balanchine e danzatore per Alvin Alley e l’American Ballet Theatre, ad autori della nuova generazione come Pontus Lindberg e Javier de Frutos portati in scena dai Balletboyz). Proposte, dunque, che attraversano i generi più diversi con una costante attenzione all’espressione coreutica contemporanea, con incursioni nel tango fusión di Leonardo Cuello e naturalmente un doveroso omaggio finale al grande balletto classico con la Serata Petipa; una stagione di alto profilo in cui tutti gli appassionati e i cultori possono trovare riferimenti e spettacoli per cui entusiasmarsi.
Un’offerta artistica con proposte molto diverse per una visione della danza a 360°, aperta ai nuovi linguaggi, senza dimenticare la forza delle origini e della tradizione classica e neoclassica; una programmazione ricca di eventi per permettere al pubblico, affezionato e fidelizzato una scelta artistica che privilegia, come sempre, la qualità.
La programmazione – realizzata in collaborazione con Arteven – prevede sette spettacoli in abbonamento, di cui tre in doppia data e l’inserimento della “novità”, il musical dedicato alla danza, il nuovissimo “Billy Elliot”, produzione Peep Arrow Entertainment, adattamento e regia di Massimo Romeo Piparo, che debutterà sui palcoscenici nazionali in gennaio.
Si partirà in dicembre con due delle sette date dei Momix che presenteranno a Vicenza, come annunciato lo scorso anno dal loro storico agente Julio Alvarez, la nuova edizione di uno dei loro spettacoli cult “Opus Cactus”, naturalmente firmato da Moses Pendleton, fondatore e anima del gruppo con la moglie Cinthya Quinn. Una nuova generazione di Momix, ballerini, acrobati, interpreti spettacolari, proporrà in uno scenario incantato, con i caratteri onirici e surreali tipici dei Momix, i paesaggi dei deserti dell’Arizona, abitati dai cactus e da strani animali. Ancora una volta un inno alla vita e alla gioia, nella sua essenza primordiale, in puro stile Momix.
Ancora a dicembre, una presenza di grande prestigio al Comunale di Vicenza, quella dell’Alonzo King Lines Ballet, compagnia icona della danza mondiale da un quarto di secolo. Coreografo multiculturale e sfaccettato, con il suo Lines Ballet fondato a San Francisco nel 1982, King è presente nelle stagioni e nei festival internazionali più importanti a livello internazionale; è divenuto celebre per l’elaborazione di un personalissimo linguaggio creativo sospeso tra la purezza neoclassica e la danza afroamericana. A Vicenza saranno presentati due creazioni recentissime, “Biophony” (2015) concepita su una colonna sonora originale di Richard Blackford e Bernie Krause, una musica che cattura i suoni della natura, un’orchestra vivente su cui si adagia la danza di matrice classica, mentre in “Sand” (2016) sarà la musica jazz di Jason Moran e Charles Lloyd ad accompagnare le movenze liriche e sofisticate dei danzatori, che nella creazione diventano corpi “sospesi”, un sistema armonioso di forze vibranti, abbandonando i movimenti contratti sulle punte, tipici dello stile Alonzo King.
Il nuovo anno, per la danza partirà all’inizio di marzo con una doppia data del Malandain Ballet Biarritz, a Vicenza per presentare il nuovo spettacolo “La Bella e la Bestia”, creazione presentata in anteprima mondiale al Teatro dell’Opera di Versailles nel dicembre 2015 e che debutterà in prima mondiale alla Biennale della Danza di Lione in settembre, una produzione di cui la Fondazione Teatro Comunale di Vicenza è partner. Raffinatissimo, come tutte le creazioni del coreografo francese che dà il nome alla Compagnia, il balletto per 22 danzatori, di chiara matrice neoclassica, si ispira ala versione surrealista del film del 1946 di Jean Cocteau. La messa in scena è semplice e rigorosa, rimanda ad un alto grado di simbolismo in cui la Bella incarna l’animo umano e la Bestia la forza vitale e gli istinti primordiali. Solo alla fine potrà esserci una sintesi dei due opposti e naturalmente un lieto fine, come si conviene nelle fiabe.
Sarà presentata in marzo anche la novità della Stagione di Danza, quella del musical, con un titolo che è diventato l’emblema della gioia di ballare: si tratta di “Billy Elliot il Musical”, prodotto dalla Peep Arrow Entertainment, collaborazione con Il Teatro Sistina, evento che si preannuncia come lo spettacolo dell’anno e porterà in scena una delle storie più amate del cinema europeo. Il film, che è diventato in seguito un musical nel West End a Londra, presentato anche e a Broadway, sarà una novità assoluta sui palcoscenici italiani, un’edizione dal respiro internazionale che debutterà in gennaio 2017 a Roma. Il giovane protagonista sarà affiancato da un cast di 30 performers, mentre le musiche sono quelle originali di Elton John.
Ancora in marzo sarà in scena un’altra prestigiosa produzione, “Life” dei Balletboyz compagnia britannica rigorosamente al maschile, composta da 10 straordinari danzatori, residente al Sadler’s Wells di Londra, con la direzione artistica di Michael Nunn e William Trevitt. In questa nuova creazione (2016) che si compone di due parti, Rabbit coreografia di Pontus Lindberg e Fiction di Javier de Frutos, i Balletboyz daranno il meglio della loro energetica forza interpretativa, per raccontare danzando, in modo originale, elegante e provocatorio, temi come la solitudine e la morte. Accompagnati al debutto (nell’aprile scorso) dalla musica dal vivo di 14 musicisti, i raffinati danzatori, conosciuti da grande pubblico grazie alle loro incursioni televisive, hanno ottenuto per questo spettacolo, consensi unanimi ed entusiasti dalla stampa inglese.
