Giovedì 20 ottobre (repliche il 21 e 22) Riccardo Chailly inaugura la Stagione Sinfonica del Teatro alla Scala con un concerto che incastona il Concerto n. 1 in mi bem. magg. per pianoforte e orchestra di Liszt, solista il giovane emergente Benjamin Grosvenor, tra la Tragische Ouverture in re min. op. 81 e la Sinfonia n. 2 in re magg. op. 73 di Johannes Brahms. E a Brahms sarà interamente dedicato nel prossimo giugno il secondo concerto in Stagione del Direttore Musicale, che presenterà il Concerto in re magg. op. 77 per violino e orchestra eseguito da Anne-Sophie Mutter, che non suona con l’Orchestra scaligera dal 2004, insieme alla Sinfonia n. 4.
Benjamin Grosvenor, classe 1992, è balzato all’attenzione generale a 11 anni come vincitore del concorso per giovani artisti della BBC; a 13 anni ha debuttato alla Carnegie Hall di New York. Nel 2012 il suo debutto discografico per Decca ha ottenuto, caso unico, due Gramophone Award (“Migliore incisione strumentale” e “Giovane Artista dell’Anno”). L’ultimo disco, Homages, ha ottenuto un Diapason D’Or nel settembre 2016. Riccardo Chailly aggiunge così un astro nascente alla serie delle direzioni di grandi solisti che negli ultimi mesi lo ha visto far musica insieme a Martha Argerich (Milano, Parigi), Daniil Trifonov (tour europeo della Filarmonica) e che proseguirà nella Stagione Sinfonica con Anne-Sophie Mutter.
La Stagione Sinfonica del Teatro, per cui è ancora aperta la campagna abbonamenti, prosegue con altri cinque appuntamenti, per un totale di 7 concerti diretti da grandi Maestri, in due casi con la partecipazione del Coro del Teatro alla Scala. L’11, 14 e 15 dicembre è Christoph von Dohnányi a dirigere Coro e Orchestra del Teatro alla Scala nel Requiem di Mozart (solisti Genia Kühmeier, Elisabeth Jansson, Mauro Peter, Andreas Bauer) che sarà preceduto dalla Sinfonia concertante in mi bem. magg. KV 364 affidata al violino di Francesco De Angelis e alla viola di Danilo Rossi. Uno dei direttori più affezionati al Teatro alla Scala, Zubin Mehta, torna al Piermarini dopo l’impegno straussiano del 2016 per dirigere la Filarmonica il 23, 24 e 25 gennaio in un concerto che accosta i Sechs Stücke für Orchester op. 6 di Webern alla Sinfonia n. 96 in re magg. di Haydn e alla Sinfonia n. 8 in do magg. D 944 di Schubert. Anche Georges Prêtre, acclamato con affetto incontenibile dal pubblico in occasione del suo ritorno alla Scala l’anno passato, è nuovamente sul podio il 13, 15 e 17 marzo 2017; sui leggii I pini di Roma di Respighi, le Danze ungheresi di Brahms, la Suite n. 2 da Der Rosenkavalier di Richard Strauss e La Valse di Ravel. Il 13, 16 e 18 maggio Paavo Järvi, Direttore Musicale dell’Orchestre de Paris, dirigerà la Sinfonia n. 7 in mi min. di Mahler, che manca dalla Scala dal 2011. Attesissimo il ritorno di Bernard Haitink, che dopo la solennità e le profonde emozioni del suo debutto nella scorsa stagione con Ein deutsches Requiem ha voluto di nuovo presentare una pagina tra le più alte e complesse dell’intero corpus musicale d’Occidente: la Missa solemnis in re maggiore op. 123 di Beethoven. Protagonisti il Coro e l’Orchestra del Teatro alla Scala, solisti Camilla Tilling, Gerhild Romberger, Peter Sonn e Hanno Müller-Brachmann.
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La musica di Brahms è un passaggio nodale nel rapporto tra un Direttore e la sua orchestra, un momento di crescita collettiva: in particolar modo nel caso di Chailly, che vanta con questo autore un percorso interpretativo di decenni, testimoniato da due importanti integrali discografiche per Decca con il Concertgebouw e il Gewandhaus. Nel recensire la più recente David Allen ricordava sul ‘New York Times’: “La direzione brahmsiana si divide in due scuole: una discende da Hans Richter, che diresse la prima esecuzione assoluta della Seconda Sinfonia a Vienna nel 1877, fino a Felix Weingartner e ora a Chailly (…) L’altro sentiero porta da Bülow a Furtwängler e Abendroth”. In principio più favorevole alla seconda scuola, Allen si ricrede trovando in Chailly una direzione “con un senso d’urgenza e una leggerezza di impasti che rivela tutta la complessità delle voci interne della scrittura brahmsiana”. “Chailly – scrive invece Richard Osborne su ‘Gramophone’ – appartiene al ristretto gruppo di direttori che dirigono quasi ugualmente bene tutte e quattro le sinfonie, con Weingartner, Klemperer, Boult, Wand…”. Osborne riflette sul rapporto di Chailly con le lezioni di Toscanini e Klemperer: “La sua lettura delle Variazioni su un tema di Haydn assomiglia a quella di Toscanini nella tensione della sua idea e il fine controllo delle relazioni di tempo tra le variazioni e all’interno di ciascuna di esse. Nelle sinfonie, tuttavia, l’analogia è meno netta. Mentre Toscanini negli ultimi anni piega troppo spesso la musica alla sua volontà, l’approccio di Chailly ricorda piuttosto quello di Klemperer, in cui tempi snelli e fraseggio vivace si sposano con linee nettamente disegnate che spingono la musica verso il suo necessario punto d’arrivo”. Una discendenza e un legame forte con la storia dell’interpretazione brahmsiana che non impediscono a Chailly di percorrere vie nuove, come osserva Andrew Clements sul ‘Guardian’: “Suonare Brahms ha sempre fatto parte della ragion d’essere del Gewandhaus. Ma Chailly porta una prospettiva diversa: come con Beethoven, Mendelssohn e Mahler, il suo approccio alla tradizione è allo stesso tempo consapevole e critico nel modo migliore, più costruttivo. Il suo Brahms non è né massiccio né pensosamente scolpito, ma resta totalmente coerente”. Julia Spinola su ‘Die Zeit’ sottolinea lo studio approfondito del testo: “Chailly ha studiato di nuovo manoscritti e partiture seguendo le orme di Felix Weingartner, ha ricostruito prime edizioni e incluso versioni alternative per riportare alla luce un Brahms ‘senza maschera’. Chailly (…) spalanca le finestre della stanza del compositore e studioso lasciando entrare un suono della natura che nella sua polifonia movimentata anticipa le sinfonie di Mahler”. Il lungo percorso brahmsiano di Chailly ha ridestato una messe di spunti, pensieri, prospettive che attende di rinnovarsi negli appuntamenti scaligeri.
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Stagione sinfonica 2016-2017
Giovedì 20 ottobre 2016 ore 20 ~ turno A
Venerdì 21 ottobre 2016 ore 20 ~ turno B
Sabato 22 ottobre 2016 ore 20 ~ turno C
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FILARMONICA DELLA SCALA
Direttore RICCARDO CHAILLY
Johannes Brahms
Tragische Ouverture in re min. op. 81
Franz Liszt
Concerto n. 1 in mi bem. magg.
per pianoforte e orchestra
Benjamin Grosvenor, pianoforte
Johannes Brahms
Sinfonia n. 2 in re magg. op. 73
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Prezzi: da 6,50 a 85,00
Infotel 02 72 00 37 44