Regia di Patricia Zanco
Traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan
Drammaturgia attore di Daniela Mattiuzzi
Con Patricia Zanco Francesca Botti, Beatrice Niero
Sculture di Alberto Salvetti
Costumi di Rossit Zaccaria Zanco
Collaborazione di Mauro Zocchetta, Corrado Ceron,
Valentina Brusaferro, Cosimo Guasina, Alessandra Fusciardi,
Produzione fatebenesorelle teatro e La Piccionaia
Prima assoluta
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Il 7 e 8 ottobre alle 21.00 nella Basilica Palladiana il programma di Conversazioni 2016 – 69° Ciclo di Spettacoli Classici presenta Macbeth? Study for Wo.Men, spettacolo con la regia di Patricia Zanco su traduzione e adattamento del testo di Vitaliano Trevisan. In scena, oltre alla stessa Patricia Zanco, Francesca Botti e Beatrice NIero. Una produzione di fatebenesorelle teatro e La Piccionaia su commissione di Conversazioni 2016 / 69° Ciclo degli Spettacoli Classici del Teatro Olimpico di Vicenza per la Basilica Palladiana.
Macbeth è certamente uno dei personaggi più famosi del teatro shakespeariano. Ma è anche uno dei più conosciuti? C’è davvero da dubitarne di fronte allo sforzo di analisi in profondità che hanno compiuto Patricia Zanco e Vitaliano Trevisan in questa particolare messa in scena della “tragedia scozzese”, come viene chiamata dai teatranti superstiziosi. Lo si comprende a partire dal punto di domanda del titolo: Macbeth? E il sottotitolo Study for Wo.Men, ribadisce la problematicità da cui hanno preso le mosse gli autori. Trevisan, nel suo adattamento, scritto per l’interpretazione di tre attrici, approfondisce e scandaglia il tema del “genere”. “Nel momento di poggiare la penna sul foglio – spiega lo scrittore – il fatto di scrivere un Macbeth per tre donne, ha preso il sopravvento su ogni altra considerazione, e la scrittura ha preso una strada diversa: che cosa sia uomo (maschio) e cosa femmina; lo spazio indefinito aperto dalla dicotomia e quanto conti, in esso, il voler essere. Nel testo, in questo senso, c’è molto”. Così, secondo il punto di vista di questa incerta identità, vengono raccontati il re scozzese e la sua spietata moglie. Dal canto suo, Patricia Zanco lavora sul caos, sull’incapacità di Macbeth di dominare il reale, di comprenderlo, preda dei deliri della propria mente .”Le streghe, con la loro immagine e comunicazione, riescono a trascinare l’uomo, che non comprende i segni del caos, ma ne ambisce i risultati senza chiedersi a quali mezzi deve ricorrere per ottenerli, nel più impressionante incubo” dice Patricia Zanco che promette di “tradire le passate Stagioni Classiche, creando un ponte tra l’esagerata bellezza della Basilica Palladiana e la bruttezza e l’impersonalità dei non luoghi che invadono i nostri spazi urbani: archeologia prefabbricata da smaltire nei rifiuti speciali con permessi speciali, nei quali a non essere più speciale è la persona. Accoglieremo gli spettatori, nella precarietà del luogo, dando la possibilità ad ognuno di loro di vedere il proprio spettacolo da un particolare e differente punto di vista.”
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Patricia Zanco ha studiato danza contemporanea, canto e sperimentazione vocale. La sua formazione teatrale è avvenuta principalmente al Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera e presso il Roy Hart Theatre a Malérargues (Francia), ma hanno contribuito a formarla anche gli studi con François Kahn, Laura Curino, Marco Baliani, Alfonso Santagata, Anatolij Vasil’ev (Teatro di Mosca), Tadashi Suzuki (Suzuki Company of Toga), Zofia Kalińska (Cricot 2 di Tadeusz Kantor), Mamadou Dioume, Yoshi Oida, Bruce Myers, Sotigui Kouyaté (C.I.C.T./Théâtre des Bouffes du Nord di Peter Brook), Krystian Lupa (Teatro di Cracovia) e Serena Sinigaglia (ATIR). La regia s’innesta poi nell’impegno di attrice. Il suo primo lavoro, Kassandra da un testo di Christa Wolf è del 1990. Nel 2011, attorno al lavoro e alla ricerca di Patricia Zanco, si costituisce la compagnia fatebenesorelle teatro con la quale mette in scena numerosi spettacoli: Onorata società, Medea, Maria Callas – Il canto della vergogna, Silenzio (Premio Off – TSV 2010), A perdifiato – Ritratto in piedi di Tina Merlin, Luce Nera, Antigone.
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Vitaliano Trevisan, dopo aver lavorato come impiegato nel settore edilizio e dell’arredamento, si dedica a lavori più manuali fino ad approdare alla letteratura. Raggiunge il successo nazionale e la notorietà nel 2002 con il romanzo I quindicimila passi, che racchiude i pensieri di un uomo, Thomas, dalle mille fobie e dai meccanici comportamenti ossessivo-compulsivi. Il libro ha ricevuto il premio Lo Straniero e il premio Campiello Francia 2008. Nel 2003 è protagonista, nonché co-sceneggiatore, del film Primo amore di Matteo Garrone, girato a Vicenza, in concorso al 54mo Festival di Berlino. Recita nel film Il riparo di Marco Simone Puccioni, oltre che in Dall’altra parte del mare di Jean Sarto. Nel 2009 ha un importante ruolo nella serie televisiva R.I.S. Roma – Delitti imperfetti di Fabio Tagliavia. I suoi testi teatrali sono stati messi in scena da Valter Malosti, Renato Chiocca e Toni Servillo; di recente pubblicazione per Einaudi i Due monologhi, ossia Oscillazioni e Solo RH, portati in scena al Festival delle Mura 2007 da Roberto Herlitzka. Nel 2012 il regista Michele Angrisani scrive il copione di uno spettacolo teatrale liberamente tratto dal romanzo Il ponte. Un crollo; poi portato in scena dalla compagnia teatrale Il Canovaccio, per la regia di Antonello Pagotto e con Diego De Francesco come protagonista. Del 2013 è la traduzione/adattamento/riscrittura di RIII-Riccardo III con la regia di Alessandro Gassmann.
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Il 69° Ciclo di Spettacoli Classici è promosso dall’Assessorato alla crescita del Comune di Vicenza in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e curato da Franco Laera. È sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona e da AIM Vicenza.
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Basilica Palladiana – Vicenza
7 e 8 ottobre – ore 21.00
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Informazioni e prevendite:
www.tcvi.it (http://classici.tcvi.it)
Biglietteria Teatro Comunale 0444 324442, biglietteria@tcvi.it
Sportelli Banca Popolare di Vicenza