All’inizio di aprile torna, a grande richiesta, il tango con “Colección Tango”, una sequenza di quattro coreografie presentate dalla Compañia de Leonardo Cuello una formazione argentina che fin dalla sua nascita (2005) indaga i diversi modi di interpretare il tango con contaminazione della danza contemporanea, guidata da uno straordinario sperimentatore, maestro, coreografo e ballerino tra i più originali e creativi. Il coreografo Leonardo Cuello e la sua compagnia porteranno in scena uno spettacolo in cui il tango dialoga con la danza contemporanea, all’insegna della sintesi del tango fusión. Sul palcoscenico ci saranno cinque coppie affiatatissime di giovani danzatori, accompagnati dalla colonna sonora creata appositamente per lo spettacolo, caratterizzata da note malinconiche ma ricche di vitalità. Dopo lo spettacolo in Sala Grande, nel Foyer ci sarà una Milonga, che prevede la partecipazione dei ballerini della Compagnia, ma soprattutto degli appassionati di tango tra gli spettatori.
L’ultimo spettacolo è previsto ad inizio maggio, un doveroso tributo al balletto classico, con la “Soirée Petipa: les Grands Ballets Classiques” presentata dal Balletto dell’Opera di Bordeaux, direzione artistica di Charles Jude: una serie di estratti dai più celebri balletti del coreografo per eccellenza, padre della danza classica, Marius Petipa, a cui gli autori fanno ancora riferimento. Del vasto repertorio creato tra metà Ottocento e inizio Novecento dal coreografo francese, molti balletti sono tuttora messi in scena; rappresentano dei capisaldi nell’evoluzione nella tecnica classica e hanno influenzato l’evoluzione della scuola russa. Sul palcoscenico del Comunale, la Serata con i grandi balletti classici di Petipa si svilupperà in tre parti: l’inizio sarà con terzo atto di “Paquita”, per proseguire nella seconda parte con i grandi passi a due che al meglio esprimono e connotano la cifra stilistica di Petipa, e quindi dal terzo atto de “Il lago dei cigni”, “Don Chisciotte” e “la Bella Addormentata”, per concludersi con il terzo atto completo dal balletto “Raymonda”.
Con gli spettacoli della stagione riprenderanno anche gli Incontri con la Danza, gli approfondimenti che precedono la messa in scena, incontri condotti da critici, giornalisti, storici della danza nel Foyer del Teatro, un’ora prima dell’entrata in Sala, appuntamenti seguiti con grande interesse dal pubblico, Ritorna nella nuova stagione il Progetto Supporter Danza che prevede, prima di alcuni spettacoli, l’esibizione di giovani promesse della danza, segnalate da critici ed esperti, pochi minuti per offrire agli spettatori la possibilità di vedere rappresentate nuove tendenze e ai nuovi interpreti di farsi conoscere dal pubblico del Comunale.
Continuerà sicuramente la felice esperienza delle residenze artistiche di danza, previste anche nella nuova stagione, attualmente in corso di definizione; mentre sono in fase di restituzione al pubblico quelle della passata edizione (25 giugno e 7 luglio).
Continuerà al Ridotto nella nuova stagione la programmazione degli spettacoli dedicati alla danza di ricerca, focalizzati sulle nuove espressioni del teatro danza e della pluralità dei linguaggi espressivi; sono due, al momento, gli appuntamenti in programma. Il primo, in dicembre, è “Xebeche” una produzione E / Gruppo Nanou, Ravenna Festival, in cui i performer emiliani del Gruppo Nanou si confronteranno con la forma del recinto geometrico (la perfezione e/o la normalità irraggiungibili); la struttura coreografica diventa così una continua mutazione che segue il passaggio del corpo e la trasformazione che questo dà al luogo, creando un infinito piano sequenza.
Il secondo appuntamento, in calendario in aprile sarà “Odio” coreografia di Daniel Abreu, presentato dalla Fattoria Vittadini, gruppo versatile che ha elaborato un’idea di compagnia di danza innovativa, a disposizione di coreografi e artisti diversi; lo spettacolo definitivo sarà il frutto della residenza che offrirà in luglio al Comunale la sua prima restituzione al pubblico, performance sul concetto di odio come possibilità di avere comunque una relazione tra esseri umani.
Prosa
Si presenta completamente rinnovata la Stagione di Prosa, dal titolo emblematico Il teatro è qui: se da una parte continua a mantenere intatta la cifra della qualità, dall’altra arricchisce e diversifica ulteriormente l’offerta. La programmazione – realizzata in collaborazione con Arteven – prevede complessivamente tredici titoli in Sala Grande e al Ridotto per una proposta articolata in cui ci sarà spazio per l’intrattenimento, i grandi testi del teatro ma anche per la drammaturgia contemporanea e per suggestioni che sconfinano in altri generi, come la danza spettacolare e immaginifica dei Momix.
Per la prima volta il pubblico potrà costruirsi un “abbonamento su misura” scegliendo a piacere 6, 7 o 8 dei 13 titoli in programma, oppure tutti e 13, oppure i 5 appuntamenti del Ridotto, assecondando quindi le proprie inclinazioni e curiosità culturali: non in un luogo solo, ma ci si potrà spostare indifferentemente in Sala Grande e al Ridotto, nell’abbonamento easy, che continua a mantenere (tranne per un paio di titoli) la possibilità della scelta tra due date in Sala Grande.
