Ultimo spettacolo del “Festival Internazionale sul Filo del Circo”, con replica il 30/7 organizzato come ogni anno dal Circo Vertigo insieme alla città di Grugliasco, ma non solo. Questo Festival è diventato con il tempo un appuntamento imperdibile e so di gente che pianifica le vacanze, o ferie come si diceva una volta, tenendo conto anche di queste date. I numeri sono impressionanti e testimoniano il grosso lavoro fatto a livello organizzativo: 26 spettacoli con 16 titoli differenti, 11 prime nazionali e oltre 150 artisti provenienti da Italia, Francia, Finlandia, Canada, Israele, Svezia, Grecia, Argentina, Belgio, Spagna, Svizzera, Brasile, Messico, Colombia, Cile e Inghilterra.
Questo è il linguaggio che ci piace, quello universale. Ed anche ieri il tendone grosso, il Teatro Le Serre per intenderci, era rigorosamente pieno. Sold out. Il pubblico di Grugliasco, composto da persone di tutte le età, ceti sociali e aperto alle contaminazioni di ogni genere, affluiva curioso e certo che il divertimento non sarebbe mancato. Tutti ormai, vuoi per un cartellone che non ha mai deluso e vuoi che uno spettacolo che come sottotitolo recita “Propulsioni surreali per sganciare la luna dal cielo” già accattivante di suo, hanno comprato il biglietto quasi ad occhi chiusi. Ed hanno fatto bene!
Ci siamo davvero divertiti a vedere questi tre ginnasti-acrobati-cialtroni saltare ed arrampicarsi in numeri che rasentavano l’impossibile, con la costante del divertimento assoluto e del gioco. Il loro italiano stentato era molto più divertente di qualsiasi attore perfettamente intonato e con la dizione giusta, mentre facevano numeri da clown con una precisione millimetrica di esecuzione. E ci vuole davvero tanto lavoro per creare uno spettacolo basato essenzialmente sulla loro capacità di stupire, di divertire e sopratutto di divertirsi. Hanno iniziato con il palo cinese, messo proprio nel centro della scena, e riuscivano a stupire anche spettatori abituati a questa tecnica. Era un continuo cercare la difficoltà estrema, la posizione impossibile, il punto limite ma sempre all’insegna dell’ironia e del prendersi non troppo seriamente. Sono passati poi alla bascula, e qui davvero il divertimento giungeva al suo apice, sia perché i personaggi clowneschi avevano il maggiore spazio e sia perché la loro sintonia di esecuzione e di precisione era davvero assoluta. In tutto questo lasciavano cadere piccole perle di alta acrobatica e di simpatia che non potevano che far entusiasmare il pubblico ancora di più. E spesso usavano la loro lingua di origine con il pubblico, che pur non capendo perfettamente le parole, coglieva il significato e ringraziava con lunghi applausi. Da sbellicarsi il pezzo dove il ragazzo greco, vestito come un antico ateniese, dialogava con tutti noi in (forse) antico greco. Ed alla fine la luna saltava fuori davvero, da una scenografia composta da elementi scomponibili e continuamente in evoluzione, per ricompensare loro e noi da tanta energia profusa e da tanti applausi spesi.
“Complici e complementari, Antonio Terrones (BE), Raphaël Hérault (FR) et Kritonas Anastasopoulos (GR) formano un trio molto versatile dal 2007. Dopo una tournée di due anni nello spettacolo Amaluna del Cirque du Soleil, sono tornati in Belgio per creare il loro primo spettacolo avvalendosi dello sguardo esterno di Pepa Plana, clown catalana, riconosciuta come inventrice e rappresentante di spicco del panorama del clown femminile.”
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Di e con Antonio Terrones, Kritonas Anastasopoulos, Raphaël Hérault
Regard extérieur Pepa Plana
Création costumes Françoise Hérault
Scenografie Antonio Terrones
Colonna sonora Raphaël Hérault
Luci Lorelinde Hoet
Con il sostegno di Espace Catastrophe, Centre International de Création des Arts du Cirque; Circuscentrum, Vlaams Centrum voor Circuskunsten; CAR, Centre des Arts de la Rue; Ell Circo d’ell Fuego, Antwerpse circusschool, Atlas Festival