Dal 17 al 20 novembre al Teatro Rossetti di Trieste va in scena la Compagnia della Rancia, con il musical Cabaret. Il testo di Joe Masteroff, basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood tradotto da Michele Renzullo, porta la firma registica e l’adattamento del grande Saverio Marconi.
Il poliedrico Giampiero Ingrassia e la brava Giulia Ottonello con gli altri protagonisti dello spettacolo sono stati ospiti, sabato 19 novembre, dello storico Caffè San Marco per una simpatica chiacchierata; a presentarli il direttore organizzativo del teatro stabile del Friuli Venezia Giulia Stefano Curti. Un pubblico attento ed entusiasta ha seguito i racconti degli interpreti e molte domande si sono susseguite, una tra queste a Giampiero Ingrassia su quale ruolo lo abbia più divertito interpretare di più durante la sua lunga carriera di attore di musical, alla quale ha risposto: Il personaggio che mi ha stimolato di più è quello più diverso da me ed è proprio il Maestro di Cerimonie di Cabaret. Inoltre per questo ruolo ho in qualche modo indossato una maschera perché il pesante trucco studiato nei minimi particolari fa il personaggio che rappresenta l’aspetto ludico ma anche l’ambiguità, la sessualità. E’ un misto tra Joker e un Clown, una figura non cattiva ma disperata e la disperazione può portare anche alla follia.
Giulia Ottonello interpreta Sally Bowles, la giovanissima stella del Kit Kat Klub, che sogna un futuro da grande attrice. La storia intanto fa il suo corso e il mondo fuori dal cabaret sta andando in frantumi. Nel musical si intrecciano storie, si vivono amori ed intanto sulla Germania sta per abbattersi l’incubo dell’olocausto. Uno spettacolo pieno di emozioni che non è solo divertimento ma vuole portare il pubblico ad una più seria riflessione. Questo è il terzo allestimento di Cabaret realizzato dalla Compagnia della Rancia: questa volta Saverio Marconi ha voluto dare maggiore spessore ai personaggi ed ha fatto una scelta più minimalista per le scene, non c’è più il chiaro riferimento al film ma una innovativa chiave di lettura. Questa edizione, la prima per Giampiero Ingrassia, è più attuale, in qualche modo più dura e forse più vera nel raccontare le vicende narrate oltre il sipario di un Cabaret.