Il nuovo titolo Il teatro è qui intende affermare con forza il ruolo del Comunale come teatro aperto alle esigenze degli spettatori, luogo di condivisione di esperienze culturali e di approfondimento, punto di riferimento per l’intrattenimento di qualità, in cui accanto alla leggerezza potranno trovare spazio l’impegno e la narrazione della complessità del presente. Particolarmente interessante appare la programmazione della Prosa al Ridotto, 5 titoli che possono diventare anche un abbonamento autonomo, declinati magistralmente dalle interpretazioni, rigorosamente al femminile, delle grandi attrici della scena italiana: da Piera Degli Esposti ad Ottavia Piccolo, da Lucilla Giagnoni a Marina Missironi, da Monica Guerritore a Francesca Reggiani.
Calcheranno invece il palcoscenico della Sala Grande, grandi protagonisti e interpreti molto amati dal pubblico come Natalino Balasso, Daniele Pecci, Alessandro Benvenuti, Marco Baliani con Lella Costa, Neri Marcorè, in spettacoli “firmati” da importanti regie come quelle di Gabriele Vacis, Alessandro Gassmann, Ugo Chiti, e Baliani stesso.
Si parte in novembre con “Smith&Wesson”, nuovo lavoro teatrale di Alessandro Baricco, per la regia di Gabriele Vacis, interpreti Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi, entrambi apprezzati interpreti nella scorsa stagione, anche se in ruoli completamente diversi. “Smith&Wesson” ha debuttato in maggio al Teatro Goldoni di Venezia e vede protagonista un Balasso calato in un ruolo di grande intensità, che interpreta in modo magistrale e molto convincente. Il testo è stato scritto da Baricco pensando proprio alla sua interpretazione, dopo averlo visto recitare nei “Rusteghi, i nemici della civiltà” ed è frutto del lungo sodalizio artistico con Gabriele Vacis. È uno spettacolo molto riuscito, originale, in cui i due interpreti, un metereologo improvvisato e un pescatore, condividono solo i cognomi che vanno a formare il nome della celebre pistola, nulla più, ma è la forza delle loro parole, ed il confronto tra le generazioni, il tema vero della messa in scena, in cui anche i temi tragici sono affrontati con ironia e speranza.
Il secondo spettacolo per comporre l’abbonamento di prosa è la proposta outsider di una doppia data, a fine novembre, per assistere alla nuova edizione dello spettacolo dei Momix “Opus Cactus”, coreografia di Moses Pendleton, fondatore e anima dello storico gruppo (che ha già più di trent’anni di attività alle spalle), e che a Vicenza “schiererà” le nuove generazioni dei celebri danzatori-acrobati-illusionisti. Ritmi tribali, rituali col fuoco e danze iniziatiche provenienti dai più remoti luoghi della terra, proietteranno gli spettatori dal deserto dell’Arizona in tutti i deserti del mondo, rendendo un tributo spettacolare a queste aree misteriose ed affascinanti.
La Prosa in Sala Grande riparte a gennaio con il testo per eccellenza del teatro, “Amleto” di William Shakespeare, interpretato da Daniele Pecci, che firma anche la regia, in scena con Maddalena Crippa. Lo spettacolo è una nuova produzione della Compagnia Molière, che debutterà ad ottobre. L’Amleto di Shakespeare è senza dubbio il testo teatrale più importante della modernità; nell’allestimento di Pecci, uno degli attori più amati dal pubblico italiano, noto anche per le sue interpretazioni televisive, l’elemento fondamentale resta il testo, anche se ridotto (in versione originale durerebbe più di quattro ore) ma fedele, non alterato, e con una traduzione in grado di esaltare tutte le possibilità poetiche, raccontato da una prosa semplice, scorrevole, di facile comprensione, in una messa in scena e una recitazione che si propongono di essere vicine al nostro mondo, senza simbolismi e sovrastrutture che si frappongano fra i 14 attori ed il pubblico.
Ancora un grandissimo titolo a fine gennaio, e una data unica per proporre una nuova edizione de “L’Avaro” di Jean Baptiste Poquelin – Molière, nell’interpretazione di Alessandro Benvenuti, per la regia di Ugo Chiti, spettacolo che sarà presentato in prima nazionale al 50° Festival di Borgio Verezzi in agosto. Con questo nuovo lavoro il regista riprende il ricco filone di riscritture di classici per Arca Azzurra Teatro che annovera messe in scena di grande impatto e di straordinario successo; Chiti innesta infatti le vicende dei grandi classici nel linguaggio, forte, crudo, e a volte comicissimo che gli è proprio, scavando al fondo nella psicologia dei personaggi, anche grazie alla assoluta corrispondenza dell’uso che fa della parola teatrale. Sarà così anche per questo Avaro che, grazie all’apporto di Alessandro Benvenuti, pur seguendo con grandissimo rispetto la vicenda, i tempi e la lettera del testo classico, si plasmerà per radicarsi nel corpo degli attori della compagnia, che del lavoro con il loro dramaturg continueranno a fare, la principale e la più intensa delle loro esperienze.
