con Paolo Nani
regia Nullo Facchini
produzione Teatro Filodrammatici di Milano
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La lettera, di Paolo Nani, è uno spettacolo per chi se ne intende assai: per intenditori del western, dell’horror, del cinema muto, del circo, ma pure di sbronze e persino di Freud!
Scherzo. È che Paolo Nani declina in 15 varianti differenti la stessa micro scena, che già di per sé è tutto un programma, ispirandosi ai famosi Esercizi di stile di Raymond Queneau. Ecco, quindi, degli “esercizi” in formato teatrale; anche se non aspettatevi gran discorsi, no, è tutto fisico, corporeo e molto molto umano, pur nella sua accurata elaborazione.
La lettera di Paolo Nani è uno spettacolo esclusivo, possono vederlo solo quelle persone che hanno un talento davvero speciale e ricercato: quello di riuscire a ritornare bambini.
Scherzo ancora! Paolo non ci chiede un teletrasporto, né una magia, né un lifting. L’unica abilità richiesta è quella di sapersi lasciar guidare: sembra facile! Ma oggi sembra, anche, che si debba stare continuamente in allerta: attenti a quello che succede a noi, dentro di noi, intorno a noi; sempre informati e preparati, sempre con la situazione sotto controllo, che non ci sfugga un risolino un po’ troppo sboccato o una lacrima da non far vedere in pubblico. A volte, siamo così nell’autocontrollo o nella preoccupazione di fare tutto per bene, che non ce ne rendiamo neanche conto, di esser così tesi. E diventiamo perciò ciechi rispetto a valori, fondamentali e non sempre ricordati, quali la poesia, l’incantamento, lo stupore, il piacere di abbandonarsi a quanto ci fa star bene.
La lettera è dunque uno spettacolo per tutti: basta mollare solo di un po’ la presa del quotidiano, per lasciarsi agganciare e trasportare dalla comicità di questo racconto di racconti, che di umano ha ogni dettaglio; messo in scena da un interprete generosissimo, che non si lascerà troppo pregare per un bis e qualche scherzo in più: non vorrete più alzarvi dalla poltrona!
Lo trovate fino al 18 dicembre al teatro dei Filodrammatici. Preparatevi ad applaudire molto spesso, almeno 15 volte; e non siate timidi a esprimere il vostro sonoro e scomposto gradimento, nell’assistere a un’abilità tecnica così precisa, da passare inosservata.