A metà febbraio la stagione di Prosa propone un nuovo interessante lavoro “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, una produzione Fondazione Teatro di Napoli, di Dale Wasserman dal romanzo di Ken Kese, per la regia di Alessandro Gasmann, traduzione di Giovanni Lombardo Radice, adattamento teatrale di Maurizio de Giovanni. La drammaturgia di Wasserman, alla base anche della sceneggiatura dell’omonimo film di Miloš Forman, interpretato da Jack Nicholson, entrato nella storia del cinema per avere vinto tutti e cinque i principali Oscar, torna in scena rielaborata dallo scrittore Maurizio de Giovanni. Senza tradirne la forza e la sostanza visionaria, l’autore l’ha avvicinata a noi, cronologicamente e geograficamente; il protagonista Randle McMurphy diventa Dario Danise e la sua storia e quella dei suoi compagni si trasferiscono nel 1982, nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Alessandro Gassmann ha ideato un allestimento personalissimo, elegante e contemporaneo, interpretato da un cast eccezionale: il risultato è uno spettacolo appassionato, commovente e divertente, imperdibile per la sua estetica dirompente e per la forte carica emotiva e sociale.
A fine febbraio, ancora una data unica per uno spettacolo – unico per il tema, gli interpreti, le collaborazioni – si tratta di “Human”, uno spettacolo scritto e interpretato da Marco Balliani (che è anche il regista) e Lella Costa, scene e costumi di Antonio Marras, musiche originali di Paolo Fresu con Gianluca Petrella, una produzione Mismaonda e Sardegna Teatro in collaborazione con Marche Teatro che debutterà l’8 luglio al Ravenna Festival. “Human” è una messa in scena sul tema delle migrazioni e sulla volontà di raccontare un’odissea ribaltata, non a caso la prima ispirazione è stata l’Eneide, il poema di Virgilio che celebra la nascita dell’impero romano da un popolo di profughi. Di questo nuovo e unico lavoro, gli autori scrivono: Vorremo costruire un teatro spietatamente capace di andare a mettere il dito nella piaga, dove non si dovrebbe, dove sarebbe meglio lasciar correre. E andare a toccare i nervi scoperti della nostra cultura riguardo alla dicotomia umano/disumano. Senza rinunciare all’ironia, e perfino all’umorismo: perché forse solo il teatro sa toccare nodi conflittuali terribili con la leggerezza del sorriso, la visionarietà delle immagini, la forza della poesia.
Ancora uno spettacolo straordinario, per la capacità di narrare un tema difficile e i suoi tragici risvolti storici, facendo sorridere, è in programma a marzo: si tratta de “La bastarda di Istanbul” dall’omonimo romanzo di Elif Shafak, riduzione teatrale e regia di Angelo Savelli, una produzione Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi. Il romanzo è stato campione di vendite in tutto il mondo, tradotto in più di trenta lingue; tema centrale la questione armena; l’autrice Elif Shafak, indiscussa protagonista della letteratura turca, grande conoscitrice del passato e profonda osservatrice del presente del suo Paese, ha concesso in esclusiva alla produzione italiana di mettere in scena il suo testo, una intricata e originale saga familiare multietnica, popolata da meravigliosi personaggi femminili, da storie brucianti e segreti indicibili. Un segreto lega la Turchia all’Armenia, i turchi agli armeni, Asya ad Armanousch, un segreto che forse non verrà mai svelato e che ha l’aspetto di un’antica spilla di rubini a forma di melagrana. Tra gli interpreti la bravissima Serra Yilmaz, nota al grande pubblico per le sue incisive interpretazioni in molti film di Ferzan Ozpetek, mentre le video scene sono del pittore, scenografo e visual-artist Giuseppe Ragazzini.
La programmazione della prosa in Sala Grande si conclude a fine marzo con un appuntamento di teatro musicale, “Quello che non ho” una produzione del Teatro genovese dell’Archivolto, che vede protagonista Neri Marcorè che sul palco reciterà e canterà, accompagnato dalle voci e dalle chitarre di Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini. Scritto e diretto da Giorgio Gallione, lo spettacolo si ispira a due giganti del nostro recente passato, Pier Paolo Pasolini e Fabrizio De Andrè, per portare in scena il sentimento di indignazione civile del primo e le “anime salve” del secondo. In equilibrio instabile tra ansia del presente e speranza del futuro, lo spettacolo è un affresco teatrale che si interroga sulla nostra epoca, un esempio “reinventato” di teatro canzone che si nutre della visione del mondo e delle poetiche dei due grandi artisti a cui si ispira.
Completamente al femminile è invece la declinazione della Prosa al Ridotto, un’inedita e originalissima carrellata di interpretazioni di grandissimo valore, in grado di lasciare il segno. In dicembre si inizia con “WikipierA” un’intervista spettacolo a Piera Degli Esposti, fatta da Pino Strabioli, un’intervista che diventa un vero e proprio show in cui la grande attrice ripercorre più di 50 anni di carriera: dagli amori impossibili al rapporto con la madre, la passione per Bologna, gli incontro fondamentali come quelli con la scrittrice Dacia Maraini e il regista Marco Ferreri, il cantante Lucio Dalla e il pittore Giorgio De Chirico; e ancora le tappe della sua vicenda di artista, dalle grandi interpretazioni teatrali al cinema d’autore, fino agli ultimi successi televisivi. Al racconto si intercalano ricordi personali e brani di grande teatro, in uno spettacolo che segna il ritorno sulle scene della grande attrice dopo quasi dieci anni di assenza.
In gennaio il testimone passa ad Ottavia Piccolo attrice conosciutissima e molto amata dal pubblico vicentino, interprete di “Donna non rieducabile”, spettacolo di Stefano Massini, regia di Silvano Piccardi, prodotto dal Centro d’Arte Contemporaneo Teatro Carcano, dedicato alla vicenda della giornalista russa Anna Politkovskaja, morta assassinata nel 2006 per il suo impegno in favore dei diritti umani e della causa cecena. Costruito come una serie di istantanee, il percorso seguito da Anna (scandito dall’intervento dell’arpa di Floraleda Sacchi, che diventa di volta in volta l’eco della guerra, lo spappolarsi dell’inno sovietico, un rumore di ferraglia inquietante, una momento di pace), viene ricreato in scena dalla superba interpretazione di Ottavia Piccolo, in perfetta simbiosi con quanto visto e vissuto dalla giornalista.
In febbraio sarà la volta di Lucilla Giagnoni, in scena con il suo monologo “Vergine Madre” ispirato alla Commedia dantesca; il titolo stesso è un omaggio all’ultimo canto del Paradiso e al paradosso che propone. L’attrice racconta sei Canti della Divina Commedia, i suoi personaggi e i suoi temi, e lo fa a tratti cantando: il viaggio (Il primo Canto dell’inferno), la Donna (Francesca, il V), l’Uomo (Ulisse, il XXVI), il Padre (Ugolino, il XXXIII), la Bambina (Piccarda, il III del Paradiso), la Madre (Vergine Madre, il XXXIII del Paradiso).
E la Commedia diventa una strada che si rivela costeggiata da figure parentali e quello che si compone è il disegno di una famiglia. I canti non vengono spiegati, ma sono anche parole incantatorie, parole taumaturgiche, rituali, in un teatro a tratti lirico, di cui Lucilla Giagnoni è una grande interprete.
In marzo tocca ad una coppia di attrici brillanti – Marina Missironi e Alessandra Faiella – portare in scena “Rosalyn” di Edoardo Erba, regia di Serena Sinigaglia, una commedia noir che racconta di una donna delle pulizie che ammazza il compagno violento. “Rosalyn” diventa il ritratto della solitudine e dell’isolamento delle persone nella società americana contemporanea; parla di quel grumo di violenza compressa e segreta pronta ad esplodere per mandare in frantumi le fragili vite di ognuno di noi; ma la forza è riuscire a parlare di questi temi anche sorridendo, con l’ironia indiscussa che caratterizza le interpretazioni delle due attrici protagoniste.
In aprile la Prosa al Ridotto si conclude con una comicità surreale e inaspettata, la nuova versione teatrale di “Mariti e mogli” di Woody Allen, nella traduzione di Giorgio Mariuzzo, interpreti Francesca Reggiani e Monica Guerritore, che firma anche adattamento e regia. Un travolgente Woody Allen alle prese con uno dei suoi argomenti preferiti, le crisi coniugali e i tradimenti. Due attrici, Monica Guerritore e Francesca Reggiani, molto diverse ma entrambe amatissime dal pubblico per la prima volta insieme (le mogli). Intorno a loro un girotondo amoroso in cui Cupido (bendato e sbadato) si divertirà a scagliare frecce, far nascere amori, divorzi e altro ancora. La versione teatrale di Monica Guerritore è fedele al testo ma si discosta nell’ambientazione dal film da cui è tratta la commedia del 1992, interpreti gli straordinari Mia Farrow, Sidney Pollack, Judy Davis, Liam Neeson, Juliette Lewis e lo stesso Allen nei panni di uno dei protagonisti.
Concertistica
Tredici concerti in abbonamento; un’anteprima sontuosa – sabato 8 ottobre – con la Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniel Harding; otto stelle del concertismo internazionale; otto serate monografiche dedicate ad altrettanti sommi compositori; una prima esecuzione mondiale; duecento artisti sul palco del Teatro Comunale di Vicenza.
Questi, in estrema sintesi, i numeri della stagione concertistica del Teatro Comunale di Vicenza, che la Società del Quartetto propone, la 107ª della sua lunga storia, a partire dal 31 ottobre.
Per il concerto inaugurale di lunedì 31 ottobre la Società del Quartetto è riuscita ad assicurarsi una tappa del tour mondiale di Beatrice Rana con le Variazioni Goldberg di Bach. Classe 1993, Beatrice è un miracolo musicale fiorito nel nostro Meridione – è nata a Copertino, nel leccese, in una famiglia di musicisti – ma che per affermarsi ha dovuto far le valigie e andare in giro per il mondo, dove è già venerata come una star. Scorrendo l’intera storia del pianismo italiano al femminile, non c’è un’altra interprete che, a soli 23 anni, abbia toccato i traguardi già raggiunti da Beatrice, che ha suonato con orchestre come London Philharmonic, Dresden Philharmonie, Los Angeles Philharmonic e molte altre prestigiose formazioni sotto la direzione di personaggi come Riccardo Chailly, Zubin Mehta e Sir Anthony Pappano. Il debutto a Vicenza di Beatrice Rana, autentica eccellenza italiana nel mondo, si ricollega idealmente con il tema della passata stagione del Quartetto, che era appunto dedicata alle punte di diamante della nostra scuola interpretativa.
Proseguendo con i grandi solisti presenti in stagione, star oramai conclamata è Sol Gabetta, trentacinquenne violoncellista argentina che si è esibita con le orchestre più prestigiose e i direttori più importanti del mondo, ma che si dedica con frequenza al repertorio da camera. Sol – che ha sangue francese, russo e italiano – debutta a Vicenza con il suo magnifico Guadagnini del 1759 sabato 11 febbraio accompagnata al pianoforte da Bertrand Chamayou (in programma Schumann, Beethoven e Chopin).
Continuando la carrellata degli artisti-top in calendario, mercoledì 18 gennaio saluteremo il ritorno a Vicenza di Radu Lupu. In questo nuovo recital al Comunale il sommo pianista rumeno accosta il “vecchio” Haydn (Andante e Variazioni in fa minore e Sonata in mi bemolle maggiore) alle evanescenti “Estampes” di Debussy, per concludere con le sognanti “Stagioni” di Cajkovskij.
Altro ritorno “a grande richiesta” è quello di Cameron Carpenter, tastierista statunitense che torna al Comunale a quasi tre anni da quando trionfò “ai comandi” del doppio pianoforte Borgato, successo testimoniato da un cliccatissimo filmato sul canale YouTube della Società del Quartetto. Questa volta l’eclettico Cameron porta con sé il suo “International Touring Organ”, un organo elettronico unico al mondo costruito appositamente per lui da Marshall & Ogletree. Il concerto di giovedì 15 dicembre sarà dunque tutto da vedere, oltre che da ascoltare; in programma molto Bach, ma anche arrangiamenti da Wagner, Piazzolla, Cajkovskij e una serie di improvvisazioni dello stesso Carpenter.
Bach – e solo Bach – è il menù che propone L’accademia D’ARCHI DI BOLZANO (Streicher Akademie Bozen) il 13 marzo 2017 per festeggiare assieme al pubblico vicentino il trentennale di attività. Per la speciale occasione l’ensemble arriva al Comunale con la prestigiosa partecipazione di Louise Pellerin (oboe) e soprattutto con il violinista tedesco Frank Peter Zimmermann nel doppio ruolo di solista e direttore. Imbracciando il leggendario Stradivari appartenuto ad Arthur Grumiaux, Zimmermann eseguirà cinque Concerti bachiani, fra i quali la perla del terzo brandeburghese.
Ancora un capolavoro di Bach nel concerto successivo, in calendario lunedì 10 aprile, quando Coro e Orchestra Barocca Andrea Palladio si cimenteranno nella monumentale Messa in si minore sotto la direzione di Andrea Marcon, direttore italiano fra i più stimati all’estero, particolarmente nel repertorio barocco.
Quattro gli appuntamenti che hanno per protagoniste le più classiche fra le formazioni della musica “colta”: il quartetto d’archi ed il trio con pianoforte. Lunedì 7 novembre il magiaro Kelemen Quartet – fondato nel 2010 e già dotato di un palmarès di tutto rispetto – propone tre capolavori della letteratura quartettistica: il “Razumovsky” di Beethoven, il numero 3 di Bartók ed il Quartetto op. 30 di Cajkovskij.
Due settimane più tardi – lunedì 21 novembre – arriva il Trio Di Parma con il suo leader storico Enrico Bronzi e la “guest star” di Guglielmo Pellarin (Primo Corno dell’Accademia di Santa Cecilia) per una serata nella quale, oltre a Brahms, ci sarà spazio per un brano del pianista e compositore Gianluca Cascioli recente vincitore del concorso “Francesco Agnello” 2016.
Un graditissimo ritorno è anche quello del Quartetto Di Cremona, questa volta impreziosito dalla partecipazione di Andrea Lucchesini al pianoforte. I quattro archi cremonesi propongono il 6 febbraio una serata alla scoperta di Camille Saint-Saëns grazie alla collaborazione con Palazzetto Bru Zane, emerita fondazione che ha come vocazione la riscoperta del patrimonio musicale francese del grande Ottocento. In programma la parafrasi “La mort de Thaïs” per pianoforte, il Quartetto n. 1 ed il Quintetto per archi e pianoforte in la minore.
Proseguono nella stagione 2016/17 i tre itinerari monografici iniziati negli scorsi anni. Il 9 gennaio Filippo Lama, Stefano Guarino e Riccardo Zadra, riuniti sotto l’etichetta di Hèsperos Piano Trio, affrontano il Beethoven cameristico con una trascrizione per trio della seconda Sinfonia beethoveniana e con il Trio op. 70 n. 2. In febbraio la voce baritonale di Matthias Goerne sarà l’assoluta protagonista della seconda puntata nel mondo dei cicli liederistici di Schubert: dopo il Winterreise dello scorso anno, il 22 febbraio il divo tedesco interpreterà “Die schöne Müllerin” con l’accompagnamento al pianoforte di Alexander Schmalcz. Filippo Gamba, infine, giovedì 20 aprile continua ad esplorare le 32 Sonate di Beethoven con un nuovo appuntamento dell’integrale, in rigoroso ordine cronologico: siamo ormai arrivati ai tempi della “Patetica” e da questo momento in poi ascolteremo solo grandi capolavori.
Non resta da ricordare il concerto più alternativo dell’intera stagione, proposto coraggiosamente dal direttore artistico della Società del Quartetto, Piergiorgio Meneghini, nella convinzione che sia indispensabile esplorare di tanto in tanto anche le tortuose strade della musica contemporanea, a condizione che gli interpreti siano di prima grandezza: Les Percussions De Strasbourg lo sono senza ombra di dubbio, solo ricordando i 1600 concerti finora realizzati in 70 Paesi. Lunedì 5 dicembre l’ensemble di percussioni numero uno al mondo debutta a Vicenza con un programma ambientato nella seconda metà del Novecento e con la chicca di una prima esecuzione mondiale: il brano “Sange” della compositrice giapponese Malika Kishino.
Sinfonica
La stagione sinfonica del Teatro Comunale di Vicenza, la decima della OTO in 26 anni di attività, conferma l’impostazione delle ultime edizioni, in ragione del crescente entusiasmo con il quale l’orchestra è seguita dal pubblico. Con Alexander Lonquich coinvolto nel ruolo di direttore principale per la terza stagione consecutiva, l’Orchestra del Teatro Olimpico sarà protagonista di 6 concerti nei quali saranno proposti alcuni capisaldi della grande epoca classica e romantica gettando più di uno sguardo in avanti (ai vari Stravinskij, Prokof’ev, Poulenc, Mahler e Debussy) ed uno solo indietro, con un paio di Sinfonie di Carl Philipp Emanuel Bach.
Il metodo di lavoro della OTO ed il suo ruolino di marcia proseguiranno anche quest’anno secondo il “format” messo a punto dal direttore generale Piergiorgio Meneghini dalla stagione 2014/15 prendendo spunto da analoghe iniziative di successo realizzate in Italia (in particolare dalla Scuola di Musica di Fiesole), ma soprattutto in Europa e che fanno della OTO un’orchestra unica nel suo genere nel Veneto. Seguendo la felice esperienza delle due ultime stagioni, i giovani maestri d’orchestra della OTO – scelti fra i migliori talenti usciti negli ultimi anni dai Conservatori di musica italiani – assembleranno i programmi in cartellone attraverso intense giornate di lavoro (in totale 30, per quasi 200 ore di studio) nel “ritiro artistico” di Villa San Fermo a Lonigo. A guidarli, oltre al maestro Lonquich, i due direttori-ospiti della stagione e soprattutto il team di qualificati docenti per le varie sezioni orchestrali, largamente confermato dalla passata stagione.
La rassegna s’inaugura lunedì 24 ottobre con Lonquich sul podio e la prestigiosa presenza solistica di Carolin Widmann, quarantenne violinista tedesca – non nuova a collaborazioni con Lonquich – che con il suo “Guadagnini” del 1782 calca regolarmente i più importanti palcoscenici europei. L’affascinante musicista bavarese eseguirà, al centro della serata, il celeberrimo Concerto in mi minore di Mendelssohn, mentre il resto della serata sarà tutto nel segno di Beethoven, con l’Ouverture Coriolano e la Settima Sinfonia.
Nel secondo concerto in stagione – lunedì 19 dicembre – Alexander Lonquich si cimenterà ancora una volta, dopo le felici esperienze delle passate edizioni, nel doppio ruolo di direttore e solista. Il programma della serata prende le mosse da Carl Philipp Emanuel Bach con una coppia di Sinfonie “con parti obbligate” composte intorno al 1775 al culmine dell’ultimo periodo creativo; dopo una memorabile pagina mozartiana (la Sinfonia “Haffner”), il concerto prosegue con Schumann, dapprima con l’Ouverture “Hermann und Dorothea” e per il gran finale con lo spumeggiante Concerto per pianoforte e orchestra in la minore.
Nel primo appuntamento del 2017, in programma lunedì 23 gennaio, Alexander Lonquich ha pensato di chiamare vicino a sé Elio (alias Stefano Belisari, il leader delle “Storie Tese”) per raccontare con la sua presenza scenica due favole musicali “classiche” di grande successo: “L’Histoire de Babar” di Poulenc ed il “Pierino e il Lupo” di Prokof’ev. Completano il programma, rimanendo in un’atmosfera sognante, due deliziose Suite per piccola orchestra di Stravinskij.
“Largo ai giovani”, nel successivo concerto in programma domenica 19 febbraio quando salirà sul podio della OTO il maestro Dietrich Paredes (direttore musicale dell’Orchestra Giovanile di Caracas, una delle orchestre de “El Sistema” ideato dal maestro Abreu) per dirigere “Le Ebridi” di Mendelssohn e la terza Sinfonia di Schumann, la “Renana”, momento di felicissima sintesi fra elementi classici e romantici. Completa questa grande serata di musica il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Chopin con la ventunenne pianista coreana Chloe Mun, un fenomeno musicale capace di vincere, in rapida successione, il Concorso di Ginevra ed il Concorso Busoni, due fra le più ardue competizioni pianistiche internazionali.
L’unico concerto monografico della stagione 2016/17 è in programma lunedì 20 marzo con protagonisti due Alexander: Lonquich, il tedesco, sul podio e Janiczek, l’austriaco, al violino. Quest’ultimo, già concertmaster della Camerata Salzburg fondata da Sándor Végh e uno dei violinisti più in luce della sua generazione, ha debuttato con la OTO nel Concerto di San Silvestro 2015. L’autore dedicatario della serata è Brahms “il saggio”, del quale sarà eseguito il Concerto per violino in re maggiore (scritto per l’amico virtuoso Joseph Joachim) e la Sinfonia n. 4 in mi minore, con la quale il compositore amburghese chiuse il breve ma felicissimo capitolo della sua produzione sinfonica.
La stagione termina lunedì 3 aprile con Alexander Lonquich che consegna le “chiavi” dell’Orchestra del Teatro Olimpico nelle mani di Umberto Benedetti Michelangeli per un programma che mette insieme Mahler (l’Andante “Blumine”, che faceva parte della prima stesura della Sinfonia n. 1, poi soppresso), Debussy (Proses Lyriques, nell’orchestrazione dello stesso Benedetti Michelangeli) e Beethoven. Se la stagione era iniziata nel segno del “genio di Bonn” con l’Ouverture dal Coriolano, la OTO si congeda dal pubblico con l’immensa pagina della Sinfonia n. 6, l’affascinante “Pastorale”.
Per il nono anno consecutivo l’Orchestra del Olimpico sarà inoltre protagonista dell’edizione 2016 del Concerto di San Silvestro al Teatro Comunale. Per la speciale e tradizionale serata fuori abbonamento la OTO sarà diretta da Carlos Spierer con la partecipazione del tenore messicano Dante Alcalà. Lo scoppiettante programma comprende celebri arie d’opera di Donizetti, Verdi, Puccini e pezzi che da sempre fanno parte dei programmi di fine-inizio d’anno, come il Pizzicato Polka di Strauss o l’Ouverture dallo Schiaccianoci di Caikovskij.
Fuori Abbonamento
Molto interessante e sicuramente originale la programmazione degli spettacoli Fuori Abbonamento proposti dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, realizzati con la collaborazione di Arteven, con appuntamenti di genere diverso, per ispirazione, tipo di pubblico e fascia di età, accomunati dalla forte richiesta del pubblico per questo tipo di spettacoli. Si parte con lo spettacolo di fascinazione allo stato puro con 4 repliche in 3 date dei fantasmagorici danzatori-acrobati Momix, per passare poi alle danze folkloristiche del primo dell’anno, per arrivare all’intrattenimento con i grandi nomi della scena italiana, e ancora il musical, con proposte nuove e originali, e l’operetta con i titoli cult del repertorio, per una proposta di spettacolo adeguata ad un teatro “di tutti” come il Comunale si propone di essere, nella mission e nell’offerta.
Dopo le date con la danza spettacolare ed acrobatica dei Momix di inizio di dicembre, con 4 repliche della nuova edizione di “Opus Catus” dedicate ai non abbonati, si passerà al tradizionale appuntamento del primo dell’anno con le danze folkloristiche, spettacolo presentato naturalmente nel pomeriggio, dell’Hungarian State Folk Ensemble diretto da Gábor Mihalyi, che dell’ensemble è coreografo e direttore artistico. La Compagnia, fondata nel 1951, presenterà tutti i generi folcloristici ungheresi: musica storica, musica popolare e danza, giochi popolari drammatizzati e tradizionali, danza della tradizione ed elementi di danza contemporanea. Protagonista indiscussa dello spettacolo sarà la rapsodia ungherese, virtuoso esempio di danza popolare che trascende i confini temporali, impregnata nei ritmi e nella melodia del folklore magiaro che si arricchisce di volta in volta del virtuosismo e della capacità inventiva degli esecutori.
A gennaio sarà di scena il musical, con la Compagnia della Rancia e Giampiero Ingrassia in “Musical”, spettacolo musicale basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood, regia di Saverio Marconi. Si tratta di un nuovo allestimento (il terzo per la Compagnia, riconosciuta per l’alto livello dei suoi musical in Italia), completamente nuovo nell’impostazione, con scenografie importanti, costumi eleganti e molto ricercati, luci raffinate ed evocative, potenti coreografie ed esplosivi quadri musicali, grazie ad una colonna sonora entrata di diritto nel patrimonio del genere, con brani come “Wilkommen”, “Money”, “Maybe This Time” (Questa volta) e “Life is a cabaret” (La vita è un cabaret). Musica e divertimento sono assicurati, anche se l’ambientazione è quella di Berlino degli anni Trenta, con sullo sfondo il tragico avvento del nazismo.
Un altro musical è programma in gennaio, un originale e interessante adattamento di un film che ha fatto epoca, “Sissi” una nuova produzione della Compagnia Corrado Abbati, conosciuta dal pubblico del Comunale per le brillanti operette portate in scena. La vicenda è quella nota della giovanissima nobile bavarese, destinata a diventare imperatrice d’Austria; le reminiscenze cinematografiche e la vicenda romantica con l’ambientazione, lo sfarzo, gli amori e gli intrighi che la caratterizzano, diventano il contesto ideale per un moderno spettacolo dominato da grandi quadri d’insieme, balli di corte e atmosfere da “Capodanno a Vienna”. Ne esce una grande e fastosa rappresentazione della società imperiale, grazie anche alla nuova messa in scena, frutto di un notevole sforzo produttivo, per uno spettacolo elegante, spensierato e dai contorni fiabeschi.
Molto insolito e di sicuro gradimento sarà anche il primo appuntamento di febbraio con “La macchina della felicità” presentata da Flavio Insinna e la sua Piccola Orchestra. Il celebre volto televisivo si presenta al pubblico in modo inedito, in uno spettacolo musicale (quattro musicisti e una cantante, oltre ad Insinna protagonista) che ha il sapore della “ricreazione a scuola”, un momento spensierato di divertimento allo stato puro, per dire che, nonostante tutto, la felicità può esistere.
Sempre in febbraio sarà proposto al pubblico un pezzo di culto del genere operetta, ovvero “La vedova allegra”, libretto di Victor Léon e Leo Stein, da un soggetto di Henri Meilhac, su musica di Franz Lehár, una produzione Compagnia Corrado Abbati. Si tratta del titolo più importante della storia dell’operetta, sicuramente il più rappresentato al mondo, perfetta incarnazione dello spirito del genere che riesce a fondere le melodie del valzer con la trama della divertente commedia romantica, naturalmente a lieto fine.
Ultimo appuntamento, a fine marzo, con una coppia comica di grande appeal: Lillo&Greg che presenteranno il loro “Lillo&Greg Best of” con la partecipazione di Vania Della Bidia e del maestro Attilio Di Giovanni. L’irresistibile spettacolo si presenta come un frizzante “varietà” che ripropone tutti i cavalli di battaglia della famosa coppia, brani tratti dal loro repertorio teatrale, televisivo e radiofonico. Una miscela esclusiva ed esilarante rappresentata da tutto il meglio dei due artisti, riconosciuti per il format originale della loro comicità surreale: musica, sketch, poesie, trailer, intrattenimento allo stato puro per un irresistibile spettacolo dalla cifra inconfondibile.